Carlo Goldoni

      Carlo Goldoni

LA VITA

Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 da famiglia borghese. Il padre (medico) lo iscrive a medicina a Rimini, ma Carlo fugge con una compagnia di commedianti e si laurea in giurisprudenza a Padova.


Tra il 1731 e il 1733 comincia a lavorare come avvocato e nello stesso tempo a scrivere per il teatro. Nel 1737 ottiene l’incarico di direttore del teatro San Giovanni Crisostomo a Venezia, ma non abbandona la professione di avvocato.


Solo nel 1747 Goldoni può lasciare il lavoro d’avvocato e dedicarsi completamente al teatro, prima scrivendo per il Teatro S. Angelo e poi per il teatro di San Luca.


La fama di Goldoni arriva anche in Francia. Il primo attore della Comédie Italienne (famoso teatro italiano sotto la protezione del re di Francia) lo invita a scrivere per la compagnia, e nel 1762 Goldoni si trasferisce a Parigi. Qui ottiene grande successo, e nel 1765 viene chiamato a Versailles per insegnare l’italiano alle figlie di re Luigi XV; lavoro che svolge fino al 1770 quando, cieco da un occhio, gli viene concessa una pensione.


Nel 1792, durante la Rivoluzione francese, vengono soppresse tutte le pensioni concesse dal re. Goldoni  presenta una supplica e la pensione gli viene restituita, ma solo il 7 febbraio 1793. Goldoni era morto il giorno prima.

Il teatro come fonte di guadagno

Nel Settecento il teatro è un’attività imprenditoriale gestita da affaristi, che assicura buoni guadagni.
Gli impresari (i direttori dei teatri) mettono in scena spettacoli leggeri e poco impegnativi, che attirano più spettatori; e tengono poco conto della qualità delle rappresentazioni.
Si prediligono infatti generi popolari, intrecci scontati e ripetitivi.

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I TEMI

La riforma del teatro

Il genere più di moda nell’Italia del Settecento è la commedia dell’arte, un tipo di rappresentazione che attira un pubblico borghese e popolare.


Nella commedia dell’arte:

  • il testo (chiamato canovaccio) consiste in poche indicazioni schematiche di quello che deve succedere in scena (l’autore ha quindi un ruolo secondario);
  • i dialoghi vengono improvvisati dagli attori che spesso, per divertire il pubblico, usano una comicità facile e volgare;
  • i personaggi sono maschere, cioè sono  stereotipati (tipo: il servo sciocco, il mercante avaro ecc.). Il pubblico li riconosce appunto grazie alle maschere che indossano.

Goldoni dà vita a una fondamentale riforma del teatro. Infatti, Goldoni:

  • scrive l’intero testo, compresi i dialoghi (quindi restituisce all’autore un ruolo prioritario);
  • trasforma le maschere stereotipate della commedia dell’arte in personaggi realistici, dotati di una psicologia individuale.

Con Goldoni, quindi, il teatro smette di essere solo intrattenimento, per diventare riflessione morale e analisi della società.

Commedia dell’arte

Teatro di Goldoni

Canovaccio

Testo completo di dialoghi

Personaggi-maschere

Personaggi-individui

Più importanza all’attore

Più importanza all’autore

Teatro-intrattenimento

Teatro-approfondimento

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L’analisi della società

Goldoni è influenzato dalle idee illuministe, e guarda all’ordine sociale tradizionale in modo critico.

Inizialmente Goldoni mette in ridicolo la nobiltà in quanto classe sociale antiquata e parassitaria (che vive a spese degli altri) e guarda con simpatia alla borghesia, classe sociale dinamica e lavoratrice.


In seguito denuncia invece i vizi e i difetti della borghesia, e mostra di preferire la classe popolare.


In generale, il teatro di Goldoni non mira a sovvertire l’ordine sociale. Infatti l’intento principale di Goldoni è quello di mostrare i comportamenti che derivano dalla grettezza e dell’egoismo, e promuovere – attraverso l’ironia e il riso – dei valori che forniscano al pubblico un’occasione di riflessione. 

È un teatro, dunque, che si propone di educare divertendo.

La lingua

Al tempo di Goldoni non esiste una “lingua italiana” scritta e parlata in tutta l’Italia.
Si scrive in un toscano letterario poco adatto a esprimere concetti legati alla vita quotidiana, e si parla in dialetto. I dialetti però sono comprensibili solo in un’area geografica limitata.


Goldoni risolve questo problema creando un italiano fatto di toscano, di parole del dialetto veneto, lombardo, fiorentino e di  francesismi. In questo modo le sue opere risultano comprensibili in buona parte d’Italia e raggiungono il pubblico più ampio possibile.


I personaggi delle commedie di Goldoni parlano con un linguaggio semplice e naturale, ispirato alla vita di tutti i giorni. Goldoni dichiara di imitare, nei suoi dialoghi, «le persone che parlano, non quelle che scrivono». L’effetto così ottenuto è quello di una grande spontaneità e di un ancor maggiore realismo.

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LE OPERE

La carriera di Goldoni si può dividere in quattro fasi.

  • Nella prima fase Goldoni scrive opere appartenenti ai generi più popolari dell’epoca: libretti per melodrammi, tragedie liriche, commedie ecc. Ma inizia presto ad introdurre le novità tipiche della sua riforma del teatro. Nell’Arlecchino servitore di due padroni (1745), ad esempio, Goldoni dà nuovo spessore al personaggio di Arlecchino (maschera tradizionale della commedia dell’arte).
  • Nella seconda fase c’è la piena realizzazione della riforma. Ne La locandiera, ad esempio, la protagonista è una borghese dal carattere indipendente che gestisce una locanda; corteggiata da tre nobili, sceglie di sposare un cameriere, sapendo che come marito limiterà di meno la sua libertà.
  • Nella terza fase Goldoni ambienta le sue opere in un contesto popolare. Il campiello, ad esempio, è una commedia a base di pettegolezzi ed equivoci che si svolgono tra la gente del popolo attorno a un “campiello”, cioè una piazza veneziana.
  • L’ultima fase coincide con il periodo trascorso a Parigi, dove Goldoni compone commedie di intrattenimento leggero, più apprezzate dal pubblico francese, e scrive le sue Memorie.

La bottega del caffè

Goldoni scrive La bottega del caffè per il teatro Sant’Angelo nel 1750. Siamo dunque nella seconda fase della carriera di Goldoni.

La commedia è ambientata in una piazza di Venezia su cui affacciano una caffetteria (la “bottega del caffè”) e una  bisca. Tra i personaggi principali ci sono: Ridolfo, gestore della caffetteria; Pandolfo, avido e disonesto gestore della bisca; ed Eugenio, un giovane giocatore  d’azzardo.


Ridolfo è preoccupato per Eugenio, che rischia di perdere tutti i suoi beni per il gioco d’azzardo. Dopo una serie di incidenti, equivoci e travestimenti, Ridolfo riuscirà a salvare Eugenio dalla rovina e a riconciliarlo con la moglie.

I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento