Ecco ch’un’altra volta (I. di Morra)

Lavoriamo sui testi

Analizza tu

Isabella di Morra

(Valsinni, Matera, 1520-1546)

Ecco ch’un’altra volta

  • Tratto da Rime di diversi illustri signori napoletani, e d’altri nobilissimi intelletti, 1552
  • Metro sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDC DCD

La sventurata poetessa Isabella di Morra passa gran parte della vita reclusa nel castello di Favale, sperduto in una ripida valle della Basilicata. Abbandonata dal padre, costretto all’esilio per motivi politici, la giovane rimane in balia della crudeltà dei fratelli, che finiranno per darle la morte, punendola per una presunta relazione clandestina con un poeta. In questo sonetto struggente e disperato gli elementi di un paesaggio tetro e inospitale sono chiamati a condividere il dolore della donna.

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Audiolettura

Ecco ch’un’altra volta, o valle inferna,

o fiume alpestre, o ruinati sassi,

o ignudi spirti di virtude e cassi,

4      udrete il pianto e la mia doglia eterna.


Ogni monte udirammi, ogni caverna,

ovunque io arresti, ovunque io mova i passi;

ché Fortuna, che mai salda non stassi,

8      cresce ognor il mio mal, ognor l’eterna.


Deh, mentre ch’io mi lagno e giorno e notte,

o fere, o sassi, o orride ruine,

11    o selve incolte, o solitarie grotte,


ulule e voi, del mal nostro indovine,

piangete meco a voci alte interrotte

14    il mio più d’altro miserando fine.


Isabella di Morra, in Poesia italiana del Cinquecento, a cura di G. Ferroni, Garzanti, Milano 1978

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Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.


a) La visione del paesaggio conforta e lenisce il terribile dolore dell’io lirico.

  •   V       F   

b) Il fiume citato nella poesia esiste solo nella mente della poetessa.

  •   V       F   

c) Il paesaggio descritto nel sonetto è particolarmente aspro e inospitale.

  •   V       F   

d) Il dolore non cessa mai di tormentare la protagonista e, inoltre, si fa via via più intenso con il passare del tempo.

  •   V       F   

e) Gli abitanti della valle inferna sono poveri e rozzi.

  •   V       F   

f) L’io protagonista chiede ad animali ed elementi naturali di essere lasciato solo con la sua sofferenza.

  •   V       F   


2. Riassumi il contenuto di ciascuna strofa.


1a  

2a  

3a  

4a  

ANALIZZARE E INTERPRETARE

3. Nel sonetto di Isabella di Morra, il lessico è in maggioranza

  • A basso, perché, a differenza che nei componimenti della tradizione, si parla di un paesaggio sgradevole, ripido e a tratti terrificante. 
    B medio, perché Isabella di Morra usa termini colloquiali e lontani da eccessi di espressività. 
  • C alto, perché la poetessa impiega termini tipici della tradizione letteraria, come quelli del v. 3. 
  • D alto, come si evince, per esempio, dall’uso dei vocaboli volta (v. 1), pianto (v. 4) e interrotte (v. 13). 


4. Sottolinea nel testo tutti i termini afferenti al campo semantico della sofferenza.


5. Che tipo di sintassi caratterizza la seconda quartina?

  • A Iterativa, perché diversi elementi verbali vengono ripetuti, creando un effetto percussivo. 
    B Franta, per l’abbondanza di periodi brevi. 
  • C Legata, per la presenza di numerose virgole. 


6. Il termine ulule (singolare ulula) al v. 12 (sono possibili più risposte)

  • A denota un uccello rapace notturno con corpo tozzo, grandi occhi rotondi e becco corto e adunco. 
    B denota un dolore terribile e senza soluzione. 
  • C connota fedeltà, amicizia, solarità. 
  • D connota sventura, cattiva sorte, sofferenza lamentosa. 

 >> pagina 63 

PRODURRE

7. Scrivere per raccontare.  Immedesimati nel personaggio di Isabella di Morra e scrivi una pagina di diario dopo un giorno di reclusione passato nel castello di Favale. Insieme al resoconto dei monotoni eventi quotidiani, prova a rendere anche la tormentata emotività della donna, divisa tra desiderio di fuga e disperata rassegnazione al proprio destino. Nella tua descrizione devi inserire i seguenti termini (massimo 15 righe):


• vetrata • pietre • costa • onore • carnefice.


8. Scrivere per descrivere. Descrivi brevemente i seguenti paesaggi che – similmente a quelli rappresentati nel sonetto – sono inospitali, desolati e ostili (massimo 8 righe per ciascuno):


a) un cimitero di elefanti (usa i termini deserto, biancheggiare, arido, affiorare);

b) una miniera di carbone abbandonata (usa i termini carrello, pala, buio, metallico);

c) un luna park spettrale (usa i termini spezzato, scivolare, ruggine, intrico);

d) un’antica città sepolta nel deserto (usa i termini polvere, grigio, colonna, arco).


9. Scrivere per esprimere. Prova a “ribaltare” il sonetto di Isabella di Morra, descrivendo un paesaggio idilliaco in cui la poetessa possa esprimere appieno la gioia di un amore corrisposto.

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
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Poesia e teatro