unità 3 • IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

      la storia e la società

Dopo la Seconda guerra mondiale

La Seconda guerra mondiale, con oltre 60 milioni di morti, si chiude con la sconfitta del nazismo e la vittoria delle due superpotenze: Stati Uniti e Unione Sovietica.

Gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica 

Il nuovo ordine mondiale si fonda sulla contrapposizione dei due blocchi: occidentale e socialista: è la “guerra fredda”, combattuta soprattutto con la propaganda (anche se ci sono dei conflitti locali, come in Corea e poi in Vietnam).

Dopo la morte di Stalin (1953) sembra aprirsi una stagione di distensione, grazie anche al presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, ma la divisione in blocchi permane.


Nel frattempo l’Occidente vive una stagione di grande sviluppo, interrotta poi dalla crisi petrolifera del 1973. In conseguenza di ciò molti Paesi ridimensionano le politiche di aiuto sociale, determinando un peggioramento delle condizioni di vita per le fasce più deboli.

Il crollo dell’Unione Sovietica 

Negli anni Ottanta il blocco socialista entra in crisi e tra il 1989 e il 1991 finiscono i regimi socialisti dei Paesi dell’Est e dell’Unione Sovietica, che si divide in più Stati.

La nascita dell’Unione europea 

Il processo di integrazione fra gli Stati europei (iniziato nel 1958 con la costituzione della Comunità economica europea) accelera nel 1993 con la nascita dell’Unione europea, cui aderiranno poi molti paesi dell’ex blocco socialista.


Gli anni Duemila si aprono con la minaccia mondiale del terrorismo islamista (attentato alle Torri gemelle di New York, 2001). Parallelamente, in un’economia globalizzata che vede la Cina prima potenza commerciale, la  recessione economica che si apre nel 2008 fatica a trovare risposte efficaci da parte dei governi.

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In Italia

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale (che in Italia è anche guerra civile tra fascisti e Resistenza partigiana) nel 1946 nasce la Repubblica italiana, che vede fin dal 1948 la supremazia del partito della Democrazia cristiana.


Dopo i duri anni della ricostruzione postbellica, il Paese conosce un boom economico che porta un benessere diffuso, anche se permangono contraddizioni storiche (il divario tra Nord e Sud) e squilibri sociali.


Dopo le lotte sociali e politiche del 1968-1969, negli anni Settanta la democrazia italiana è minacciata dalla “ strategia della tensione”, con gravi attentati e azioni terroristiche che culminano con il sequestro e l’uccisione del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro (1978), figura chiave del sistema politico. 

Questa difficile fase viene superata grazie anche alla reazione unitaria delle varie realtà istituzionali e politiche.


Gli anni Ottanta vedono un’importante ripresa economica seguita, negli anni Novanta, da una grave crisi istituzionale che investe il sistema politico italiano a causa di inchieste giudiziarie per corruzione (“tangentopoli”). 

Nasce la cosiddetta “seconda Repubblica” che vede alternarsi al governo centro-destra (con la figura dominante dell’imprenditore-politico Silvio Berlusconi) e centro-sinistra. Il bipolarismo non si concretizza però in una vera stabilità politica e l’Italia non riesce ad aprire una nuova stagione di sviluppo.

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La CULTURA

In un dopoguerra di forti contrapposizioni ideologiche e in cui l’impegno politico viene da molti considerato un dovere, in Italia il Partito comunista riesce ad assorbire molte delle tendenze culturali dell’antifascismo e diviene interlocutore privilegiato per gran parte degli intellettuali.


Il boom economico cambia (oltre al sistema produttivo) anche gli stili di vita degli italiani, con l’affermarsi di una società industriale e di massa (consumismo, televisione) dalla cui analisi critica nascerà il bisogno di ridiscutere e sovvertire le autorità che sfocerà nelle lotte studentesche del 1968 (comunemente chiamate “il Sessantotto”).


Dagli anni Ottanta la società di massa si trasforma in “villaggio globale”, grazie anche a una straordinaria crescita dei mezzi di informazione e comunicazione. Tutto ciò, però, provoca anche la percezione di una realtà frammentata e il venir meno delle certezze.

Nella “condizione postmoderna” (descritta da Jean-François Lyotard) vengono delegittimate le “grandi narrazioni” (le prospettive storiche e filosofiche che hanno ispirato credenze e valori della cultura occidentale) e si rinuncia al concetto di verità assoluta: si può solo osservare il presente e la sua molteplicità rinunciando, con un senso di liberazione, a darne una visione totalizzante.

VERIFICA

Rispondi alle domande


1. Che cosa si intende per “guerra fredda”?

 


2. Parlando di storia italiana, a che cosa si riferisce l’espressione “seconda Repubblica”?

 

I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento ad oggi