Antologia della Divina Commedia

69 Antandro e Simeonta, onde si mosse, rivide e là dov Ettore si cuba; e mal per Tolomeo poscia si scosse. [67-69] Rivide [i fiumi] Antandro e Simeonta, da dove (onde) [il sacrosanto segno] era partito (si mosse) e dove giace (si cuba) Ettore; e poi (poscia) si rimise in moto (si scosse), [causando] il male a (per) Tolomeo. 72 Da indi scese folgorando a Iuba; onde si volse nel vostro occidente, ove sentia la pompeana tuba. [70-72] Da qui (indi ) scese come un fulmine (folgorando) su Giuba (Iuba); da dove (onde) si indirizzò (volse) nel vostro occidente, dove (ove) sentiva (sentia) [ancora] la tromba da guerra (tuba) pompeiana (pompeana). 75 Di quel che fé col baiulo seguente, Bruto con Cassio ne l inferno latra, e Modena e Perugia fu dolente. [73-75] Di quel che [il sacrosanto segno] fece (fé) con il reggitore (baiulo) successivo (seguente), ne grida (latra) all inferno Bruto con Cassio, e Modena e Perugia ne soffrirono (fu dolente). 78 Piangene ancor la trista Cleopatra, che, fuggendoli innanzi, dal colubro la morte prese subitana e atra. [76-78] Ne piange (Piangene) ancora la sciagurata (trista) Cleopatra, che sfuggendolo (fuggendoli innanzi), ricevette (prese) la morte immediata (subitana) e tremenda (atra) dal serpente (colubro). 81 Con costui corse infino al lito rubro; con costui puose il mondo in tanta pace, che fu serrato a Giano il suo delubro. [79-81] Con questi (costui) [Augusto] [il sacrosanto segno] corse fino (infino) al lido (lito) rosso (rubro); con questi (costui ) mise (puose) il mondo in tanta pace che fu chiuso (serrato) a Giano il suo tempio (delubro). 84 Ma ciò che l segno che parlar mi face fatto avea prima e poi era fatturo per lo regno mortal ch a lui soggiace, [82-84] Ma quello (ciò) che il segno che mi fa (face) parlare aveva (avea) fatto prima e avrebbe fatto poi (e poi era fatturo) per il regno mortale che a lui è sottomesso (soggiace), 67-69. Antandro scosse: secondo la Pharsalia di Lucano, inseguendo Pompeo Cesare si recò nella regione dell odierna Turchia in cui sorgeva un tempo la città di Troia; Giustiniano quindi osserva che l aquila poté rivedere Antandro, il porto da cui salpò Enea, Simeonta, un fiume presso Troia, e la tomba dell eroe troiano Ettore. Proseguì poi il proprio viaggio con conseguenze nefaste per Tolomeo XIII, re d Egitto e responsabile della morte di Pompeo: per questo fu punito da Cesare, che lo sostituì al trono con la sorella Cleopatra. 70. Iuba: Giuba, re di Numidia (I a.C.), difensore della causa pompeiana in Africa. In seguito alla sfortunata battaglia di Tapso (46 a.C.), privato del regno, si ritirò a Zama e si uccise. 71. vostro occidente: l aggettivo vostro è riferito alla Terra, da cui proviene Dante. 73. baiulo: prosegue la rievocazione delle imprese del segno dell aquila, sostenuta dal successivo portatore (baiulo), Ottaviano Augusto (63 a.C.-14 d.C.). Nipote e figlio adottivo di Cesare, dopo la congiura del 44 a.C. fece parte del secondo triumvirato (43- 282 33 a.C.) con Lepido e Marco Antonio, prima di combattere contro quest ultimo in una sanguinosa guerra civile che terminò nel 31 a.C. ad Azio, con la sconfitta di Antonio e Cleopatra. Da quel momento riunì tutto il potere nelle sue mani, diventando imperatore e garantendo un lungo periodo di pace. 74. Bruto con Cassio: Marco Giunio Bruto (85-42 a.C.) fu uno dei capi della congiura in cui fu ucciso Cesare. Fuggito da Roma in Oriente, si alleò con Gaio Longino Cassio (85-42 a.C.), altro congiurato, ma entrambi furono sconfitti dai triumviri a Filippi nel 42. Entrambi, come traditori dell impero, sono eternamente divorati dal mostruoso Lucifero (Inf., XXXIV, vv. 64-67). Il verbo è concordato al singolare sebbene si riferisca a due soggetti (zeugma*). 75. Modena e Perugia: nella prima città venne sconfitto Marco Antonio, nella seconda le truppe di Ottaviano compirono devastanti saccheggi per punire gli abitanti che avevano aiutato il nemico. 76-78. Piangene atra: Cleopatra, regina d Egitto, in seguito alla sconfitta di Azio e alla disfatta di Marco Antonio si procurò la morte con il morso di un aspide, un velenosissimo cobra. La regina è punita nel girone dei lussuriosi (Inf., V, v. 63) per essere stata l amante di Cesare e Ottaviano. 79-81. Con costui delubro: con Ottaviano l aquila estese i confini dell impero fino alle rive del mar Rosso (lito rubro) e pacificò il mondo così a lungo da chiudere i battenti del tempio di Giano (che veniva aperto solo nei periodi di guerra). 82-90. Ma ciò sua ira: la pace universale ottenuta da Ottaviano Augusto prepara un evento molto più alto della gloria dell impero: la venuta nel mondo di Cristo, crocifisso sotto Tiberio (terzo Cesare), per concessione della giustizia divina, sostegno e conforto dello stesso Giustiniano (viva giustizia che mi spira). La congiunzione avversativa ma, posta in principio del verso 82, rimarca la pochezza delle vicende della Storia di fronte alla grandezza dei disegni divini. La ripetizione del verbo fare in principio e a fine del verso 83 (fatto avea era fatturo), pone l accento sull operato onnipotente di Dio, che ordina gli eventi umani secondo il proprio disegno provvidenziale.

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