T13 - Galline

T13

Galline

In questo madrigale viene descritto un autunno sereno, diversamente da quanto accade in altre poesie di Pascoli che mostrano l’aspetto triste e malinconico di questa stagione. Il poeta esprime qui la gaia animazione della vita di campagna con un’efficacissima vivacità di immagini.


Metro Madrigale, formato da 2 terzine e 1 quartina di endecasillabi con schema di rime ABA CBC DEDE.

Al cader delle foglie, alla massaia

non piange il vecchio cor, come a noi grami:

ché d’arguti galletti ha piena l’aia;


e spessi nella pace del mattino

5      delle utili galline ode i richiami:

zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.


Cantano a sera intorno a lei stornelli

le fiorenti ragazze occhi pensosi,

mentre il granturco sfogliano, e i monelli

10    ruzzano nei cartocci strepitosi.

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Il tono della lirica è disteso, a fronte della stagione autunnale che genera di solito inquietudini e tristezze (Al cader delle foglie, v. 1): la spannocchiatura è un’occasione di festa, l’aia è piena di galletti e galline, il granaio è colmo, il mosto fermenta, le ragazze cantano stornelli e i bambini giocano, rincorrendosi e saltando sulle foglie secche. Un velo di malinconia affiora però al v. 8: le ragazze sono sì fiorenti, ma nel loro sguardo si coglie una certa pensosità (ragazze occhi pensosi è un costrutto classicheggiante di richiamo omerico, un accusativo alla greca). È come se questo particolare increspasse la candida superficie del componimento e l’apparente serenità della scena, rendendola meno prevedibile e introducendo un elemento vago e misterioso. Quale pensiero minaccia la tranquillità delle ragazze? che cosa le preoccupa? Non ci è dato saperlo, possiamo solo immaginarlo: forse l’amore? Oppure, più in generale, il futuro?

Le scelte stilistiche

La struttura della lirica appare sapientemente calibrata. Mentre le due terzine descrivono gli elementi della natura, la quartina focalizza l’attenzione sulla presenza umana, in particolare sulle ragazze che sfogliano le pannocchie. A loro cede il ruolo di protagoniste la massaia, che campeggiava nella prima quartina e che pure rimane presente al centro del cerchio formato dalle ragazze. La continuità fra le terzine e la quartina viene assicurata dalla ripresa, attraverso un poliptoto e un chiasmo, dello stesso verbo, “cantare”: il vin canta nel tino (v. 6); Cantano a sera intorno a lei stornelli / le fiorenti ragazze (vv. 7-8).

 >> pagina 499

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 La massaia (v. 1) è giovane o anziana? Da che cosa lo deduci?


2 Perché le galline sono dette utili (v. 5)?

Analizzare

3 Individua i vocaboli utilizzati con intento fonosimbolico.


4 Gli aggettivi usati dal poeta si adattano al contesto rustico o appartengono a un registro più elevato? Motiva la risposta.

Interpretare

5 Al v. 2 il poeta parla di sé come parte di una non meglio specificata schiera di grami. In che cosa potrebbe consistere la tristezza o l’infelicità a cui allude?

Produrre

6 Scrivere per confrontare. Conduci un puntuale confronto tra questa poesia e Il sabato del villaggio di Leopardi, individuando analogie e differenze, in un testo espositivo di circa 20 righe.

T14

Lavandare

Il titolo del componimento lascerebbe pensare alla descrizione di un lavoro o di una scena agreste. Qui invece la tessitura sonora e i particolari elencati creano ulteriori suggestioni e alludono a significati simbolici.


Metro Madrigale, formato da 2 terzine e 1 quartina di endecasillabi.

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Audiolettura

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero

resta un aratro senza buoi, che pare

dimenticato, tra il vapor leggiero.


E cadenzato dalla gora viene

5      lo sciabordare delle lavandare

con tonfi spessi e lunghe cantilene.


Il vento soffia e nevica la frasca,

e tu non torni ancora al tuo paese!

quando partisti, come son rimasta!

10     come l’aratro in mezzo alla maggese.

 >> pagina 500 

Analisi ATTIVA

I contenuti tematici

In un giorno autunnale il poeta contempla un paesaggio campestre e percepisce dai rumori la presenza, lungo le rive di un vicino canale, di alcune lavandaie (lavandare è il termine popolare toscano). Sono i tonfi dei panni immersi nell’acqua e sbattuti sulle sponde della gora (v. 4), ma soprattutto il triste canto delle donne, che Pascoli trascrive quasi letteralmente da una raccolta di canti tradizionali marchigiani. Il motivo è tipico di molti stornelli popolari: il lamento di una donna abbandonata dall’amato, che è partito lasciandola sola e sconsolata.


1 Attribuisci un breve titolo a ciascuna delle tre strofe del testo.


Strofa 1  

Strofa 2

 

Strofa 3

 

La rappresentazione è però solo in apparenza descrittiva: essa costituisce la proiezione di uno stato d’animo e di una condizione interiore. Le parole malinconiche della canzone chiariscono infatti il senso simbolico delle immagini presenti nel componimento: l’aratro abbandonato, il campo arato per metà e solitario, senza buoi e senza uomini, e la nebbia leggera rimandano a un’idea di privazione e di mancanza, nonché di attesa rassegnata. L’autunno della natura, ben oltre un semplice intento realistico, sembra alludere a una pena esistenziale.


2 Quale elemento distingue le due parti del campo, quella arata e quella non arata?


3 Che cosa accomuna l’aratro in mezzo al campo e quello della canzone?

 >> pagina 501 

Le scelte stilistiche

Il gioco dei valori fonici delle parole è funzionale alla resa delle immagini meste, oltre che al raggiungimento di suggestivi risultati musicali. Mentre la prima terzina (vv. 1-3) sviluppa impressioni di carattere visivo, scandite mediante lente cadenze e pause forti, che conferiscono ai versi un ritmo malinconico, nella seconda terzina (vv. 4-6) prevalgono le sensazioni uditive, particolarmente sollecitate dall’utilizzo di vocaboli fonosimbolici: cadenzato, gora, sciabordare, lavandare, tonfi spessi, lunghe cantilene. Infine la quartina (vv. 7-10) rovescia l’ordine sensoriale, registrando prima i dati uditivi e poi quelli visivi, e accentua al contempo il tono cantilenante, tipico dei canti popolari.


4 Individua nel testo tutti i termini che afferiscono all’area semantica dei suoni, distinguendoli tra sostantivi e aggettivi.


5 Inserisci nella tabella i vocaboli collegati alla sfera visiva e a quella uditiva.


 Sfera visiva

Sfera uditiva


 


 


 
   
   

Nel complesso tutta la poesia acquista, grazie alle figure retoriche sintattiche e foniche, un andamento lento che sembra riprodurre la ripetitività monotona e un po’ stanca del lavoro delle lavandaie: la presenza di enjambement (pare / dimenticato, vv. 2-3), chiasmi (tonfi spessi e lunghe cantilene, v. 6), allitterazioni (in r e t: resta… aratro, v. 2; in l e n: lunghe cantilene, v. 6), assonanze (aratro… dimenticato, vv. 2-3) e termini onomatopeici (sciabordare, v. 5) alimenta quell’atmosfera di evocazione e sospensione emotiva tipica dell’arte pascoliana.


Fornisci lo schema delle rime.


7 Rintraccia la similitudine presente nel testo e spiega perché essa fornisce la chiave interpretativa dell’immagine iniziale della poesia

Vola alta parola - volume 5
Vola alta parola - volume 5
Il secondo Ottocento