Meriggiare pallido e assorto (E. Montale)

Lavoriamo sui testi

Analizziamo insieme

Eugenio Montale

(Genova 1896-Milano 1981)

Meriggiare pallido e assorto

  • Tratto da Ossi di seppia, 1925
  • Metro quattro strofe di endecasillabi, decasillabi e novenari. Le rime, spesso imperfette, seguono lo schema AABB CDCD EEFF GHGGH

L’io lirico si aggira in un calcinato paesaggio pomeridiano, dai tratti tipicamente liguri: il sole accecante investe la campagna, in cui risuonano i versi delle cicale e il canto dei merli, mentre il mare tremola all’orizzonte. La natura finisce così per riflettere l’insensatezza arida della condizione umana.

 Asset ID: 115886 (let-audlet-meriggiare-pallido-e-a270.mp3

Audiolettura

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d’orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi.

5      Nelle crepe del suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

10    lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia

sentire con triste meraviglia

15    com’è tutta la vita e il suo travaglio

in questo seguitare una muraglia

che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


Eugenio Montale, Ossi di seppia, a cura di P. Cataldi e F. d’Amely, Mondadori, Milano 2003

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
Poesia e teatro