L’autore
Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 da famiglia borghese. Nell’infanzia segue il padre, medico, che presta servizio in varie città italiane. Dopo essere stato espulso dal Collegio Ghislieri di Pavia a causa di una satira oltraggiosa da lui scritta contro le donne del luogo, si trasferisce a Padova, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ai codici preferisce la scrittura per il teatro, che lo appassiona. I primi grandi successi, come Arlecchino servitore di due padroni (1745), lo convincono ad abbandonare la professione di avvocato e consacrarsi all’arte. Fino ai primi anni Sessanta lavora in teatri veneziani, dove vanno in scena capolavori scritti in dialetto o in italiano, come La bottega del caffè (1750), La locandiera (1753), Il campiello (1756), che soppiantano le farse tradizionali affidate a maschere come Arlecchino, Pantalone, Pulcinella, fondate sull’improvvisazione. Sempre più celebre in Italia e all’estero, nel 1762 si sposta a Parigi, dove diventa precettore delle figlie del re Luigi XV e appronta diverse commedie in francese, lingua nella quale scrive anche le proprie Memorie (1784-1787). Ridotto in miseria dalla Rivoluzione, che cancella la pensione reale di cui gode, muore nel 1793.