T4 - La lussuria, questa terribile nemica (Secretum)

T4

La lussuria, questa terribile nemica

Secretum, II

Nel secondo dialogo del Secretum, da cui riportiamo il brano, si analizzano i peccati capitali. Qui sant’Agostino appare nelle vesti di una sorta di padre confessore, che esorta Petrarca a trovare la via verso la salvezza attraverso l’umile analisi delle sue debolezze.

Agostino Come sono le fiamme della lussuria1 che ti accendono?

Francesco A tratti così forti, è vero, che mi addolora gravemente non essere nato
insensibile. Preferirei essere una qualche immobile pietra, piuttosto che venir
scosso da tanti turbamenti della carne.

5      Agostino Eccoti dunque qualcosa che ti allontana moltissimo da ogni meditazione
sulla divinità. La celeste dottrina di Platone2 non c’insegna altro che questo: l’anima
deve essere tenuta lontana dalle voluttà3 del corpo e le immagini di queste
vanno da essa erase,4 sì che possa salire pura e libera alla contemplazione dei
misteri della divinità, cui è legato il pensiero della propria mortalità. Sai di che 

10    parlo: queste cose ti sono diventate familiari dai libri di Platone, sui quali si dice
che tu da qualche tempo ti sia concentrato.

Francesco È vero, mi ci ero applicato con alacre5 speranza e gran desiderio, ma la
novità della lingua straniera6 e l’anticipata partenza del mio maestro7 hanno
interrotto il mio proposito. Ma mi richiami a teorie che conosco benissimo, sia 

15    dai tuoi scritti che da quello che ne dicono altri platonici.

Agostino Non importa da chi tu abbia appreso il vero, anche se l’autorità del maestro
è spesso di grande aiuto.

Francesco Per me, soprattutto quella di Platone, del quale mi è rimasto impresso
quanto dice Cicerone nelle Tusculanae:8 «Platone, anche se non portasse alcun 

20    argomento (vedi quale omaggio gli rendo!) mi demolirebbe con la sua autorità».9
Io poi, che spesso considero la sublimità del suo ingegno, riterrei offensivo
per lui l’essere costretto a fornire delle prove, quando il volgo dei pitagorici10 ne
esenta il proprio caposcuola. Ma non voglio divagare: la dottrina di Platone da
sempre me l’hanno raccomandata e la sua autorità e la ragione e l’esperienza, sì 

25    che sono sicuro che non si può sostenere nulla di più vero e di più santo.11 Con
l’aiuto di Dio, infatti, qualche volta sono riuscito a risorgere in modo tale da vedere
con straordinaria immensa dolcezza quello che in quel momento mi faceva
bene, e quello che in precedenza mi aveva danneggiato. E ora che, sotto il mio
peso, sono ricaduto nelle vecchie miserie,12 risento dentro di me il gusto amarissimo 

30    di ciò che ancora una volta mi ha perduto.13 Ti dico questo, perché tu non
ti stupisca se ho detto d’aver fatto esperienza di quelle affermazioni di Platone.

Agostino Non mi stupisco affatto! Sono stato testimonio dei tuoi affanni, e ti ho
visto cadere e risorgere: ora, impietosito dalla tua ricaduta, ho deciso di aiutarti.

Francesco Ti ringrazio di un affetto così pieno di misericordia: invero, che aiuto mi 

35    può ancora venire dagli uomini?

Agostino Nessuno, ma quello di Dio è grandissimo. Può essere continente14 solo
colui al quale Iddio l’ha concesso: occorre perciò chiedere a Lui, soprattutto con
umiltà e con abbondanti lacrime, questo dono. Di solito Egli non rifiuta ciò che
Gli si chiede nel modo giusto.

40    Francesco L’ho fatto tanto spesso che ho paura di averlo infastidito.

Agostino Non l’hai chiesto con sufficiente umiltà, con sufficiente modestia. Hai
sempre lasciato un piccolo spazio ai desideri futuri, hai sempre fissato un termine
lontano alle tue preghiere. È successo anche a me.15 Dicevo: «Concedimi d’essere
casto, ma non farlo subito, rimandalo ancora un poco. Fra non molto sarà 

45    il momento giusto: l’età ancora verde segua il suo cammino, obbedisca alle sue
leggi. Sarebbe peggio tornare alle pratiche giovanili, e perciò sarà opportuno abbandonare
ogni lussuria quando il passare del tempo mi avrà reso meno adatto
a queste cose, e quando la sazietà dei piaceri avrà eliminato la paura di tornare
indietro». Non capisci che dicendo così vuoi altre cose, chiedi altre cose?16

50    Francesco Come?

Agostino Perché chi chiede per il domani, non vuole per l’oggi.

Francesco Ho chiesto spesso, piangendo, per il presente, e insieme ho sperato di
ritrovarmi salvo, rotti i lacci dei desideri e vinte le miserie della vita, come se
scampassi a nuoto in un porto riparato da tante tempeste17 di inutili affanni. 

55    Ma tu sai quante volte ho poi fatto naufragio sugli stessi scogli, e quante volte
ancora lo farei se fossi abbandonato a me stesso.

Agostino Credimi, alla tua preghiera mancò sempre qualcosa, altrimenti il supremo
Benefattore l’avrebbe accolta, o, come fece con l’apostolo Paolo,18 l’avrebbe respinta
affinché tu perfezionassi la virtù attraverso l’esperienza della tua debolezza.

60    Francesco Penso che sia così, e pregherò tuttavia assiduamente e non mi stancherò,
né dispererò che l’Onnipotente impietosito dei miei travagli porga l’orecchio
alle mie preghiere quotidiane e renda giuste Egli stesso quelle che avrebbe esaudito,
se giuste fossero state.

Agostino Saggiamente. Ma aiutati da solo, e appoggiato sul gomito, come fanno quelli 

65    che sono caduti, guarda tutt’intorno i mali che ti assalgono per evitare che le membra
prostrate non reggano l’urto improvviso di un qualsiasi peso, e intanto non
smettere di implorare aiuto da chi è in grado di dartelo. Egli ti sarà vicino, forse proprio
quando lo credi lontano. Ma abbi sempre e unicamente presente che non devi
trascurare la massima di Platone già ricordata: non c’è niente che impedisca la conoscenza 

70    della divinità più degli appetiti carnali19 e dell’ardore della libidine.20 Medita
continuamente dentro di te su questa dottrina. Ecco il nocciolo del mio consiglio.

 >> pagina 450 

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Petrarca ammira molto la figura di sant’Agostino, forse perché nella sua vicenda biografica – prima una vita mondana, poi la conversione religiosa – crede di riconoscere una parabola esistenziale per alcuni versi simile alla propria. L’autore delle Confessioni, protagonista di un’analoga esperienza di dolore e smarrimento, è infine uscito vittorioso dal difficile confronto con il peccato; il poeta, invece, pur riconoscendo la realtà della distruttiva passione carnale nel quale è precipitato, sente di ricadere costantemente nelle vecchie miserie (r. 29) e di essere incapace di evitare di fare naufragio sugli stessi scogli (r. 55).

In virtù del profilo insieme spirituale e letterario, Agostino rappresenta l’interlocutore ideale in grado di far emergere nell’animo e nella coscienza di Petrarca tutti i nodi problematici e le questioni non risolte. Egli diventa, agli occhi del poeta, una sorta di autorevole alter ego: ma il suo monito a liberarsi dagli appetiti carnali (r. 70) può indurre Francesco a una più serrata autocritica, ma non a rinunciare del tutto alle passioni vitali che nutrono e al tempo stesso complicano la sua esistenza terrena. Ponendosi a confronto con lui, Francesco individua la strada da percorrere per il proprio miglioramento morale, pur continuando a percepire tutta la difficoltà del cammino.

Le scelte stilistiche

Lo stile adottato nel brano è quello dei dialoghi classici, come quelli di Platone o di alcune opere di Cicerone, in cui il confronto serrato tra un maestro e un discepolo (cioè tra un interlocutore autorevole e uno più dubbioso o comunque desideroso di apprendere) serve a enucleare i termini fondamentali della ricerca della verità. In rispondenza a tale struttura classica, lo stile è piuttosto alto e sostenuto, anche in virtù del ricorso a numerose figure retoriche.

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 Che cosa suggerisce Agostino a Francesco?


2 Perché la castità appare una virtù così importante? Ritrova nel testo le riflessioni di Agostino sulla questione e spiega qual è il nodo centrale da lui indicato.

Analizzare

Individua almeno 10 parole indicative dello stile alto del brano.


4 Quali analogie e quali differenze noti nel modo di esprimersi di Agostino e in quello di Petrarca? Elenca almeno 2 analogie e 2 differenze.


Alle rr. 55-56 l’autore ricorre a una metafora: individuala e spiega quale effetto crea nel testo.

interpretare

6 Agostino viene rappresentato come il maestro, Petrarca come il discepolo: in che modo e con quali espressioni si manifesta questo rapporto nel brano?

COMPETENZE LINGUISTICHE

7 Nel passo che hai letto, l’argomentazione filosofico-morale è accompagnata da un lessico ugualmente elevato. Ti diamo una serie di termini usati nel testo: scrivi per ciascuno un sinonimo di registro medio e individua tra di essi i latinismi.

Produrre

8 Scrivere per esprimere. Il testo sviluppa anche una riflessione sulle regole e le trasgressioni. Come vivi le regole che ti sono imposte dagli adulti con i quali hai a che fare? Scrivi un dialogo su questo argomento (un testo di circa 30 righe), che abbia come interlocutori te e un adulto.


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Vola alta parola - volume 1
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Dalle origini al Trecento