Canto XIII

CANTI XIII-XIV Paradiso V cielo (di Marte) Canto XIII IV cielo (del Sole) III cielo (di Venere) Luogo e tempo IV cielo o cielo del Sole; sera di mercoledì 13 aprile 1300 Categoria di beati Spiriti sapienti Condizione e aspetto Splendenti di luce, danzano e cantano intorno a Dante e Beatrice disposti in una triplice corona Intelligenze motrici Potestà Nel tentativo di rendere la magnificenza delle due corone concentriche di anime sapienti che girano in senso opposto, Dante apre il canto con una grandiosa similitudine con le costellazioni celesti. Quando le ghirlande si fermano, san Tommaso riprende a parlare, spiegando al pellegrino che cosa intendeva significare quando precedentemente aveva detto a veder tanto non surse il secondo (Par., X, v. 114). Dopo aver dimostrato che la maggior quantità di sapienza fu quella che Dio diede ad Adamo e a Cristo quando li creò (essi erano prodotti diretti del Creatore e perciò perfetti), Tommaso spiega che con le sue parole aveva voluto intendere che Dio aveva assegnato a Salomone la maggior sapienza mai concessa a un re, non a un uomo: perciò è nel contesto della saggezza e della perfezione regali che Salomone non ha avuto pari. Tommaso coglie l occasione per invitare Dante a non trarre conclusioni superficiali e a non emettere giudizi troppo affrettatamente: a sostegno di tale ammonimento, cita una serie di antichi filosofi ed eretici che caddero in errore proprio perché non esaminarono tutte le circostanze e non operarono chiare distinzioni. Lo spirito invita infine alla prudenza, soprattutto quando si tratta di indagare i misteri divini: solo perché vediamo un uomo rubare e un altro fare offerte, ciò non significa necessariamente che il primo sarà dannato e il secondo salvato. VI cielo (di Giove) Canto XIV IV-V cielo III cielo (di Venere) Luogo e tempo IV cielo o cielo del Sole e V cielo o cielo di Marte; sera di mercoledì 13 aprile 1300 Categoria di beati Spiriti sapienti; spiriti militanti per la fede Condizione e aspetto Splendenti di luce, i primi danzano e cantano disposti in triplice corona intorno a Dante e Beatrice; i secondi si muovono lungo i bracci di una croce greca nella quale risplende Cristo Intelligenze motrici Potestà; Virtù Concluso il discorso di san Tommaso, Beatrice intuisce un dubbio inespresso di Dante e chiede ai beati se la loro luce abbagliante rimarrà tale anche dopo la resurrezione del corpo: se sarà così, come potrà la loro vista sostenere tanto fulgore? Le anime danzano e cantano con gioia, felici di esercitare la loro carità. Salomone, fattosi ancora più luminoso, a prendere la parola, spiegando a Dante che la luce che li avvolge durerà eternamente e, anzi, aumenterà in proporzione alla visione di Dio. Dal momento che i beati saranno più perfetti una volta che avranno ripreso i propri corpi, la loro vista sarà adeguata a sostenere tale splendore. All improvviso un terzo anello di anime luminose inizia a circondare gli altri due, ma la sua intensità è eccessiva per la vista del pellegrino. Quindi, guardando negli occhi di Beatrice, egli si trova a salire, senza rendersene conto, al cielo successivo e rivolge una preghiera di ringraziamento a Dio. Dal bagliore rosso emanato dal nuovo pianeta, Dante comprende di essere nel cielo di Marte. Si formano due enormi raggi luminosi, che vanno a costituire una croce greca, sulla quale per un momento compare l immagine di Cristo e sui cui bracci si muovono le anime luminose, come granelli di polvere in un raggio di Sole, mentre viene cantato un inno in lode di Cristo. Dante, rapito da tale visione, afferma che mai ha assistito a qualcosa di altrettanto bello. 315

Antologia della Divina Commedia
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