L’Iliade e l’Odissea, tuttavia, documentano anche una realtà storica successiva, che è quella dei cosiddetti “secoli bui” del Medioevo ellenico, il periodo compreso tra il XII e il IX secolo a.C., così chiamato a causa del forte declino politico ed economico della Grecia che seguì al crollo della civiltà micenea. L’epoca in cui vive Omero o, meglio, l’epoca in cui inizia la redazione scritta dei poemi, cioè l’VIII secolo a.C., è però di qualche secolo posteriore alla fine dei regni micenei e non coincide neppure con il Medioevo ellenico, rispetto al quale presenta una significativa novità: l’introduzione in Grecia della scrittura alfabetica, originaria della Fenicia.
Questo significa che in quel lungo periodo, compreso tra il XII e l’VIII secolo a.C., i poeti continuarono a cantare le stesse gesta conservandone aspetti arcaici ormai desueti. Tra questi ricordiamo, per esempio, l’uso del bronzo invece del ferro, introdotto successivamente, e l’impiego del carro da guerra, che nell’Iliade serve solo a condurre il guerriero sul luogo dello scontro, mentre in età micenea era un mezzo essenziale della battaglia.
Tuttavia, nonostante la generale tendenza della poesia orale, greca e non solo, a conservare temi e forme tradizionali, in virtù del prestigio conferito dalla loro arcaicità, spesso le informazioni storiche ricavabili dai poemi sono riferibili più utilmente al Medioevo ellenico che all’età micenea: la relativa modestia della casa di Odisseo a Itaca, per esempio, dimostra un notevole regresso economico rispetto allo splendore dei palazzi micenei.
Pertanto, in genere oggi si tende a riconoscere la coesistenza di tre diversi livelli storici e culturali nei poemi omerici, ciascuno a suo modo documentato: l’età micenea, il Medioevo ellenico e l’VIII secolo a.C., l’epoca in cui sarebbe vissuto Omero.