T3 - Perché scrivere poesie (R.M. Rilke)

T3

Rainer Maria Rilke

Perché scrivere poesie

  • Tratto da Lettere a un giovane poeta, 1929
  • Lingua originale tedesco

Il 17 febbraio 1903, da Parigi, lo scrittore austriaco Rainer Maria Rilke (1875-1926) scrisse un’intensa lettera a un giovane che gli aveva inviato i suoi primi tentativi poetici, chiedendogli se fosse il caso di insistere o lasciar perdere.

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Audiolettura

Voi mi domandate se i vostri versi siano buoni.1 Lo domandate a me. L’avete prima
domandato ad altri. Li spedite a riviste. Li paragonate con altre poesie e v’inquietate
se talune redazioni rifiutano i vostri tentativi. Ora (poiché voi m’avete permesso di
consigliarvi) vi prego di abbandonare tutto questo. Voi guardate fuori, verso l’esterno 

5      e questo soprattutto voi non dovreste fare. Nessuno vi può consigliare e aiutare,
nessuno. C’è una sola via. Penetrare in voi stesso. Ricercate la ragione che vi chiama
a scrivere; esaminate s’essa estenda le sue radici nel più profondo luogo del vostro
cuore, confessatevi se sareste costretto a morire, quando vi si negasse di scrivere.
Questo anzitutto: domandatevi nell’ora più silenziosa della vostra notte: devo io 

10    scrivere? Scavate dentro voi stesso per una profonda risposta. E se questa dovesse
suonare consenso,2 se v’è concesso affrontare questa grave domanda con un forte e
semplice “debbo”, allora edificate la vostra vita secondo questa necessità. La vostra
vita fin dentro la sua più indifferente e minima ora deve farsi segno e testimonio3 di
quest’impulso. Poi avvicinatevi alla natura. Tentate come primo uomo al mondo4 

15    di dire quello che vedete e vivete e amate e perdete. Non scrivete poesie d’amore;
evitate all’inizio le forme troppo correnti e abituali: sono esse le più difficili, ché
occorre una grande e già matura forza a dar qualcosa di proprio dove si offrono in
gran numero buone tradizioni, anzi splendide in parte.5 Perciò salvatevi dai motivi
generali in quelli che la vostra vita quotidiana vi offre;6 raffigurate le vostre tristezze, 

20    e nostalgie, i pensieri passeggeri e la fede in qualche bellezza, raffigurate tutto
questo con intima, tranquilla, umile sincerità e usate, per esprimervi, le cose che vi
circondano, le immagini dei vostri sogni e gli oggetti della vostra memoria. Se la
vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l’accusate; accusate voi stesso, che non
siete assai7 poeta da evocarne la ricchezza; ché per un creatore non esiste povertà né 

25    luoghi poveri e indifferenti.8

Perciò, egregio signore, io non vi so dare altro consiglio che questo: penetrare in
voi stesso e provare le profondità in cui balza la vostra vita; alla sua fonte troverete voi
la risposta alla domanda se dobbiate creare. Accoglietela come suona, senza perdervi
in interpretazioni. Forse si dimostrerà che siete chiamato all’arte. Allora assumetevi 

30    tale sorte e portatela, col suo peso e la sua grandezza, senza mai chiedere il compenso,
che potrebbe venir fuori.

Ma forse anche dopo questa discesa in voi stesso e nella vostra solitudine dovrete
rinunciare a divenire poeta (basta, come ho detto, sentire che si potrebbe vivere
senza scrivere, per non averne più il diritto). Ma anche allora questa immersione, di 

35    cui vi prego, non sarà stata invano. La vostra vita di lì innanzi troverà senza dubbio
vie proprie, e che vogliano essere buone, ricche e vaste, questo io ve lo auguro più
che non possa dire.


Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta, trad. di L. Traverso, Adelphi, Milano 1980

 >> pagina 20 

a TU per TU con la poesia

Forse qualche volta anche tu hai sentito l’impulso di scrivere poesie. Magari ci hai anche provato, e le hai fatte circolare fra gli amici, per avere un parere, un consiglio, un incitamento. Prima che agli altri, però, dovresti chiederti: perché scrivere versi? Che cosa cerchi, che cosa trovi in questo esercizio? O forse no. Forse non ci hai mai provato, nella convinzione che non valga la pena di soffermarti sulla tua vita, e che l’ambiente che ti circonda non meriti quest’impegno. Errore. Tutti i mari nascondono perle, e la poesia consente di tuffarsi come un palombaro nei propri abissi, per recuperarle. Potrai comprenderti meglio, riconoscere gli errori del passato, imparare a convivere con i tuoi limiti, placare i demoni interiori o semplicemente sentirti meno solo. Ne vale la pena.

Leggere e scrivere poesia

Giovanni Berchet

“Tutti gli uomini, da Adamo in giù fino al calzolaio che ci fa i begli stivali, hanno nel fondo dell’anima una tendenza alla poesia.”


Gustave Flaubert

“Un tempo si credeva che lo zucchero si estraesse solo dalla canna da zucchero, ora se ne estrae quasi da ogni cosa; lo stesso per la poesia, estraiamola da dove vogliamo, perché è dappertutto.”


Alda Merini

“La casa della poesia non avrà mai porte.”


Leonard Cohen

“La poesia è la prova della vita. Se la tua vita arde, la poesia è la cenere.”

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume B
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Poesia e teatro