T11 - Orfano

T11

Orfano

Un’anziana donna canta la ninna nanna a un bimbo nella culla, e il mondo di fiaba creato dalla cantilena – un paesaggio fiorito, così diverso dall’atmosfera invernale in cui si svolge la scena – si tramuta nella sicurezza del «nido» familiare.


Metro Rispetto (forma popolare di lirica monostrofica) di endecasillabi con schema di rime ABABCCDD.

Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.

Senti: una zana dondola pian piano.

Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;

canta una vecchia, il mento sulla mano.

5      La vecchia canta: Intorno al tuo lettino

c’è rose e gigli, tutto un bel giardino.

Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.

La neve fiocca lenta, lenta, lenta…

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Il breve componimento sembra quasi una ninna nanna, ma il titolo, Orfano, allude a un tema centrale nella poesia pascoliana, quello del «nido» violato e dell’abbandono. Possiamo ipotizzare che la vecchia e il bambino condividano la perdita di una medesima persona, figlia della prima e madre del secondo.

La serenità del «nido», rappresentata comunque dalla placida compagnia di una voce rassicurante, potrà nascondere infatti solo per poco la reale condizione del bambino ora ignaro, destinato però a conoscere presto il dramma di essere orfano. Tuttavia il motivo doloroso è accennato soltanto nel titolo: per il resto prevalgono i toni di un quadretto raccolto e sereno.

Le scelte stilistiche

Il periodare del testo è di tipo paratattico. La lirica procede infatti per frasi giustapposte, in una perfetta corrispondenza tra sintassi e schema metrico: ogni frase si esaurisce in un solo verso ed è bipartita dalla cesura in due emistichi equivalenti. Da ciò risulta un ritmo lento e cadenzato, monotono come la nevicata e il canto della vecchia, nel chiasmo (canta una vecchia; la vecchia canta) che lega strettamente tra loro i vv. 4 e 5. L’aggettivo lenta (v. 1 e v. 8, qui ripetuto tre volte in epanalessi), usato con valore avverbiale (“lentamente”), incornicia il componimento all’interno di una circolarità ritmica di notevole efficacia.

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 Descrivi gli atteggiamenti dei due personaggi del componimento.

Analizzare

2 Rintraccia le anafore presenti nel testo e spiegane la funzione espressiva.


3 Individua nel testo altre figure retoriche.

 >> pagina 494

Interpretare

4 Quali sentimenti trasmette questo testo? Perché?


5 Ha scritto il critico Giampaolo Borghello: «Orfano rappresenta una sottile e perfetta compenetrazione di quadro paesistico, attenzione sonora e sensibilità ritmica». Su quali elementi si basa, secondo te, questo giudizio? Motiva la tua risposta.

COMPETENZE LINGUISTICHE

6 Le parole che indicano legami di parentela dicono molto sulla cultura da cui esse vengono: in italiano, per esempio, esiste un termine, orfano, per indicare chi ha perso uno o entrambi i genitori, mentre non esiste un corrispettivo per indicare chi ha perso un figlio. Alcune lingue distinguono in modo molto preciso i legami genitore-figlio, indicando con termini differenti – poniamo – figli della stessa madre o dello stesso padre. Fai una ricerca su questo argomento, soffermandoti soprattutto sulle lingue che conosci e sul dialetto parlato nella tua zona.

Produrre

7 Scrivere per argomentare. Il componimento descrive un esempio del ripetersi di gesti millenari legati alla cura dell’adulto per il bambino. A tuo giudizio, nella frenetica società di oggi c’è ancora spazio per gesti come questi condotti con altrettanta “lentezza”? E se i ritmi lavorativi degli adulti spesso non consentono loro di avere tempo e attenzione per i figli, che cosa rischiano di perdere questi ultimi? Scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe.

T12

Arano

Scritta nel 1885, la poesia compare già nella prima edizione, del 1891, di Myricae. Essa descrive una scena di vita nei campi: prima il lavoro paziente dei contadini in un paesaggio autunnale, poi l’osservazione degli uccelli che spiano i gesti degli aratori, pregustando il piacere di beccare i semi appena sparsi sul terreno.


Metro 2 terzine di endecasillabi seguite da 1 quartina, anch’essa di endecasillabi con schema di rime ABA CBC DEDE.

Al campo, dove roggio nel filare

qualche pampano brilla, e dalle fratte

sembra la nebbia mattinal fumare,


arano: a lente grida, uno le lente

5       vacche spinge; altri semina; un ribatte

le porche con sua marra paziente;


ché il passero saputo in cor già gode,

e il tutto spia dai rami irti del moro;

e il pettirosso: nelle siepi s’ode

10    il suo sottil tintinno come d’oro.

 >> pagina 495 

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Un paesaggio campestre in autunno viene descritto dall’autore in tre diverse prospettive, che corrispondono alle tre brevi strofe della poesia: lo sguardo si posa prima sul campo coperto dalla nebbia ma acceso dal rosso vivo delle ultime foglie di vite, poi sulle diverse attività dei contadini; infine l’attenzione è catturata dalla presenza degli uccelli. Il poeta seleziona solo alcuni aspetti della realtà osservata, costruendo un quadretto personale per accumulo di particolari minuti contenuti in spazi diversi: l’occhio del «fanciullino», infatti, cerca nella serenità dell’idillio agreste gli spunti emozionali per trovare quiete oltre il male e lo sgomento. Non a caso Pascoli «sembra volutamente lasciare in un alone sfumato le figure umane al lavoro (la presenza di queste è soltanto segnalata da verbi privi di soggetto, a cominciare dal titolo: arano, v. 4; spinge, semina, ribatte, v. 5), per mettere invece a fuoco i passeri, quelle piccole creature astute che già godono in cuor loro della provvidenziale opera degli agricoltori» (Ciani, Latini).

Le scelte stilistiche

Questo componimento evidenzia come sia decisamente nuovo il modo con cui Pascoli coglie e rappresenta gli aspetti della natura, nel contatto diretto con la realtà descritta ma sempre a partire dalla propria sensibilità e prescindendo invece dal peso di una cultura libresca e letteraria in senso tradizionale. Il poeta si immerge completamente nella vita campestre, simpatizzando con i suoi “attori” (i contadini che lavorano i campi con secolare pazienza) e addirittura con gli uccelli, che anzi finiscono quasi per diventare i protagonisti del quadretto, poiché è come se nell’ultima strofa la scena fosse osservata dal loro punto di vista.

Il testo presenta una caratteristica tipica della poesia pascoliana, vale a dire lo sgretolamento della sintassi: le frasi sono brevi, la paratassi predomina sull’ipotassi, spesso i singoli versi sono spezzati al loro interno dalla punteggiatura. Di fatto la lirica può essere letta come un unico periodo, ma continuamente franto da congiunzioni coordinanti e da segni di interpunzione (virgola, punto e virgola, due punti). Non si tratta tuttavia di uno stile prosastico, poiché numerosi iperbati garantiscono la poeticità del dettato.

L’assenza di rapporti gerarchici tra le frasi determina un’organizzazione dei contenuti in cui tutti gli aspetti rappresentati sono posti come sullo stesso piano, simultanea­mente presenti e cooperanti a un’unica, ampia visione d’insieme.

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 Fai la parafrasi della lirica.


2 Perché il poeta scrive che il passero in cor già gode (v. 7)?


Dove si trova il pettirosso?

Analizzare

4 Individua un’allitterazione nella prima terzina.


5 Al v. 6 si identifica la marra con l’aggettivo paziente. Di quale figura retorica si tratta?

  • a Endiadi. 
  • b Ipallage. 
  • c Paronomasia. 
  • d Anastrofe. 


6 Segnala gli iperbati presenti nel testo.


7 In quali strofe prevale la coordinazione per asindeto e in quali quella per polisindeto?


8 Trova nel testo alcuni esempi di fonosimbolismo.


9 Elenca i colori del paesaggio espressi o suggeriti dal poeta.

Interpretare

10 Che cosa suggerisce, sul piano dei significati, la ripetizione dell’aggettivo lente al v. 4?


11 Quale effetto produce l’isolamento del verbo arano a inizio del v. 4?

Vola alta parola - volume 5
Vola alta parola - volume 5
Il secondo Ottocento