A Zacinto (dalle Poesie)

La patria e il figlio lontano A Zacinto di Ugo Foscolo, dalle Poesie In questo sonetto Foscolo si rivolge a Zacinto (antico nome di Zante), isola greca dove è nato e che ha dovuto lasciare. sponde, rive Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell onde del greco mar da cui vergine nacque fea, rendeva Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l inclito verso, i versi famosi l inclito verso di colui che l acque cantò fatali, ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura. DENTRO IL TESTO METRO: Endecasillabi In questo sonetto torna il tema dell esilio. Foscolo si paragona a Ulisse, anche lui per molti anni lontano da Itaca. Anche se Ulisse infine è tornato alla sua isola, mentre il poeta sa che il suo esilio durerà fino alla morte e lo destinerà ad essere sepolto in terra straniera. Particolare in questo sonetto l uso dei tempi verbali: il futuro all inizio (toccherò) e alla fine (avrai) si riferisce al destino immutabile riservato al poeta. Il presente è usato in riferimento all isola; mentre per il resto viene usato il passato remoto. 56

I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento