Poseidone e compagni (R. Carver)

Lavoriamo sui testi

Analizza tu

Raymond Carver

(Clatskanie, Oregon, 1938-Port Angeles, Washington, 1988)

Poseidone e compagni

  • Titolo originale Poseidon and Company, 1963
  • Lingua originale inglese
  • racconto

In questo breve racconto di Carver, Poseidone, il possente dio greco del mare, è ritratto come un fanciullo che scorrazza sulla spiaggia. L’autore inventa una versione personale e scanzonata del mito, riportando all’infanzia i suoi seriosi protagonisti. Niente poteri cosmici o inevitabili destini degli eroi: la guerra di Troia diventa una scaramuccia sulla battigia; il dio, un monello riflessivo e la sua arma – il leggendario tridente – un bastone da passeggio.

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Audiolettura

Non vedeva niente ma d’improvviso una folata1 più forte gli spruzzò sul volto
l’alito umido del mare, facendolo trasalire. Aveva sognato ancora. A forza di
gomiti si trascinò sul bordo della roccia che sovrastava la spiaggia e alzò il viso
verso il largo. Il vento lo investì in pieno facendogli lacrimare gli occhi. Laggiù 

5      altri ragazzi giocavano alla guerra, ma le loro voci giungevano remote e diluite
e cercò di non prestarvi attenzione. Ben presto furono coperte dalle strida dei
gabbiani che volavano dove il mare tempestava di frastuono gli scogli sotto il
tempio. Il tempio di Poseidone. Si risdraiò a pancia in giù e voltò appena il viso
da una parte, in attesa.

10    Il sole gli scivolò via dalla schiena e un brivido gli percorse gambe e spalle.
Quella sera a letto, avvolto nelle coperte, avrebbe ricordato quei pochi minuti
in cui aveva sentito intensamente il tempo che passava, il giorno che finiva.
Era diverso dal trovarti nella grotta della Naiade,2 sulle colline, mentre qualcuno
lo teneva per mano sotto il flusso costante dell’acqua che scaturiva da 

15    una fenditura della roccia. Dicevano che quell’acqua scorresse così da chissà
quanto tempo. Era diverso anche dal camminare nella risacca3 fino alle ginocchia,
sentendo la strana forza della corrente. Anche quella era una sensazione
del tempo, ma non la stessa. Quella gliela avevano spiegata, gli avevano detto
quando avventurarsi nell’acqua e quando star lontano dalla spiaggia. Questa, 

20    invece, era una cosa tutta sua e ogni pomeriggio si sdraiava a pancia in giù sulla
roccia sopra il mare e aspettava quella transizione, la formicolante avanzata del
tempo sulla sua schiena.

Ad alta voce, assaporando la salsedine sulle labbra, recitò al vento alcune strofe,
nuovi versi che aveva imparato la sera prima. Certe parole gli piacevano e se le 

25    arrotolava di continuo sulla lingua. Dalla spiaggia sentì Aiace4 inveire contro un
altro ragazzo e invocare uno degli dèi. Era vero quello che gli uomini dicevano
sugli dèi? Ricordava ogni canzone udita, ogni storia tradizionale recitata la sera
attorno al fuoco, e ricordava pure quelle vere raccontate da chi le aveva vissute.
Eppure aveva sentito gente che parlava degli dèi con disprezzo, perfino con scetticismo, 

30    perciò ormai era difficile sapere in cosa credere. Un giorno se ne sarebbe
andato da lì e avrebbe cercato di scoprirlo da solo. Sarebbe andato oltre i monti,
fino in Eritrea, dove arrivavano le navi dei mercanti. Magari sarebbe perfino riuscito
a salire su una di quelle e avrebbe seguito la sua rotta, verso i luoghi di cui
aveva sentito tanto parlare.

35    Dal basso ora giungevano più forti le grida e, a tratti, sullo sfondo del cozzare5
dei bastoni contro gli scudi, anche i singhiozzi di uno dei ragazzi. Si alzò in ginocchio
per ascoltare meglio e barcollò alla cieca, in preda a una vertigine di idee
e di ricordi, mentre il vento della sera portava fino a lui le voci rabbiose. Sentiva
Achille6 che strillava più forte di tutti mentre le due bande correvano avanti e indietro 

40    lungo la spiaggia. Poi sentì chiamare anche il suo nome e si rimise subito
giù per non farsi vedere. Sua sorella lo chiamò ancora, stavolta più vicina. Ora i
passi erano alle sue spalle e lui si sedette in un attimo, ormai scoperto.

«Eccoti, finalmente!» disse la sorella. «Sono dovuta venire fin quassù per trovarti!
Perché non sei tornato a casa? Non fai mai quello che ti si dice». Si avvicinò. 

45    «Dammi la mano!».

Sentì le mani della ragazza afferrare le sue e tirarlo. «No!» gridò tutto tremante.
Si liberò con uno strattone, e con il bastone che a volte chiama Lancia7 si avviò a
tentoni lungo il sentiero.

«Be’, vedrai tu, mocciosetto che ti credi già grande!» gli disse lei. «Per te s’avvicina 

50    la resa dei conti, l’ha detto la mamma».


Raymond Carver, Poseidone e compagni, in Tutti i racconti, a cura di G. Nocera, Mondadori, Milano 2005

 >> pagina 79 

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. All’inizio del racconto il protagonista

  • A si è addormentato sugli scogli, durante una burrasca. 
    B guarda il mare in burrasca dagli scogli. 
  • C guarda il mare in burrasca dalla prua di una nave. 
  • D gioca sulla spiaggia mentre il mare è in burrasca. 


2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, poi correggi quelle che ritieni false.


a) Il protagonista ama trovarsi nell’acqua o vicino a essa.

  •   V       F   

b) Il protagonista è arrivato casualmente sulla riva del mare.

  •   V       F   

c) Il protagonista ama la poesia, le storie e le canzoni.

  •   V       F   

d) Il protagonista sa di essere un dio.

  •   V       F   

e) Il protagonista non vuole mai rientrare a casa, la sera.

  •   V       F   

 >> pagina 80 

ANALIZZARE E INTERPRETARE

3. In quale momento della giornata si svolge il racconto? Che importanza riveste all’interno della trama?


4. Il primo paragrafo del racconto (rr. 1-9) contiene

  • A una sequenza narrativa. 
    B una sequenza narrativo-riflessiva. 
  • C una sequenza descrittiva. 
  • D una sequenza mista. 


5. Quella sera a letto, avvolto nelle coperte, avrebbe ricordato quei pochi minuti in cui aveva sentito intensamente il tempo che passava, il giorno che finiva (rr. 11-12). Rispetto al trattamento del tempo narrativo, il brano appena riportato contiene

  • A un’analessi, perché il tempo del racconto si ferma, lasciando spazio al tempo della storia. 
    B una prolessi, segnalata dall’uso del trapassato prossimo e dall’indicatore spaziale (nelle coperte). 
  • C una prolessi, segnalata dall’indicatore temporale (Quella sera) e dal condizionale passato (avrebbe ricordato), e un’analessi, segnalata dal trapassato prossimo (aveva sentito). 
  • D il culmine della tensione (Spannung), dovuto all’intensità con cui Poseidone percepisce lo scorrere del tempo. 


6. Questa, invece, era una cosa tutta sua e ogni pomeriggio si sdraiava a pancia in giù sulla roccia sopra il mare e aspettava quella transizione, la formicolante avanzata del tempo sulla sua schiena (rr. 19-22). L’azione descritta nel brano – a cui Poseidone tiene particolarmente – ha una frequenza

  • A progressiva, perché la sensazione non si esaurisce in un momento definito, ma si prolunga anche fin dopo il tramonto. 
    B singolativa, perché l’evento è unico e si verifica in un lasso di tempo determinato, che coincide con il tramonto del sole. 
  • C singolativa, per la tipica presenza del tempo passato (si sdraiava a pancia in giù). 
  • D iterativa, perché l’evento si ripete in maniera abituale, come mostrano l’indicatore temporale (ogni pome­rig­gio) e l’uso dell’imperfetto (si sdraiava a pancia in giù). 


7. Riconosci tutti i flashback presenti nel testo, sottolineandone le spie linguistiche.

PRODURRE

8. Scrivere per raccontare. Scrivi un breve seguito del racconto (massimo 15 righe), immaginando le reazioni di Poseidone dopo il rimprovero della sorella. Prima di cominciare, decidi se far tornare a casa il protagonista – magari spinto dal rimorso nei confronti dei familiari – o lasciarlo scorrazzare liberamente nei pressi della costa. Sviluppa l’intreccio a partire dalla tua scelta, utilizzando le seguenti parole: distanza, salsedine, viscido, corrente, correre. Inserisci anche un’ellissi e un flashback.


9. Scrivere per raccontare. Racconta una giornata tipo di un dio o di una dea greca a tua scelta (massimo 20 righe), ispirandoti alle prerogative del dio che hai scelto (Zeus, il dio del cielo e del tuono; Artemide, la dea della caccia; Ares, il dio della guerra; Atena, la dea della saggezza, e così via). La narrazione deve includere un dialogo con un mortale e l’uccisione di un mostro e/o una metamorfosi (il dio che cambia forma, trasformandosi per esempio in un animale). Utilizza almeno tre tipologie diverse di sequenza, due tecniche relative alla durata e almeno un evento con frequenza iterativa.


10. Scrivere per descrivere. Immagina di vagare in una località marina che – in una fredda giornata invernale – viene colpita da una bufera di neve. Descrivi i cambiamenti del paesaggio, soffermandoti anche sulle impressioni soggettive che suscita (riflessioni, emozioni, cambi di umore ecc.) (massimo 15 righe). Nel testo dovrai inserire i seguenti termini:


• lieve • tremolante • superficie • battigia • verdastro.

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume A
L’emozione della lettura - edizione gialla - volume A
Narrativa