Gli uccelli nel cinema
Nel 1966 Pier Paolo Pasolini gira un film che potrebbe essere definito una "favola filosofica”: Uccellacci e uccellini, interpretato da Totò e Ninetto Davoli e da un corvo parlante. Agli attori il regista affida la parte di un padre e un figlio vaganti per le periferie di Roma, accompagnati dal corvo parlante che incarna un petulante ideologo marxista («un intellettuale di sinistra», precisa Pasolini, «di prima della morte di Palmiro Togliatti»). Il corvo incalza Totò e Ninetto con mille domande ed esasperanti, noiosissimi discorsi, tanto che alla fine i due, stanchi delle sue chiacchiere saccenti, lo uccidono e se lo mangiano.
Volatili decisamente terrificanti sono quelli del film Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock (1899- 1980), uno dei capolavori del regista inglese, tratto da un racconto della scrittrice, anch’essa inglese, Daphne du Maurier (1907-1989): torme di corvi e gabbiani assediano una cittadina della California, provocando un improvviso ribaltamento del tradizionale rapporto uomo-natura e costringendo gli abitanti a lasciare le proprie case e a fuggire per non essere uccisi.