Notte raminga e fuggitiva lanciata veloce lungo le
strade d’Emilia a spolmonare1 quel che ho dentro,
notte solitaria e vagabonda a pensierare2 in auto
verso la prateria, lasciare che le storie riempiano
5 la testa che così poi si riposa, come stare sulle
piazze a spiare la gente che passeggia e fa salotto
e guarda in aria, tante fantasie una sopra e sotto
all’altra, però non s’affatica nulla. Correre allora,
la macchina va dove vuole, svolta su e giù dalla
10 via Emilia incontro alle colline e alle montagne
oppure verso i fiumi e le bonifiche e i canneti. Poi
tra Reggio e Parma lasciare andare il tiramento
di testa3 e provare a indovinare il numero dei bar,
compresi quelli all’interno delle discoteche e dei
15 dancing all’aperto ora che è agosto e hanno alzato
persino le verande per godersi meglio le zanzare e il
puzzo della campagna grassa e concimata. Lungo la
via Emilia ne incontro le indicazioni luminose e intermittenti,
i parcheggi ampi e infine le strutture di
20 cemento e neon violacei e spot arancioni e grandi
fari allo iodio che si alzano dritti e oscillano avanti
e indietro così che i coni di luce si intrecciano alti
nel cielo e pare allora di stare a Broadway o nel
Sunset Boulevard4 in una notte di quelle buone con
25 dive magnati produttori e grandi miti.
Pier Vittorio Tondelli, Opere, a cura di F. Panzeri, Bompiani, Milano 2000