La descrizione del melograno fiorito e la vitalità cromatica che unisce i colori dell’albero e dei fiori (verde e vermigli, con significativa allitterazione della v) sono bruscamente interrotte dalle due strofe finali, in cui le notazioni tattili (terra fredda, v. 13) e i colori (terra negra, v. 14) esprimono a livello sensoriale la trasformazione della terra rigogliosa in terra nera, un colore dal chiaro significato sepolcrale.
Anche il ritmo, prima fluido e scorrevole, suggerisce la sofferenza della privazione della gioia, facendosi franto e scandito: la serie di anafore costruite su coppie di monosillabi poste in posizione enfatica, all’inizio dei versi (prima del pronome personale tu, vv. 9 e 11; poi di sei ne la terra, vv. 13 e 14; quindi di né, vv. 15 e 16), sigilla con la forza di un disperato singhiozzo lo stato d’animo del poeta, che tenta invano di stabilire un dialogo con il figlioletto e scopre, attraverso il proprio dolore, l’insopprimibile verità della morte che incombe su tutti gli esseri umani.