La prima volta che gli accadde dopo la raccomandazione di Francesca1 di dover
recarsi da Annetta senza apportare2 una sola pagina di scritto, quantunque venisse
accolto da Annetta col solito gentile sorriso, temette ch’ella nascondesse l’ira di cui
aveva parlato Francesca e, punto3 rassicurato, credette di esser congedato improvvisamente
5 e per sempre. Nella paura non gli bastò di dire una scusa ma parlò del
suo molto da fare, poi di un suo male di testa e persino di notizie inquietanti che
aveva ricevute da casa sulla salute di sua madre e che gli toglievano la quiete necessaria
per lavorare. Annetta lo stava a udire con l’aspetto di grande partecipazione,
e ciò commosse profondamente Alfonso. Era avvilito di doversi scusare come uno
10 scolaretto dove avrebbe voluto poter parlare altrimenti, e fu tale avvilimento che
gli cacciò agli occhi delle lagrime, attribuite da Annetta alla sua preoccupazione per
la salute della madre.
Per Annetta Alfonso dovette essere divertente quella sera più del solito. Dopo
di aver parlato delle tante cause che gli avevano impedito di lavorare al romanzo,
15 egli era passato a parlare del suo desiderio di dedicarsi a quel lavoro e poi
ad asserire che la sua occupazione prediletta era di pensare, meditare per quella
bellissima opera. Per la prima volta, non costretto adulava, ma era il momento
in cui avrebbe fatto anche monete false per assicurarsi l’amicizia di Annetta. Descrisse
le sue occupazioni alla banca e non avendo il coraggio di lagnarsi con la
20 figliuola del signor Maller del lavoro bancario in generale, si lagnò che ancora
non gli si affidava quel lavoro a cui egli credeva di avere diritto, più intelligente
e più libero.
«Vuole che ne parli a papà?», chiese Annetta molto commossa. «Ella4 infatti
avrebbe diritto ai lavori più difficili».
25 Egli non aveva preveduto tale offerta che sommamente gli dispiacque. Protestò
che non voleva approfittare della buona amicizia di Annetta per ottenere protezione.
Già una raccomandazione non bastava a rompere l’ordine gerarchico della
banca, mentre a lui toglieva parte delle sue illusioni su quelle serate. Annetta volle
sapere quali fossero queste illusioni.
30 «Quando sono qui», rispose Alfonso, «non voglio rammentarmi che di essere
suo amico e letterato. Per ora non sono altro».
Annetta lo ringraziò.
«Ella dunque si diverte qui, se ne potrebbe essere sicuri?».
Passava a un tono più leggero di molto e Alfonso non se ne accorse subito,
35 tutto occupato a rendere Annetta sicura ch’egli in quella casa sempre si divertiva.
Era stata una frase detta da Annetta in buona fede credendola molto cortese,
ma bastò a procurare ad Alfonso parecchie ore di agitazione. Era cortese, ma tanto
presto ella aveva dimenticato di aver visto piangere un uomo da non sapergli dire
che quella frasuccia da conversazione? Egli non sapeva veramente perché quella
40 frase gli sembrasse offensiva e per capirlo gli bisognò pensarci a lungo. Intanto
provava un immenso malcontento di sé, quasi avesse rimorso per un’azione malvagia
o ridicola. Egli aveva pianto ed ella s’era trovata in dovere di dirgli una parola
gentile! C’era tale differenza fra l’importanza dei due fatti, ch’egli si vergognava di
aver sparso quelle lagrime. Una donna che avesse provato un briciolo di affetto per
45 lui avrebbe pianto con lui.
Era una bella serata dall’aria fredda ma calma e un cielo fosco con poche stelle.
Egli rimase a lungo sulla via sentendosi incapace di trovar quiete in una stanza. Per
la seconda volta ebbe il desiderio di rompere la sua relazione con Annetta e sempre
per lo sconforto che lo invadeva, quando nella grande amicizia da essa dimostratagli
50 trapelava l’immensa sua freddezza e indifferenza. Erano sorprese dolorose che
lo scotevano dal vivere inerte più in un’abitudine che in un’idea o in uno scopo,5 e
analizzava allora questo scopo, sorpreso di non esser vissuto più conformemente
ad esso oppure di vederlo sotto tutt’altra luce, di trovarsi altrettanto lontano dal
raggiungerlo quanto prima gli era sembrato di esserci vicino. Era una passione
55 invincibile la sua da esporsi a tanti affanni per soddisfarla? Neppure al principio
della sua relazione con Annetta aveva sentito tanto chiaramente che il suo amore
era stato aumentato dalle ricchezze che circondavano Annetta, una specie di
adornamento che abbelliva la bella figura come la legatura6 un diamante. Se ne
rammentava ancora! Prima di conoscere la grazia e la bellezza di Annetta, lo aveva
60 agitato, commosso il saperla figliuola di Maller, ed era stato da quell’agitazione e
da quella commozione ch’era nato il sentimento ch’egli chiamava amore.
Ma a quale scopo tale analisi? Egli s’era accorto della differenza che correva fra
il suo modo di sentire e quello di coloro che lo contornavano e credeva consistesse
nel prendere lui con troppa serietà le cose della vita. Quella era la sua sventura!
65 Valeva la pena di arrovellarsi a quel modo per trovare un’uscita da un viluppo che
naturalmente doveva svolgersi da sé? Se Annetta lo amava, egli aveva, è ben vero,
molto da guadagnare, la sua vita ne sarebbe stata mutata; se non lo amava, nulla
aveva da perdere.
Volle essere calmo, ma naturalmente i ragionamenti non lo liberarono né dai
70 dubbi né dall’agitazione. Servirono a non fargli prendere risoluzioni7 alle quali lo
avrebbe portato il suo carattere tanto turbato nelle situazioni esitanti, indecise, e
lo salvarono dall’analisi dei propri istinti e del proprio carattere. Lo faceva soffrire
il conoscersi.