Il Seicento è un’epoca di contraddizioni: è il secolo in cui le nazioni europee mettono le basi per il progresso economico e per i futuri equilibri politici; ma è anche un periodo di pestilenze, rivolte e guerre.
Cattolici e protestanti combattono la Guerra dei Trent’anni (1618-1648). Il conflitto si conclude con la pace di Vestfalia, che segna il declino della Spagna e la supremazia francese.
In questo secolo, l’Italia perde il prestigio culturale che aveva avuto nel Rinascimento; prestigio che acquisiscono Francia, Inghilterra e Spagna.
La Spagna, in particolare, vive un periodo di grande splendore (il cosiddetto Secolo d’oro), ma comincia il suo declino politico ed economico.
Francia, Inghilterra e Olanda affermano la loro importanza grazie agli scambi con l’Oriente e le Americhe ma soprattutto grazie all’ascesa di un’aggressiva borghesia mercantile.
In questo periodo l’Italia è ancora divisa in piccoli Stati, molti dei quali sotto il dominio spagnolo.
L’Italia risente quindi delle pesanti tasse da pagare alla Spagna e della generale arretratezza della società spagnola. Ed è anche colpita dal calo dei traffici nel Mediterraneo, dovuto all’importanza sempre maggiore delle rotte atlantiche.