I saperi fondamentali di letteratura - volume 3

il simbolismo e l’estetismo

Il Decadentismo in Europa si esprime in due tendenze: il Simbolismo, che riguarda soprattutto la poesia, e l’Estetismo, che riguarda soprattutto la narrativa.

Il Decadentismo è contemporaneo al Naturalismo francese e al Verismo italiano.


Il Simbolismo è presente soprattutto in Francia ed è caratterizzato dalla contestazione del realismo e dall’uso di un linguaggio ricco di simboli, che rimandano ad altro.


I poeti simbolisti rifiutano la poesia come “discorso” logico e retorico; usano accostamenti liberi di parole; sperimentano una disarticolazione della sintassi e un linguaggio allusivo in cui il suono prevale sul significato.


L’Estetismo è legato alla ricerca di emozioni raffinate che nascono dal bello e soprattutto dall’arte. Il termine nasce in Inghilterra, per riferirsi a esperienze di autori accomunati dal gusto del bello e da una concezione della vita come opera d’arte.


Gli artisti che aderiscono all’estetismo esibiscono atteggiamenti raffinati e anticonformisti, in opposizione allo stile di vita borghese. I maggiori esponenti sono Oscar Wilde in Inghilterra, Joris-Karl Huysmans in Francia e Gabriele d’Annunzio in Italia.

il decadentismo in italia

Nel panorama letterario italiano i maggiori autori sono: Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio (di cui si parlerà in seguito) e Antonio Fogazzaro.
 

Nei libri di Fogazzaro sono rappresentate l’instabilità nei rapporti sentimentali e familiari e le pulsioni dell’eros, che sfidano le regole e le convenzioni della società. Il romanzo che meglio esprime la natura decadente della sua poetica è Malombra (1881).

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      giovanni pascoli

la vita

Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna (oggi San Mauro Pascoli). La sua infanzia è segnata da una tragedia che segnerà il corso della sua vita: il padre viene ucciso da una fucilata mentre torna a casa e il colpevole non sarà mai individuato. Altri gravi lutti familiari si aggiungono negli anni successivi.


Pascoli studia all’Università di Bologna, dove si lega a movimenti socialisti, partecipa a proteste studentesche e viene arrestato. Una volta assolto, abbandona per sempre l’attività politica; del suo ideale socialista gli rimane l’attenzione per gli umili.


Dopo la laurea insegna Lettere latine e greche nei licei. Nel frattempo chiama a vivere con sé le sorelle Ida e Maria, ricostruendo così un ambiente familiare di cui sente sempre più la mancanza, un «nido» che lo protegga dal mondo e dalle sue stesse paure.


Nel 1891 pubblica la sua prima raccolta poetica, Myricae. Il 1895 è per Pascoli un anno di svolta: la sorella Ida si sposa, gettandolo nella disperazione per quello che gli appare un tradimento. Quello stesso anno compra la casa di Castelvecchio, in Garfagnana, dove abiterà per il resto della vita con la sorella Maria. In quegli anni inizia a insegnare all’università: Bologna, poi Messina, Pisa e ancora Bologna, dove succede a Carducci nella cattedra di Letteratura italiana. Muore nel 1912.

i temi

I temi dominanti della poetica di Pascoli vanno ricercati nella sua biografia, nel dolore che ha attraversato la sua esistenza e nei lutti familiari che lo hanno reso indifeso di fronte al mistero della realtà e della morte.

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«Il nido» degli affetti familiari

Per difendersi da tutto questo dolore, Pascoli cerca rifugio nel tempo sereno dell’infanzia, negli affetti familiari, negli ambienti più intimi che ricostruisce nella realtà e nella poesia incarnandoli in un’immagine ricorrente: il «nido», luogo chiuso e protetto, luogo di pace da custodire gelosamente contro le minacce del mondo.

Il fanciullino

Pascoli definisce il senso della sua riflessione poetica in uno scritto intitolato Il fanciullino (1897). L’idea centrale di quest’opera è che in ogni individuo sopravvive (anche nell’età adulta) un fanciullo che osserva il mondo e «vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta». Il poeta sa ascoltare e trascrivere la voce di questa parte infantile e irrazionale dell’uomo, e la sua poesia diventa la voce che svela la verità nascosta nel mistero delle cose.

le opere

Nell’analisi delle sue opere bisogna tenere presente che Pascoli considera le sue opere maggiori come dei contenitori aperti, a cui rimette mano e che crescono nel tempo in nuove edizioni rimaneggiate. Dopo Myricae, raccolta che lo rivela come poeta, pubblica:

  • i Poemetti (1897), in cui celebra la natura, vista come realtà salvifica rispetto alla civiltà industriale;
  • i Canti di Castelvecchio (1903), in cui la dolorosa evocazione del passato si accompagna allo sguardo malinconico sull’ambiente e il mondo esterno;
  • i Poemi conviviali (1904), incentrati su personaggi storici e mitologici del mondo antico, immersi però nel clima culturale del Decadentismo.

Gli ultimi anni della sua vita, sono in parte dedicati alla poesia civile, in cui raccoglie l’eredità di Carducci.

Pascoli è anche un apprezzato e originale poeta latino, oltre che autore di saggi critici dedicati soprattutto a Dante.

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myricae

Myricae è una raccolta di poesie, pubblicata per la prima volta nel 1891 con solo 22 componimenti. Poi nelle successive edizioni arriva a contenere fino a 156 liriche.


La composizione di Myricae dura quasi tutta la vita di Pascoli, e questo testimonia l’importanza che quest’opera riveste nel suo percorso letterario.

I TEMI

Il titolo della raccolta deriva da un verso di Virgilio: «Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili  tamerici»; il nome è scelto da Pascoli per indicare gli argomenti umili e quotidiani che sono trattati nell’opera.


La maggior parte delle poesie presenta scene di campagna e rappresentazioni non idealizzate di una natura vista come fonte di consolazione. Spesso sono presenti bambini, il più delle volte infelici, nel cui destino si riflettono le sofferenze del poeta e le sue paure di fronte al male presente nel mondo, la cui fonte è l’uomo.

Altro tema ricorrente è quello della morte, vista con sgomento, ma allo stesso tempo occasione di comunicazione con i defunti della propria famiglia.

La realtà rappresentata è solo apparentemente familiare, ma è assai misteriosa e osservata con stupore infantile.

lo stile

Alla semplicità dei temi corrisponde uno stile, che mostra:

  • vocaboli della tradizione letteraria (danteschi e  aulici), che vengono dalla formazione classica del poeta;
  • termini “pre-grammaticali” (cioè estranei alla grammatica) come le  onomatopee;
  • sintassi spezzata, cioè frasi ridotte all’essenziale;
  • strutture metriche tradizionali ma rivisitate con effetti musicali e ritmici delle frasi e delle pause.

I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
I saperi fondamentali di letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento ad oggi