T2 - Piove (G. Apollinaire)

T2

Guillaume Apollinaire

Piove

  • Tratto da Calligrammi, 1918
  • Lingua originale francese
  • Metro versi liberi
  • calligramma
L’autore

Wilhelm Apollinaris de Kostrowitzky, meglio noto come Guillaume Apollinaire, nasce a Roma nel 1880 da una nobildonna polacca e da un ex ufficiale dell’esercito borbonico. Dopo aver trascorso la gioventù con la madre in varie località della Costa Azzurra, abbandona gli studi nel 1902 e si stabilisce a Parigi, dove stringe amicizia con Picasso, Marinetti e molti altri intellettuali, venendo a contatto con le più moderne tendenze artistiche e letterarie. Nel 1910 Apollinaire pubblica la raccolta di novelle fantastiche , ma è con la raccolta poetica Alcools (1913) che si impone come una delle voci più importanti della sua generazione. Seguono molte opere, fra le quali Il poeta assassinato (1916), prose e memorie ispirate all’esperienza nella Grande guerra, alla quale partecipa come volontario. Gravemente ferito alla testa torna a Parigi, dove pubblica le poesie di Calligrammi (1918), pochi mesi prima di morire per un attacco di febbre spagnola.

Apollinaire evoca in forma di pioggia ricordi dolorosi e insieme esaltanti di amori ormai perduti, dando loro evidenza visiva e sonora.

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Audiolettura

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a TU per TU con il testo

La pioggia è come i ricordi: a volte meravigliosa, a volte insopportabile. E come i ricordi arriva spesso inattesa, quando avremmo altro da fare. Ma i rovesci creano un’atmosfera propizia per evadere dalla routine e prenderci una pausa, riflettere, fare i conti con il nostro passato. Una tazza calda nelle mani, gli occhi sui vetri rigati dalle gocce, il pensiero chissà dove, a inseguire i nostri fantasmi. Sono i momenti in cui ci rendiamo conto che qualcosa è finito davvero, ci piaccia o no. Sarà un bene? Sarà un male? La poesia di Apollinaire non scioglie il dilemma, ambivalente come la pioggia che può accompagnare la primavera, oppure preannunciare l’arrivo dell’inverno.

Analisi  attiva 

Nella raccolta poetica Calligrammi (1918) Apollinaire inserisce molte poesie dall’originale aspetto tipografico: i versi si dispongono a forma di cuore, colomba, ventaglio, cravatta, orologio, mandolino, garofano, fontana, Tour Eiffel o, appunto, pioggia. Un calligramma – scrisse al proposito il poeta stesso – è «un insieme di segno, disegno e pensiero. Rappresenta la via più corta per esprimere un concetto e per obbligare l’occhio ad accettare una visione globale della parola scritta». Il poeta si fa così “pittore”. In questa scelta dovette giocare non solo l’amore di Apollinaire per l’arte, ma anche la sua profonda conoscenza delle avanguardie culturali del tempo, come il Cubismo e il Futurismo, che insistevano sulla correlazione fra immagini e parole, proponendo quadri costruiti tramite collage di articoli giornalistici, o tavole parolibere.

Come gli altri calligrammi, Piove chiede di essere osservato, prima che letto. È composto da cinque righe di testo che si distendono così da suggerire l’immagine della pioggia all’osservatore, che identificherà in ogni lettera una goccia. Alla visione, atto simultaneo che ci consente di abbracciare con uno sguardo l’intero componimento, segue il momento della lettura: sebbene il poeta abbia totalmente abolito i segni d’interpunzione, risulta naturale procedere da sinistra verso destra, leggendo le cinque righe in successione. I nessi logici appaiono subito labili, per cui viene la tentazione di abbandonarsi al puro piacere dei suoni: niente di male, ma subentra poi la necessità di ragionare sui significati veicolati dal componimento.


1. Come sono posizionate le righe di testo sulla pagina? (sono possibili più risposte)

  • A In orizzontale. 
    B In verticale. 
  • C A distanza regolare. 
  • D A distanza irregolare. 
  • E Hanno lunghezza identica. 
  • F Hanno lunghezza diversa.

L’attacco (piovono) si ricollega direttamente al titolo. Un riferimento alla pioggia è presente in tutti i versi, ma presto il lettore si rende conto che il testo intende descrivere lo stato d’animo del poeta: è questo il paesaggio perturbato dalle precipitazioni. La tecnica fondamentale alla quale Apollinaire si affida, qui come in tutta la sua opera poetica, è l’analogia. Punto di partenza sono le voci di donne, che piovono come fossero goccioline nella mente del poeta, recando con sé il ricordo di meravigliosi incontri.

Il terzo verso propone un’ardita metafora, che assimila le nubi a cavalli imbizzarriti; il loro nitrito è la pioggia, dalla quale scaturisce tutto un universo di città auricolari: si risveglia cioè un turbine di suoni che riporta il poeta al passato.


2. A quale ricordo il poeta assimila il rumore della pioggia che cade?


3. Questo ricordo appare però indistinto, non molto chiaro: da quale affermazione lo capiamo?


4. L’immagine dei meravigliosi incontri che piovono rimanda a un’idea di

  • A ordine. 
    B casualità. 
  • C certezza. 
  • D incertezza. 


5. Quale caratteristica potrebbero avere le città auricolari?

  • A Avere ampi viali e giardini. 
    B Essere ricche di monumenti. 
  • C Essere rumorose e caotiche. 
  • D Avere edifici alti e moderni.

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All’insistenza sull’aspetto visivo si somma l’insistenza su quello sonoro, ribadita dal riferimento a una musica, antica in quanto canta del mal d’amore, una sofferenza che da sempre gli uomini provano. Gli ultimi due versi sono accomunati dall’anafora di ascolta, con la quale il poeta si rivolge a se stesso. Il legame fra pioggia e pianto, nell’originale presente anche a livello sonoro (Il pleut, pleurent), si fa esplicito. Come sul piano formale Apollinaire aggiorna un vecchio espediente, il calligramma, così sul piano dei contenuti riprende il motivo intramontabile della pioggia che – favorendo l’affluire dei ricordi – porta alle lacrime. La meditazione non conduce però a una nostalgica elegia, o alla gioia per l’azione del tempo che lava via i ricordi. Le voci delle amanti perdute accendono nel poeta sentimenti ambivalenti: rimpianto e sdegno al tempo stesso. Caduti i legami che trattengono in alto e in basso, il poeta è ora libero di muoversi in ogni direzione: ma quale sarà il prossimo passo?


6. A che cosa potrebbe riferirsi la metafora della antica musica?

  • A Alla gradevole sonorità della pioggia che cade. 
    B Alla sofferenza provocata dall’amore. 
  • C Alla nostalgia della giovinezza.
  • D Al pensiero del tempo che passa. 


7. In accordo con il contesto in cui è inserito, qual è il corretto significato del termine sdegno?

  • A Stato di turbamento e di ansia angosciosa. 
    B Ricordo nostalgico e dolente. 
  • C Risentimento, disprezzo. 
  • D Sensazione di meraviglia e sorpresa. 


8. A chi si rivolge, oltre che a se stesso, il poeta negli ultimi due versi? Che cosa invita a fare?

Laboratorio sul testo

COMPETENZE LINGUISTICHE

9. La punteggiatura. Prova a riscrivere l’intero componimento in forma sequenziale, aggiungendo la punteggiatura dove ritieni necessario e ripristinando le lettere maiuscole dopo gli eventuali punti fermi.

PRODURRE

10. Scrivere per esprimere. Scrivi anche tu, imitando Apollinaire, un calligramma che abbia uno di questi titoli:


• Alba • Guerra • Nevica • Amicizia

LETTERATURA E NON SOLO: SPUNTI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

STORIA DELL’ARTE

Soprattutto nei primi decenni del Novecento, alcuni movimenti artistici (Futurismo, Dadaismo, Surrealismo) hanno cercato di superare le barriere fra le arti mescolando scrittura e pittura. Con l’aiuto dell’insegnante, svolgi una ricerca su questi movimenti.

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
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Poesia e teatro