L’interpretazione
Al centro dell’opera c’è Dante stesso, o meglio la storia del suo amore dal momento dell’innamoramento al tempo successivo alla morte di Beatrice, un sentimento sopravvissuto alla scomparsa della donna e ricostruito nelle sue varie fasi: dapprima come passione bruciante, poi come l’espressione di un animo lieto di contemplare la bellezza e la virtù dell’amata, infine come testimonianza di una fedeltà sempre viva nel ricordo.
Tuttavia l’interpretazione della Vita nuova è ancora oggi controversa. In passato si è cercato di trovare precise corrispondenze tra quest’opera e la biografia di Dante, vagliando la fedeltà autobiografica dei singoli momenti narrativi: si discuteva, cioè, su quanto di vero e su quanto di inventato ci fosse nel testo. La disputa critica è oggi essenzialmente fra chi pone l’accento sul carattere mistico-agiografico dell’opera e chi ne privilegia invece il carattere laico, insistendo sul solo significato letterario e poetico.