T13 - La poetica della lode

T13

La poetica della lode

Vita nuova, 18

Una conversazione con un gruppo di donne curiose di conoscere lo scopo dell’amore di Dante per Beatrice porta il poeta a sviluppare il nuovo tema della propria opera: la lode dell’amata.

         Con ciò sia cosa che1 per la vista mia2 molte persone avessero compreso lo secreto del
mio cuore, certe donne, le quali adunate s’erano dilettandosi l’una ne la compagnia
de l’altra, sapeano bene lo mio cuore,3 però che4 ciascuna di loro era stata a molte
mie sconfitte;5 e io passando appresso di loro sì come da la fortuna menato, fui chiamato 

5      da una di queste gentili donne. La donna che m’avea chiamato era donna di
molto leggiadro parlare; sì che quand’io fui giunto dinanzi da loro, e vidi bene che la
mia gentilissima donna non era con esse, rassicurandomi le salutai, e domandai che
piacesse loro.6 Le donne erano molte, tra le quali n’avea certe che si rideano tra loro;
altre v’erano che mi guardavano aspettando che io dovessi dire;7 altre v’erano che 

10    parlavano tra loro. De le quali una, volgendo li suoi occhi verso me e chiamandomi
per nome, disse queste parole: «A che fine ami tu questa tua donna, poi che tu non
puoi sostenere la sua presenza? Dilloci, ché certo lo fine di cotale amore conviene
che sia novissimo».8 E poi che m’ebbe dette queste parole, non solamente ella, ma
tutte l’altre cominciaro ad attendere in vista9 la mia risponsione. Allora dissi queste 

15    parole loro: «Madonne, lo fine del mio amore fue già lo saluto di questa donna,
forse di cui voi intendete,10 e in quello dimorava la beatitudine, ché era fine di tutti
li miei desiderii. Ma poi che le piacque di negarlo a me, lo mio segnore Amore, la
sua merzede,11 ha posto tutta la mia beatitudine in quello che non mi puote venire
meno». Allora queste donne cominciaro a parlare tra loro; e sì come talora vedemo 

20    cadere l’acqua mischiata di bella neve, così mi parea udire le loro parole uscire mischiate
di sospiri. E poi che alquanto ebbero parlato tra loro, anche mi disse questa
donna che m’avea prima parlato, queste parole: «Noi ti preghiamo che tu ne dichi12 
ove sta questa tua beatitudine». Ed io, rispondendo lei, dissi cotanto:13 «In quelle
parole che lodano la donna mia». Allora mi rispuose questa che mi parlava: «Se tu 

25    ne dicessi vero, quelle parole che tu n’hai dette in notificando14 la tua condizione,
avrestù operate con altro intendimento».15 Onde io, pensando a queste parole, quasi vergognoso mi partio16 da loro, e venia dicendo fra me medesimo: «Poi che è tanta
beatitudine in quelle parole che lodano la mia donna, perché altro parlare è stato
lo mio?».17 E però18 propuosi di prendere per matera de lo mio parlare sempre mai19 

30    quello che fosse loda di questa gentilissima; e pensando molto a ciò, pareami avere 
impresa troppo alta matera quanto a me,20 sì che non ardia21 di cominciare; e così
dimorai alquanti dì con disiderio di dire e con paura di cominciare.

 >> pagina 312 

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Dante incontra alcune donne che con franchezza e concretezza gli chiedono quale sia lo scopo del suo amore per Beatrice, visto che il poeta non sembra in grado di sostenere la presenza della giovane. Pare quasi che lo canzonino (Dilloci, ché certo lo fine di cotale amore conviene che sia novissimo, rr. 12-13), ma Dante accetta la sollecitazione e risponde loro che il fine – cioè la piena realizzazione del suo amore, e dunque anche la sua felicità – sono quelle parole che lodano la donna mia (rr. 23-24), ovverosia la poesia stessa. Di conseguenza comprende che non sarà più il caso, nei versi che d’ora in poi scriverà, di soffermarsi sulla sua condizione di amante (magari lamentandosi, come aveva fatto in precedenza, per la mancanza del saluto dell’amata), ma che sarà più opportuno concentrare tutta l’attenzione proprio sulla lode di Beatrice.

È uno dei capitoli fondamentali della Vita nuova, anzi forse il più importante in assoluto. L’amore di Dante si libera da ogni aggancio umano, concreto, terreno, per diventare contemplazione pura. Non è neanche più necessario quel tenue legame tra lui e Beatrice che era rappresentato dal saluto di lei: d’ora in poi egli si appagherà soltanto della lode dell’amata.

Le scelte stilistiche

In questo capitolo, rispetto alla diegesi, gioca un ruolo fondamentale la mimesi, resa attraverso le parti dialogate. Si tratta di un colloquio assai produttivo quanto all’evoluzione del sentimento di Dante per Beatrice. Nel serrato scambio di battute tra le donne e il poeta, quest’ultimo chiarisce a sé stesso il senso più profondo del proprio amore: soltanto ora egli si accorge che le sue rime non corrispondevano più al significato del suo amore. Tale acquisizione viene raggiunta non in un capitolo di meditazione psicologica, bensì in una pagina assai mossa, che acquista vivacità proprio grazie al dialogato.

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 Perché Dante prima di salutare le donne vuole assicurarsi che Beatrice non sia con loro?


2 Qual è stato in passato il fine dell’amore di Dante per Beatrice? Per quale motivo ora quel fine non è più valido?


3 Perché Dante afferma di non aver subito lodato Beatrice, dopo il colloquio chiarificatore con le donne, ma di essersi trattenuto con disiderio di dire e con paura di cominciare (r. 32)?

  • a Per timore di offendere Beatrice.
  • b Per paura dei pettegolezzi della gente.
  • c Per non urtare la suscettibilità di sua moglie.
  • d Perché non si sentiva in grado di farlo.

Analizzare

4 E sì come talora vedemo cadere l’acqua mischiata di bella neve, così mi parea udire le loro parole uscire mischiate di sospiri (rr. 19-21): di quale figura retorica si tratta?

Interpretare

5 Quale significato hanno i sospiri delle donne?

Vola alta parola - volume 1
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Dalle origini al Trecento