60 «Un professore in pensione, si chiamava Corrado Militello», fece l’agente alla
guida. «Abita dopo la vecchia stazione».
La casa del fu professor Militello sorgeva sì dopo la vecchia stazione, ma in aperta
campagna. Prima che Montalbano oltrepassasse la soglia, Mimì Augello, che quella
matina gli era pigliata di voler parere il primo della classe,26 l’informò.
65 «Il professore aveva passato l’ottantina.27 Viveva solo, non si era mai maritato.28
Da una decina d’anni non niscìva29 più da casa. Ogni matina veniva una cammarèra,30
la stessa da trent’anni, quella che l’ha trovato morto e ci ha telefonato. La
casa è fatta così: al piano di sopra ci sono due grandi càmmare31 da letto, due bagni
e un cammarìno.32 Al piano terra un salotto, una piccola sala da pranzo, un bagno e
70 uno studio. È lì che l’hanno ammazzato. Pasquano33 è all’opera».
Nell’anticamera, la cammarèra, assittata in pizzo a una seggia,34 piangeva in silenzio,
muovendo il busto avanti e narrè.35 Il corpo del professor Corrado Militello
giaceva riverso sulla scrivania dello studio. Il dottor Pasquano, il medico legale, lo
stava esaminando.
75 «L’assassino», disse Mimì Augello, «ha voluto sadicamente36 spaventare il professore
prima d’ammazzarlo. Talìa qua: ha sparato al lampadario, alla libreria, a quel
quadro, mi pare che sia una riproduzione del Bacio di Velasquez…».37
«Hayez», corresse stancamente Montalbano.
«… alla finestra e l’ultimo colpo l’ha riservato a lui. Un revolver, non ci sono
80 bossoli».
«Non perdiamoci nel conteggio dei colpi» intervenne il dottor Pasquano. «Sono stati
cinque, d’accordo, ma ha macari sparato al busto di Wagner,38 che è di bronzo,
la pallottola ha rimbalzato e ha pigliato in piena fronte il professore,
ammazzandolo».
85 Augello non replicò.
Nel camino, una montagna di carta incenerita. Montalbano s’incuriosì, spiò con
gli occhi al suo vice.
«La cammarèra m’ha detto che da due giorni stava a bruciare lettere e fotografie»,
rispose Augello. «Le teneva in questo baule qua che ora è vacante».39
90 Evidentemente Mimì Augello si trovava in una di quelle giornate nelle quali, se
si metteva a parlare, non si fermava manco40 a cannonate.
«La vittima ha aperto all’assassino, non c’è traccia d’effrazione.41 Sicuramente lo
conosceva, si fidava. Uno di casa. Sai che ti dico, Salvo? Da qualche parte sbucherà
un nipotuzzo42 che da troppo tempo stava ad aspettare l’eredità e ha perso la pazienza,
95 si è scassato la minchia.43 Il vecchio era ricco, case, terreni edificabili».
Montalbano non lo stava a sèntiri,44 era perso darrè ricordi di pellicole poliziesche
inglesi. Fu così che fece una cosa che aveva già visto fare in uno di questi film: si
calò verso il camino, infilò una mano dintra45 la cenere, tastiò.46 Ebbe fortuna, sotto
le dita gli venne un quadratino spesso, di cartoncino. Era un frammento di fotografia,
100 grande quanto un francobollo. Lo taliò e provò una scossa elettrica. Mezzo volto
di donna, ma come non riconoscere quegli occhi?
«Trovato niente?», spiò Augello.
«No», disse Montalbano. «Senti, Mimì, occupati tu di tutto, io ho da fare. Salutami
il giudice, quando arriva».