Un inguaribile avaro (Molière)

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Molière

(Parigi 1622-1673)

Un inguaribile avaro

  • Tratto da L’avaro
  • Titolo originale L’Avare ou l’École du mensonge, 1668
  • Lingua originale francese

L’avaro di Molière (pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin) è una commedia in cinque atti, composta a Parigi nel 1668. Il protagonista, Arpagone, è un anziano vedovo attaccatissimo al denaro, divorato dall’ossessione di custodire e aumentare il suo patrimonio. Agli inizi della commedia, la sua incredibile avarizia entra in contrasto con i progetti matrimoniali dei due figli. Nella scena III dell’atto I – riportata di seguito – si assiste a un movimentato scambio di battute tra Arpagone e Freccia, il servo del figlio. Il vecchio accusa ingiustamente il servo di furto, rivelando la sua tipica, comica e incontrollabile ansia di proteggere il proprio tesoro.

 Asset ID: 115914 (let-audlet-un-inguaribile-avaro-m550.mp3

Audiolettura

Atto I

Scena III

Arpagone, Freccia.

arpagone Fuori di qui, subito, e senza una parola!
Via, sgomberare1 da casa mia, ladro patentato,
pendaglio da forca.2

5      freccia Mai visto niente di più pestifero di questo
vecchio maledetto. Sono sicuro, dio liberi!, che
questo ha il diavolo in corpo.

ARPAGONE Borbotti fra i denti.

freccia Perché mi scacciate?

10    ARPAGONE E hai anche il coraggio di chiedermelo,
furfante? Fuori, di corsa, prima che ti ammazzi.

FRECCIA Che cosa vi ho fatto?

ARPAGONE Mi hai fatto che qui non ti voglio.

FRECCIA Il mio padrone, vostro figlio, mi ha ordinato 

15    di aspettarlo.

ARPAGONE E tu vai ad aspettarlo in strada; e non qui,
a casa mia, piantato lì come un palo, a stare attento
a tutto quel che succede, e a approfittare di
tutto. Non voglio avere continuamente davanti a 

20    me una spia dei miei affari; un traditore, con quei
due occhi maledetti che insidiano3 tutti i miei gesti,
che divorano tutto quello che possiedo, e che
frugano dappertutto a vedere se c’è qualcosa da
rubare.

25    FRECCIA Come diavolo volete che si faccia a rubarvi
qualcosa? Vi par d’essere una persona derubabile,
voi, che tenete tutto chiuso via, e state di sentinella4
giorno e notte?

ARPAGONE Io chiudo via tutto quello che mi pare e 

30    piace, e faccio la sentinella finché ne ho voglia.
Eccolo: visto, lo spione che sta attento a tutto
quel che faccio? (a parte) Io tremo, che abbia sospettato
qualcosa dei miei soldi. (ad alta voce)
Tu sei capace di mettere in giro la chiacchiera 

35    che io, qui in casa, ho dei soldi nascosti: vero?

FRECCIA Avete dei soldi nascosti?

ARPAGONE No, furfante, non ho detto questo. (a parte)
Divento matto. (ad alta voce) Mi domando se
per caso, pettegolo come sei, non andrai in giro a 

40    dire che ce n’ho.

FRECCIA Ah, che cosa importa che ne abbiate o non
ne abbiate, quando per noi è lo stesso?

ARPAGONE Sputi sentenze,5 eh? Te le faccio sputare io
dalle orecchie. (alza la mano per dargli uno schiaffo)

45    Vattene di qui, per l’ultima volta.

FRECCIA Va bene: me ne vado.

ARPAGONE Un momento. Non mi porti via niente?

FRECCIA Che cosa volete che vi porti via?

ARPAGONE Vieni qui, fa’ vedere. Mostrami le mani.

50    FRECCIA Eccole.

ARPAGONE Le altre.

FRECCIA Le altre?

ARPAGONE Sì.

FRECCIA Eccole.

55    ARPAGONE Hai messo niente lì dentro?

FRECCIA Guardate voi.

ARPAGONE (tasta la parte bassa dei calzoni di Freccia)
Questi calzoni gonfiati sembrano fatti apposta
per nascondere roba rubata. Quello che li ha inventati

60    doveva essere impiccato.

FRECCIA Ah, se uno così non si meriterebbe tutto
quello che teme! E la voglia che avrei, di
derubarlo!

ARPAGONE Eh?

65    FRECCIA Cosa?

ARPAGONE Che cos’è che parli di derubare?

FRECCIA Dico che frughiate bene dappertutto, per vedere
se vi ho derubato.

ARPAGONE È quello che voglio fare. (fruga nelle tasche 

70    di Freccia)

FRECCIA La peste che gli prenda, all’avarizia e a tutti
gli avari!6

ARPAGONE Come? Cosa dici?

FRECCIA Cosa dico?

75    ARPAGONE Sì: che cos’è che stai dicendo, di avarizia e
di avari?

FRECCIA Dico che gli prenda la peste, all’avarizia e a
tutti gli avari.

ARPAGONE E di chi intendi parlare?

80    FRECCIA Degli avari.

ARPAGONE E chi sarebbero questi avari?

FRECCIA Dei vecchi spilorci e degli usurai.7

ARPAGONE E a chi intenderesti alludere?

FRECCIA Ma di che cos’è che vi preoccupate?

85    ARPAGONE Mi preoccupo di quello che mi pare e piace.

FRECCIA Credete per caso che volessi alludere a voi?

ARPAGONE Io credo quel che mi pare e piace; ma voglio
sapere con chi è che ce l’hai quando dici
quello che hai detto.

90    FRECCIA Ce l’ho… ce l’ho col berretto che ho in testa.

ARPAGONE E se ce l’avessi anch’io, col berretto che hai
in testa?

FRECCIA Vorreste impedirmi di parlar male
dell’avarizia?

95    ARPAGONE No, voglio impedirti di parlare a vanvera e
di dire insolenze.8 Sta’ zitto.

FRECCIA Io non faccio nomi.

ARPAGONE Un’altra parola, e ti strozzo.

FRECCIA Chi ha orecchie per intendere, intende.

100 ARPAGONE Vuoi stare zitto?

FRECCIA Sì, per forza.

ARPAGONE Ah, ah!

FRECCIA  (mostrandogli una delle tasche del proprio giustacuore)9 
Guardate: un’altra tasca. Siete contento?

105 ARPAGONE Su, tiralo fuori senza farti perquisire.

FRECCIA Che cosa?

ARPAGONE Quel che m’hai preso.

FRECCIA Io non vi ho preso un bel niente.

ARPAGONE Sicuro?

110 FRECCIA Sicuro.

ARPAGONE Addio: vattene al diavolo.

FRECCIA Ringrazio per il cortese congedo.

ARPAGONE Se non altro, ce l’avrai sulla coscienza.
(esce Freccia)| Quello è un furfante di servitore 

115 che mi dà molto fastidio: un cane d’uno storpio
che proprio non mi piace vedermi intorno.


Molière, L’avaro, trad. di U. Dèttore, Rizzoli, Milano 1981

Come continua

I due figli di Arpagone, Elisa e Cleante, vogliono sposare i loro amati, rispettivamente Valerio e Mariana. Valerio è un nobiluomo napoletano, che per stare vicino a Elisa si finge di umili origini e lavora come servitore di Arpagone; Mariana, invece, è una donna dagli scarsi mezzi finanziari, che vive nei paraggi insieme alla madre malata. Poco prima che Elisa e Cleante rivelino al padre le loro intenzioni, Arpagone li informa di aver preso importanti provvedimenti: egli stesso sposerà la giovane Mariana, mentre Elisa diventerà la moglie di Anselmo, un facoltoso cinquantenne. Si scatena, così, una serie di situazioni comiche e ingarbugliate, basate sul gioco del detto e non detto, e sul conflitto tra i diversi obiettivi dei protagonisti. Arpagone vuole che le nozze di Elisa si celebrino la sera stessa: i giovani, così, si vedono costretti ad agire con rapidità, elaborando una strategia per evitare l’imminente matrimonio. Tra sospetti, equivoci, furti e impensati riconoscimenti, il lieto fine sarà assicurato proprio giocando sull’inguaribile taccagneria del vecchio.

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
Poesia e teatro