Le reazioni chimiche

  LE REAZIONI CHIMICHE

Abbiamo definito la chimica come la scienza che studia la materia e le sue trasformazioni. Le trasformazioni chimiche sono possibili perché atomi e molecole hanno una naturale tendenza ad assorbire o a liberare energia scambiandosi elettroni, ridistribuendoli nello spazio in nuove configurazioni più o meno stabili. Ciò avviene sia attraverso la formazione di legami, sia attraverso la loro rottura. Queste trasformazioni della materia sono definite reazioni e vengono rappresentate attraverso equazioni chimiche.

Le sostanze che si trovano prima della freccia (ovvero all’inizio della reazione) sono i rea­genti; le sostanze posizionate invece dopo la freccia (cioè una volta che la reazione è avvenuta) sono i prodotti.

La freccia al centro dell’equazione indica la direzione della trasformazione; nel caso in cui una reazione sia reversibile, ossia possa procedere in entrambe le direzioni, la freccia avrà due punte () o si avranno due frecce parallele che indicano direzioni opposte.

fissa il concetto

ALCUNE TRA LE PIÙ COMUNI TIPOLOGIE DI REAZIONE

TIPOLOGIA

CARATTERISTICHE

RAPPRESENTAZIONE

SCHEMATICA

Reazione di sintesi

i reagenti A e B si uniscono per dare il prodotto C

A + B  C

Reazione di scissione o analisi

il reagente A si separa nei prodotti B e C

 B + C

Reazione di scambio semplice

uno dei due reagenti (A) riceve una frazione dell’altro reagente (B)

A + BC  AB + C

Reazione di doppio scambio

i due reagenti si scambiano delle porzioni molecolari

AB + CD  AD + CB

LEGGE DI CONSERVAZIONE DELLA MASSA

In una reazione chimica, gli stessi atomi che costituiscono i reagenti si ritrovano dalla parte dei prodotti ma ricombinati in modo da formare molecole diverse. La materia, infatti, non si distrugge ma si trasforma: questo principio è alla base della legge di conservazione della massa. Perché venga rispettata questa legge, potrebbe essere necessario bilanciare una reazione. Bilanciare significa attribuire i corretti coefficienti ai composti della reazione, in modo che il numero di atomi dei reagenti sia uguale al numero di atomi dei prodotti.

Per esempio, la reazione che trasforma il glucosio in anidride carbonica e acqua si scrive:


C6H12O6 + O2  CO2 + H2O


Per bilanciare la reazione, occorre inserire i coefficienti in rosso:


C6H12O6 + 6 O2  6 CO2 + 6 H2O


In entrambe le parti dell’equazione risulteranno 6 atomi di carbonio, 12 atomi di idrogeno e 18 atomi di ossigeno.

Questa reazione si legge: “una molecola di glucosio reagisce con sei molecole di ossigeno per dare sei molecole di anidride carbonica e sei molecole d’acqua”.

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ENERGIA DI UNA REAZIONE

In qualunque reazione chimica, quando i reagenti si trasformano in prodotti si rompono dei legami preesistenti e se ne formano di nuovi. Come visto nel paragrafo sui legami, alcuni di essi sono forti e stabili, altri deboli e provvisori: perché i legami si rompano serve energia. Tale energia viene definita energia di attivazione (indicata con Eatt) ed è tanto più grande quanto più sono stabili i legami.

Quasi tutte le reazioni di scissione (per esempio quelle che avvengono durante la digestione) liberano energia sotto forma di calore e vengono dette esotermiche.

Altre reazioni (come quelle necessarie per produrre nuove molecole per la crescita dei tessuti) invece richiedono energia per avvenire e sono dette endotermiche.

  LA IONIZZAZIONE DELL'ACQUA E LA SCALA DEL pH

L’acqua presenta una debole tendenza a ionizzarsi, ossia un piccolissimo numero di molecole d’acqua si dissocia staccando uno ione H+ (quello che rimane, ovviamente, è uno ione OH):



La ionizzazione della molecola d’acqua genera quindi un protone H+ e un anione OH, definito ossidrile.

Se all’acqua vengono aggiunte sostanze acide, queste liberano ioni H+ che vanno a sommarsi a quelli prodotti dalla dissociazione dell’acqua.

Altre sostanze, al contrario, se aggiunte all’acqua si legano agli ioni H+ diminuendone la concentrazione; queste sostanze sono dette basiche.

A seconda della concentrazione degli ioni H+ presenti, una soluzione può essere acida, basica o neutra: quanto più alta è la concentrazione, tanto più forte è il carattere acido; viceversa, se questa concentrazione risulta bassa, aumenta la basicità della soluzione. Se invece la concentrazione degli ioni H+ eguaglia quella degli ioni OH (è il caso, come abbiamo visto, dell’acqua pura) la soluzione è neutra. Il carattere acido o basico delle soluzioni viene misurato con il pH, una scala i cui valori sono compresi tra 0 e 14.

Le sostanze acide hanno un pH che varia da 0 a 6,9, quelle basiche hanno un pH che varia da 7,1 a 14. L’acqua, neutra, ha pH 7.

Le soluzioni caratterizzate da un pH estremamente acido (pH = 0) o basico (pH = 14) sono pericolose da maneggiare, in quanto molto corrosive e reattive.

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  Misurare il pH

La misurazione del pH può avvenire attraverso l’uso di indicatori o mediante uno strumento chiamato piaccametro. Gli indicatori di pH sono sostanze che assumono colori diversi quando vengono a contatto con un acido o con una base: le variazioni cromatiche dovute a cambiamenti del pH sono fenomeni relativamente frequenti, basti pensare allo schiarimento del tè in seguito all’aggiunta di una sostanza acida come il succo di limone. Valutando il cambiamento di colore degli indicatori, chiamato viraggio, si può risalire al pH della soluzione; gli indicatori possono essere applicati su apposite cartine dette indicatrici universali. Il piaccametro è invece uno strumento elettronico che consente la misura diretta del pH: è sufficiente immergere l’elettrodo nella soluzione per conoscerne il pH.

acidi e basi

Si definisce acido una sostanza (molecola o ione) che sciogliendosi in acqua libera ioni H+, mentre si definisce base una sostanza capace di accettare ioni H+. Gli acidi presentano alcune caratteristiche comuni: oltre al gusto acido, corrodono i metalli. Un esempio di acido è l’acido cloridrico (HCl):


HCl + H2O H3O+ + Cl


Le caratteristiche delle basi sono il gusto amaro, calcareo, e l’essere in genere viscide e saponose al tatto. Un esempio di base è l’idrossido di sodio (NaOH):


NaOH + H2O Na+ + OH


Sono detti neutri i sali che, pur dissociandosi in acqua, lasciano inalterato l’equilibrio H+/OH dell’acqua. È il caso del cloruro di sodio:


NaCl Na+ + Cl


Un acido o una base sono definiti forti se in acqua si ionizzano completamente; sono detti invece deboli se si ionizzano solo parzialmente.

Quando si uniscono una base e un acido, si ha una reazione di neutralizzazione con conseguente formazione di acqua e di un sale


HCl + NaOH NaCl + H2O

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