T3 - La libertà della lettura (V. Woolf)

T3

Virginia Woolf

La libertà della lettura

  • Tratto da Come dobbiamo leggere un libro?
  • Titolo originale How Should One Read a Book?, 1926
  • Lingua originale inglese

Quanto è libero un lettore dinanzi a un testo? Davvero non ci sono leggi in questo campo? Come non farsi scoraggiare dall’enorme quantità di libri che ci aspettano sugli scaffali? La scrittrice e critica inglese Virginia Woolf (1882-1941) prova a rispondere a queste domande.

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In primo luogo, voglio mettere in rilievo l’interrogativo alla fine del mio titolo.1 Anche
se io potessi rispondere alla domanda, per quanto mi riguarda, questa risposta
servirebbe soltanto a me, e non a voi. Infatti il solo consiglio che si può dare sulla
lettura è quello di non seguire nessun consiglio, bensì il proprio istinto; fare uso 

5      della propria ragione, trarre le proprie conclusioni. Se siamo d’accordo su questo,
allora mi sentirò più libera di esprimere qualche idea e suggerimento, sapendo che
non nuoceranno a quell’indipendenza che è la qualità più importante del lettore.
Dopo tutto, chi può stabilire delle leggi sui libri? Non c’è dubbio che la battaglia
di Waterloo2 ebbe luogo in un dato giorno; ma si può dire che Amleto sia migliore 

10    di Re Lear?3 Nessuno potrebbe dirlo. Ciascuno deve deciderlo da sé. Riconoscere
un’autorità, per quanto grave sia il suo aspetto, sulla nostra biblioteca; lasciarci dire
come leggere, che cosa leggere, che valore assegnare a ciò che leggiamo, sarebbe
distruggere quello spirito di libertà che è l’essenza di simili santuari. In qualunque
altro luogo possiamo essere soggetti a leggi e a convenzioni; ma lì non ce ne sono.

15    Se mi perdonate tuttavia questo luogo comune, dirò che per godere la libertà bisogna
sapere controllarsi. Non dobbiamo scialacquare4 le nostre forze, disorientati e
ignoranti; spruzzare dell’acqua per tutta la casa quando vogliamo innaffiare una sola
rosa; dobbiamo piuttosto impiegare quelle forze accuratamente e vigorosamente,
nel punto esatto. Questa è forse una delle prime difficoltà in cui ci imbattiamo non 

20    appena entrati in una biblioteca. Qual è il “punto esatto”? A prima vista c’è soltanto
una confusione, una folla, un mucchio disordinato di libri. Poesie e romanzi, libri
di storia e di memorie, vocabolari e diari; libri scritti in tutte le lingue, da uomini
e donne di ogni carattere, razza, età, si ammucchiano negli scaffali. E fuori l’asino
raglia, le donne chiacchierano presso la fontana, i puledri galoppano per i campi. 

25    Da dove cominciare? Come possiamo far ordine in questo affollato caos, per poter
trarre da ciò che leggiamo il piacere più profondo e più ampio possibile?

Sarebbe abbastanza semplice dire che poiché i libri si dividono in categorie –
romanzi, biografia, poesia – dobbiamo separarli, e prendere di ciascuna categoria
ciò che essa può darci. Eppure sono poche le persone che chiedono ai libri ciò che 

30    essi ci possono dare. Di solito ci avviciniamo ai libri con confuse e contraddittorie
intenzioni; chiediamo al romanzo di essere vero, alla poesia di essere falsa,5 alla
biografia di essere lusinghiera, alla storia di difendere i nostri pregiudizi. Abolire
tutti questi preconcetti quando leggiamo, quello sarebbe un ammirevole inizio.
Non date ordini al vostro scrittore; cercate di diventare lui stesso. Siate il suo compagno 

35    di lavoro e il suo complice. Se conservate il distacco, e fate le obiezioni e le
critiche prima di leggerlo, non siete più in grado di trarre tutto il profitto possibile
di ciò che leggete. Ma se aprite al massimo la vostra mente, certi segni e accenni
di una sottigliezza quasi impercettibile, fin dalla struttura e dal giro delle prime
frasi, vi metteranno in contatto con un essere umano diverso da tutti gli altri.

40    Immergetevi in questa diversità, cercate di conoscerla meglio, e presto scoprirete
che il vostro scrittore vi dà, o cerca di darvi, qualcosa di assai più definito.6 I trentadue
capitoli di un romanzo – se consideriamo prima di tutto come dobbiamo
leggere un romanzo – sono un tentativo di creare qualcosa di meno congegnata e
controllata di un edificio: ma le parole sono più intangibili7 dei mattoni; leggere 

45    è un processo più lungo e complicato di quello di guardare. Forse la maniera più
sbrigativa di riuscire a capire gli elementi di ciò che un romanziere fa o vuol fare
è, non appunto leggere, bensì scrivere; sperimentare personalmente i pericoli e le
difficoltà delle parole. Ricordate dunque qualche evento che vi abbia lasciato una
chiara impressione: forse due persone che parlavano all’angolo della strada. Un 

50    albero si scuoteva; un lampione elettrico ballava; il tono della conversazione era
comico, ma anche tragico; tutta una visione, una intera concezione, sembra racchiudersi
in quel momento.

Ma quando cercate di ricostruirlo con parole, scoprite che si spezza in mille impressioni
contraddittorie. Alcune devono essere messe a tacere, altre in risalto; e in 

55    questo processo è probabile che l’emozione stessa sfugga completamente al vostro
controllo. Poi, dalle vostre cartelle8 confuse e disordinate, volgete lo sguardo alle
pagine iniziali di qualche grande romanziere: Defoe, Jane Austen o Thomas Hardy.9
Ora sarete in grado di apprezzare meglio la loro abilità.


Virginia Woolf, Come dobbiamo leggere un libro?, in Saggi, prose e racconti, a cura di N. Fusini, Mondadori, Milano 1998

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a TU per TU con la lettura

Ognuno di noi, nella propria testa, si crea una scala di valori sulla base delle esperienze e dei gusti personali: si tratti di scarpe, smartphone, pizzerie, calciatori o cantanti. La lettura non fa eccezione. Certo, l’Ulisse di James Joyce è un capolavoro straordinario, ma a te e a tanti altri può anche non dire nulla. E così per molti altri libri che hanno segnato la storia della letteratura mondiale: capita anche di non riuscire a finirli. Se nella vita sociale dobbiamo osservare cortesia e buone maniere, con un libro è più facile essere sinceri: non mi piace? Nessun dramma, nessuna ipocrisia: basta chiuderlo e avanti un altro.

A scuola però non sei tu a scegliere i testi da leggere, e spesso ti tocca anche analizzarli. Non c’è niente di strano in questo. Come scrive Virginia Woolf, per godere la libertà bisogna sapere controllarsi (rr. 15-16). Perché spruzzare dell’acqua per tutta la casa quando vogliamo innaffiare una sola rosa (rr. 17-18)? Padroneggiare la scrittura non è facile: se si vuole capirlo basta seguire il consiglio della scrittrice inglese, e provare a riferire per iscritto una situazione che abbiamo vissuto. Difficilmente riusciremo a costruire una scena efficace; a volte, anzi, fatichiamo persino a trovare le parole. Ma anche padroneggiare la lettura non è un dono naturale: come in tutte le arti serve un apprendistato, l’aiuto di un esperto in grado di guidarti. Nel corso dell’anno incontrerai testi entusiasmanti, altri che ti lasceranno tiepido, altri che non ti piaceranno proprio. Benissimo. Questa antologia, e il lavoro con il docente, serve appunto ad affinare il gusto, a capire meglio le predilezioni personali. Sarai così in grado di indirizzarti verso gli autori più vicini alla tua sensibilità, e viceversa di evitare gli errori. Tieni conto però che i “no” di oggi potranno diventare i “sì” di domani. Tante volte ti capiterà di rivedere un film, o rileggere un libro che non t’è piaciuto, pensando come sia stato possibile. Naturalmente vale anche il contrario: un libro, un film, un cantante che oggi ti entusiasmano domani ti lasceranno indifferente, e magari arrossirai quando qualcuno ti ricorderà la grande passione che avevi per…

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LEGGERE PERCHÉ

Virginia Woolf

“Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine.”


Franz Kafka

“Un libro deve essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.”


Marguerite Yourcenar

“I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito.”


Proverbio arabo

“Un libro è un giardino che puoi custodire in tasca.”

L’emozione della lettura - edizione gialla - volume A
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Narrativa