William Shakespeare

      William Shakespeare

LA VITA

William Shakespeare nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564. Della sua vita sono rimaste pochissime testimonianze. Sappiamo che ha studiato alla scuola di grammatica di Stratford e che nel 1582, a 18 anni, ha sposato Anne Hathaway, figlia di contadini benestanti.


Nel 1588 o 1589, Shakespeare lascia a Stratford la moglie e i figli e si stabilisce a Londra per tentare la carriera teatrale.


Grazie al suo successo come drammaturgo (cioè autore di opere teatrali) Shakespeare riesce a ottenere per la sua  compagnia la protezione della regina Elisabetta I, che ama il teatro e invita spesso compagnie teatrali a esibirsi a corte.

Nel 1603 Elisabetta I muore e sale al trono Giacomo I. Anche il nuovo re concede a Shakespeare la sua protezione, e permette alla sua compagnia teatrale di farsi chiamare “Uomini del re”.

Nel 1611 Shakespeare è ormai ricchissimo. Acquista e fa restaurare una grande casa di Stratford e vi si ritira, vivendo nella tranquillità e nell’anonimato fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1616.

I TEMI: L’amore e il potere

Shakespeare tratta il tema dell’amore sia nelle tragedie che nelle commedie.


Nelle tragedie, Shakespeare descrive l’amore come un sentimento assoluto: chi lo prova è pronto a rinunciare a tutto, al proprio nome, ai legami familiari, alle regole della società, pur di avere la persona amata.

Nelle commedie, piene di inganni ed equivoci, l’amore è invece un sentimento più spensierato e giocoso, sensuale e a volte osceno (tra persone di classe sociale bassa).


L’altro grande tema presente nelle opere di Shakespeare è quello del potere


Nelle sue tragedie, il tema del potere viene trattato in ogni suo aspetto: la lotta per conquistarlo e i motivi per cui lo si perde; ma soprattutto Shakespeare ci parla del desiderio di potere che guida gran parte delle azioni umane.

 >> pagina 19 

LE OPERE TEATRALI

I copioni

Le opere di Shakespeare non nascono per la pubblicazione, ma come copioni, cioè testi che le compagnie teatrali usano per mettere in scena uno spettacolo e che gli attori modificano nel corso delle rappresentazioni.

Per questo quasi tutte le opere di Shakespeare ci sono arrivate in versioni a volte molto diverse l’una dall’altra.

Il pubblico misto 

All’epoca di Shakespeare la composizione del pubblico è mista, agli spettacoli assistono uomini e donne, aristocratici e popolani. Questa varietà di pubblico influisce sul modo di scrivere di Shakespeare: i suoi drammi, infatti, devono piacere a tutti, alle persone ignoranti e a quelle colte.

Il teatro Globe

Shakespeare scrive soprattutto per il Globe, un teatro di legno di forma circolare, senza tetto in modo da far entrare la luce del sole.

Il Globe è un teatro essenziale: senza sipario, quasi senza scenografie e senza luci. Per questo nei drammi di Shakespeare spesso i personaggi descrivono (con molti dettagli) il luogo in cui si trovano, i cambiamenti della luce dovuti all’ora del giorno e al trascorrere delle stagioni. Perché quello che il pubblico non vede, deve immaginarlo.

Alcuni fra i drammi maggiori

Romeo e Giulietta è uno dei più famosi drammi di Shakespeare, con protagonisti i due giovani innamorati le cui famiglie si oppongono al matrimonio perché nemiche. La descrizione dell’amore fra i due protagonisti e il linguaggio raffinato ispirato alla poesia petrarchesca, ne hanno fatto una delle opere più amate.


Otello è un generale moro (cioè nero) al servizio della Repubblica di Venezia che sposa la veneziana Desdemona. Ma Iago, un suo ufficiale, gli fa credere che la moglie

lo tradisca. Otello, impazzito di gelosia, uccide la donna e si toglie la vita. La forza di questo dramma – in cui sono centrali i temi della gelosia, della fiducia e del tradimento – è nel rapporto tra Otello e Iago, l’uomo ingannato e il suo ingannatore.


Macbeth è un generale che – spinto dall’ambizione della moglie – uccide il re di Scozia per prendere il suo posto. Divenuto re, per conservare il potere, uccide rivali, figli e amici delle sue vittime, finché viene assassinato lui stesso.

La violenza omicida caratterizza questo opera che (come altri drammi di Shakespeare) ha una struttura circolare, cioè comincia come finisce: in questo caso con qualcuno che sale al trono con la violenza.

 >> pagina 20 

amleto

LA TRAMA

Amleto è un principe danese a cui, una notte, appare il fantasma del padre, re di Danimarca. Il padre rivela di essere stato ucciso dal fratello, Claudio, che gli ha sottratto il trono e la moglie. Amleto promette al padre che lo vendicherà, ma vuole prima essere certo della colpevolezza dello zio. Per questo organizza, davanti a tutta la corte, uno spettacolo in cui viene rappresentata una situazione simile a quella dell’omicidio del padre. Il re Claudio appare turbato dallo spettacolo, ma neanche questa è una prova certa, e Amleto continua a tormentarsi nel dubbio.


Amleto decide allora di fingersi pazzo, per poter indagare senza suscitare sospetti. Tratta duramente anche la donna che ama, Ofelia, che impazzisce per questo e muore annegata, e per errore uccide il padre di lei.


Per vendicarli, Laerte (il fratello di Ofelia) sfida a duello Amleto.

Il re Claudio decide di sfruttare questa situazione per eliminare Amleto: intinge la spada di Laerte nel veleno e mette del veleno anche nella coppa di vino destinata al vincitore.

Ma durante il combattimento, la regina beve da quella coppa e muore, e la spada avvelenata ferisce entrambi i duellanti. Amleto però, prima di morire, riesce ad uccidere re Claudio.

 >> pagina 21 

IL DUBBIO DI AMLETO

Per scrivere l’Amleto, Shakespeare si ispira ad antichi miti del Nord Europa, in cui il personaggio di Amleto era un vendicatore feroce e aggressivo.


L’Amleto di Shakespeare è invece un personaggio malinconico, che non riesce a decidersi e ad agire. E proprio in questo sta la modernità del personaggio: nell’Amleto shakespeariano, infatti, il dubbio ha preso il posto delle certezze morali e religiose che nel Medioevo guidavano il comportamento delle persone.


Amleto è quindi la tragedia della debolezza e del dubbio. Infatti, dopo che lo spettro del padre gli ha rivelato il segreto della sua morte, Amleto dubita di tutti. Dubita dello spettro, avendo paura che sia un diavolo che vuole spingerlo a un’azione criminale. Dubita della madre, forse anche lei responsabile dell’assassinio del padre. Infine Amleto dubita di sé stesso e della propria integrità mentale, perché teme davvero di stare impazzendo.


Per questo Amleto rimanda la vendetta per meditare, ottenere prove, cercare la verità. Ma tutte le azioni che intraprende gli fanno venire nuovi dubbi.


La vicenda di Amleto è tutta interiore, e la sua azione si svolge su un piano diverso: quello della parola e del pensiero. Pensiero che indebolisce la volontà e impedisce di agire.

I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
I saperi fondamentali di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento