L’autore
Salvatore Quasimodo nasce a Modica, in Sicilia, nel 1901. Il lavoro del padre, capostazione, costringe la famiglia a ripetuti spostamenti nell’isola. Nel 1919 si trasferisce a Roma, per iscriversi alla facoltà di Agraria, ma presto abbandona l’università. Per vivere cambia diversi lavori, sino al 1926, quando viene assunto dal ministero dei Lavori pubblici come geometra. È a Reggio Calabria, Firenze, Imperia e dal 1934 a Milano, dove intreccia amori turbinosi. Nel frattempo pubblica le prime raccolte poetiche, Acque e terre (1930) e Oboe sommerso (1932), con le quali si impone all’attenzione come uno degli interpreti principali della corrente detta Ermetismo, caratterizzata da una tendenza all’oscurità e da uno stile prezioso e allusivo. Nel 1938 lascia l’impiego e lavora come giornalista e traduttore (sua un’importante versione di Lirici greci). Nel 1941 ottiene la cattedra di Letteratura italiana al Conservatorio di Milano. Antifascista, vive momenti difficili sino alla Liberazione. Negli anni Cinquanta la sua fama si consolida a livello internazionale, tanto che nel 1959 riceve il premio Nobel per la Letteratura. Muore a Napoli nel 1968.