Antologia della Divina Commedia

39 Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: ben dovrebb esser la tua man più pia, se state fossimo anime di serpi . [37-39] Fummo uomini e ora siamo diventati (fatti) sterpi; avrebbe dovuto essere (dovrebb esser) ben più pietosa (pia) la tua mano, se fossimo stati anime di serpenti (serpi) . 42 Come d un stizzo verde ch arso sia da l un de capi, che da l altro geme e cigola per vento che va via, [40-42] Come da un tizzone (stizzo) fresco (verde) che venga bruciato (arso) da una delle estremità (capi), dall altra gocciola e sibila per il vapore (vento) che ne esce (va via), 45 sì de la scheggia rotta usciva insieme parole e sangue; ond io lasciai la cima cadere, e stetti come l uom che teme. [43-45] così dal ramo spezzato (scheggia rotta) uscivano insieme parole e sangue; per questo (ond ) io lasciai cadere la punta (cima), e rimasi fermo (stetti) come un uomo atterrito (che teme). 48 «S elli avesse potuto creder prima , rispuose l savio mio, «anima lesa, ciò c ha veduto pur con la mia rima, [46-48] «Se egli avesse potuto credere prima , rispose la mia saggia guida ( l savio mio), «o anima offesa (lesa), ciò che aveva solo (pur) veduto con i miei versi (la mia rima), 51 non averebbe in te la man distesa; ma la cosa incredibile mi fece indurlo ad ovra ch a me stesso pesa. [49-51] non avrebbe teso (distesa) verso di te (in te) la mano; ma l incredibilità del fatto (la cosa incredibile) mi spinse (fece) a indurlo a un azione (ovra = opera) che dispiace (pesa) anche a me stesso. 54 Ma dilli chi tu fosti, sì che n vece d alcun ammenda tua fama rinfreschi nel mondo sù, dove tornar li lece . [52-54] Ma digli (dilli) chi fosti, così che a mo di risarcimento ( n vece d alcun ammenda) [per l offesa che ti ha arrecato] possa rinnovare (rinfreschi) la tua fama nel mondo dei vivi (sù), dove gli è lecito (li lece) tornare . 57 E l tronco: «Sì col dolce dir m adeschi, ch i non posso tacere; e voi non gravi perch o un poco a ragionar m inveschi. [55-57] E il tronco [disse]: «Mi alletti (adeschi) con dolci parole (dolce dir) al punto (Sì = così) che non posso tacere; non vi pesi (gravi) che io (perch o) mi fermi (inveschi) a parlare (ragionar) un poco. 60 Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e diserrando, sì soavi, [58-60] Io sono colui che tenne entrambe le chiavi del cuore di Federico e che le girò (volsi), chiudendolo (serrando) e aprendolo (diserrando), così dolcemente (sì soavi), 37. Uomini ... sterpi: si noti la struttura chiastica (a incrocio) di questo verso: sostantivo + verbo nella prima metà; verbo + sostantivo nella seconda. Il chiasmo* permette anche la dislocazione* a sinistra (cioè l anticipazione) del sostantivo Uomini, che viene così messo in risalto all inizio del verso, a sottolineare il dramma dell identità perduta di questi dannati, un tempo esseri umani e ora degradati alla natura inferiore di vegetali per essersi volontariamente uccisi e quindi privati del corpo. 40-42. Come d un stizzo ... va via: quando un ramo ancora verde, e dunque fresco e umido, viene bruciato da un lato, dall altro lato esce l acqua interna alle fibre, sotto forma di gocce e di vapore che, fuoriuscendo, produce un sibilo. 48. con la mia rima: la scena descritta 78 da Dante riprende un episodio dell Eneide. All inizio del Libro III lo stesso che narra l episodio delle arpie Enea e i suoi compagni giungono sulle coste della Tracia. Volendo accendere un fuoco per compiere un sacrificio agli dèi, Enea strappa i rami di un cespuglio, ma la pianta sanguina e parla. Si tratta infatti di Polidoro, che il padre Priamo aveva affidato alla protezione del re dei traci all inizio della guerra di Troia. Conclusasi questa con la sconfitta dei Troiani, il re fece uccidere Polidoro per impossessarsi dell oro che egli aveva con sé per il proprio mantenimento. Ma per un prodigio il corpo di Polidoro trafitto dalle lance si trasformò in un tronco e le lance in rami. 55. dolce dir: il seguito del racconto rivelerà l identità del dannato Pier delle Vigne (X Personaggi) e spiegherà perché la promessa di Virgilio appare a lui così dolce: Dante, infatti, potrà difendere la sua onorabilità e discolparlo da quanto il mondo dice ingiustamente di lui. 55-57. adeschi inveschi: i verbi adeschi e inveschi hanno entrambi un origine venatoria; nell ambito delle attività di caccia tipiche delle corti signorili e particolarmente apprezzate da Federico II significano letteralmente catturare con l esca e catturare con il vischio (cioè con una sostanza appiccicosa ottenuta dalle foglie e dalle bacche del vischio, con cui venivano cosparsi i rami degli alberi). 58-59. ambo le chiavi del cor: Pier delle Vigne si presenta attraverso una metafora*: io sono, dice, colui che godeva della fiducia del sovrano al punto da poter aprire o chiu-

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