osserva
Livia, magistrae grata discipula es → sii, Livia
Puellae, bonae discipulae este → siate, ragazze
Discipula, magistram ama → ama, allieva
Discipulae magistram amate → amate, allieve
Magister, discipulos mone → ammonisci, maestro
Magistri, discipulos monēte → ammonite, maestri
Puer, Phaedri fabulas lege → leggi, ragazzo
Pueri, Phaedri fabulas legĭte → leggete, ragazzi
Discipule, magistri praecepta audi → ascolta, allievo
Discipuli, magistri praecepta audite → ascoltate, allievi
Discipule, librum cape → prendi, allievo
Discipuli, libros capĭte → prendete, allievi
Le forme verbali evidenziate sono le voci dell’imperativo (dal verbo imperare, “comandare”), che in latino ha due tempi, presente e futuro:
- l’imperativo presente ha solo la 2a persona singolare e plurale;
- l’imperativo futuro, raro e usato solo nelle sentenze, nei proverbi e nelle leggi, ha la 2a e la 3a persona singolare e plurale.
Nell’imperativo presente della terza coniugazione, la vocale tematica della 2a persona plurale è ĭ.
Nelle frasi in cui c’è un imperativo può esserci anche il complemento di vocazione, che indica la persona (l’animale o la cosa) a cui è rivolto il discorso.
Negli esempi corrispondono al complemento di vocazione: Livia, Puellae, Discipula, Discipulae, Magister, Magistri, Puer, Pueri, Discipule, Discipuli.
Come puoi vedere, questo complemento morfologicamente è identico al nominativo, tranne che per il singolare dei nomi in -us della seconda declinazione, che al vocativo presentano la desinenza -e (discipule).