Non chiederci la parola

Non chiederci la parola


di Eugenio Montale, da Ossi di seppia

In una delle poesie più celebri del Novecento italiano, Montale definisce la sua poetica per via negativa.

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato.


Ah l’uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,

e l’ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!


Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

DENTRO IL TESTO

METRO: quartine di varie forme metriche


Questa lirica è posta da Montale in apertura della sezione “ossi brevi”. è dunque in qualche modo il manifesto del suo messaggio (ciò che “oggi possiamo dirti”) concretizzato nell’immagine di «qualche storta sillaba e secca come un ramo».

VERIFICA

Rispondi alle domande


1. Che cosa si può chiedere al poeta?

  • La chiave per interpretare la realtà. 
  • La definizione di cosa non è e cosa non vuole.

2. Fra le immagini seguenti, indica quali sono dei, “correlativi oggettivi”:

  • il croco nel prato polveroso. 
  • l’uomo che cammina sicuro. 
  • la formula che apre il mondo. 
  • il ramo secco e storto.

I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento ad oggi