La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili
e determinate, dentro e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate, forme
che si muovono in mezzo ad altre immobili, e che però possono seguire il flusso
della vita, fino a tanto che, irrigidendosi man mano, il movimento, già a poco a
5 poco rallentato, non cessi. Le forme, in cui cerchiamo d’arrestare, di fissare in noi
questo flusso continuo, sono i concetti, sono gli ideali a cui vorremmo serbarci
coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo
a stabilirci. Ma dentro di noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, e che è la
vita in noi, il flusso continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi
10 imponiamo, componendoci una coscienza, costruendoci una personalità. In certi
momenti tempestosi, investite dal flusso, tutte quelle nostre forme fittizie crollano
miseramente; e anche quello che non scorre sotto gli argini e oltre i limiti, ma che
si scopre a noi distinto e che noi abbiamo con cura incanalato nei nostri affetti, nei
doveri che ci siamo imposti, nelle abitudini che ci siamo tracciate, in certi momenti
15 di piena straripa e sconvolge tutto.
Vi sono anime irrequiete, quasi in uno stato di fusione continua, che sdegnano
di rapprendersi, d’irrigidirsi in questa o in quella forma di personalità. Ma anche
per quelle più quiete, che si sono adagiate in una o in un’altra forma, la fusione è
sempre possibile: il flusso della vita è in tutti.
20 E per tutti però può rappresentare talvolta una tortura, rispetto all’anima che si
muove e si fonde, il nostro stesso corpo fissato per sempre in fattezze immutabili.
Oh perché proprio dobbiamo essere così, noi? – ci domandiamo talvolta allo specchio,
– con questa faccia, con questo corpo? – Alziamo una mano nell’incoscienza;
e il gesto ci resta sospeso. Ci pare strano che l’abbiamo fatto noi. Ci vediamo vivere.