Lavandare
di Giovanni Pascoli, da Myricae
di Giovanni Pascoli, da Myricae
La scena autunnale rappresentata nella poesia è la proiezione di uno stato d’animo e di una condizione interiore del poeta. Le prime due strofe descrivono un paesaggio malinconico mentre l’ultima è la cantilena cantata dalle donne che lavano i panni.
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi, che pare
dimenticato, tra il vapor leggiero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene.
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese.
metro: Madrigale, formato da 2 terzine e 1 quartina di endecasillabi.
Il madrigale è una composizione lirica composta da endecasillabi (in numero variabile) divisi in piccole strofe. Spesso è usata per temi popolari.
In un giorno autunnale, il poeta contempla un paesaggio campestre e sente i rumori e il canto di alcune lavandaie che lavano sulle rive di un canale. Pascoli trascrive nell’ultima strofa un loro canto che riguarda il lamento di una donna abbandonata dall’amato.
L’aratro abbandonato, il campo arato solo a metà e solitario, senza buoi e senza uomini rimandano a un’idea di mancanza e di attesa rassegnata. L’autunno della natura allude a una sofferenza esistenziale.
I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento ad oggi