INTRECCI arte - I tre regni

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I tre regni

Nei secoli centrali del Medioevo, tra il X e l’XI, si va definendo dal punto di vista teologico il destino delle anime nell’oltretomba, organizzato secondo una precisa gerarchia che trova riflessi nelle immagini in cui si delinea la contrapposizione tra il cielo, regno del bene, in alto, e l’inferno, letteralmente, “ciò che si trova in basso”.

Un mondo di supplizi

L’inferno si trasforma dal luogo triste e desolato della tradizione ebraica, al luogo cristiano dove i peccatori sono puniti non solo con l’assenza di Dio, ma anche attraverso terribili supplizi: un mondo di tenebra, urla, puzza e demòni spaventosi diventa un abisso vertiginoso e infuocato, attraversato da fiumi di sangue e fiamme e laghi maleodoranti. Quest’immagine, che compare con frequenza nell’arte occidentale a partire dall’XI secolo, è strettamente legata a quella del Giudizio universale, ossia il momento in cui Cristo giudice decide il destino dell’anima dei cristiani e un corteo di dannati si allontana dal Salvatore, tormentato dai diavoli, verso la porta dell’inferno. Nel grande mosaico che decora la controfacciata della Basilica di Santa Maria Assunta a Torcello (isola della laguna veneta), un fiume di fuoco discende da Cristo giudice e forma un lago intorno a un grande Satana blu dalla barba bianca. Sotto di lui i dannati si dispongono in riquadri a seconda dei vari peccati, a prefigurare una distinzione che diventerà tipica della raffigurazione dell’inferno a partire dalla fine del XIII secolo, quando le descrizioni dei viaggi nell’oltretomba, e soprattutto il modello della Commedia dantesca, cambieranno l’iconografia del luogo ultraterreno in una gola in cui i dannati sono divisi da fiumi e montagne secondo una precisa gerarchia: da un affollato disordine di corpi si passa a grandi affreschi in cui i peccatori sono distinti in settori ben precisi e chiaramente identificabili.

Il regno dell’ordine

A questo luogo di tormento si contrappone il paradiso come corte celeste, secondo l’immagine che diventerà più comune a partire dal Trecento: nella cappella Strozzi, affrescata da Andrea Orcagna nella Basilica domenicana di Santa Maria Novella a Firenze, la Chiesa trionfante è rappresentata come un insieme ordinato in cui accanto a Cristo e alla Vergine si dispongono gli angeli e i santi e l’insieme della società celeste, senza distinzioni sociali o gerarchiche.

La nascita del purgatorio

Nel XII secolo, caratterizzato da una profonda trasformazione sociale e religiosa – legata sia all’emergere della nuova classe borghese, intermedia tra i nobili e i sudditi, sia alla diffusione degli ordini mendicanti –, ai due luoghi antagonisti si aggiunge una realtà intermedia, il purgatorio, dove le anime si liberano dai peccati.

Le prime raffigurazioni di questo regno descrivono un luogo per sua natura provvisorio, in cui gli angeli sottraggono al castigo i peccatori: solo a partire dalla descrizione dantesca nella Commedia, il terzo regno ottiene nelle immagini uno statuto definitivo di luogo autonomo, una montagna in mezzo al mare, con cerchi concentrici che i peccatori progressivamente risalgono.

Vola alta parola - volume 1
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Dalle origini al Trecento