Antologia della Divina Commedia

CANTO VI Paradiso 18 ma l benedetto Agapito, che fue sommo pastore, a la fede sincera mi dirizzò con le parole sue. [16-18] ma il benedetto Agapito, che fu sommo pastore [papa], mi indirizzò (dirizzò) verso la vera (sincera) fede con le sue parole. 21 Io li credetti; e ciò che n sua fede era, vegg io or chiaro sì, come tu vedi ogni contradizione e falsa e vera. [19-21] Io gli credetti; e quel (ciò) che era nel suo credo (fede) ora io lo vedo (vegg ) chiaramente (chiaro) come tu vedi in ogni contrasto logico (contradizione), la parte falsa e quella vera. 24 Tosto che con la Chiesa mossi i piedi, a Dio per grazia piacque di spirarmi l alto lavoro, e tutto n lui mi diedi; [22-24] Non appena (Tosto che) iniziai a camminare (mossi i piedi) [in accordo] con la Chiesa, a Dio piacque, per dono della grazia (per grazia), di ispirarmi (spirarmi) l importante (alto) missione (lavoro), e mi diedi completamente (tutto) a lui; 27 e al mio Belisar commendai l armi, cui la destra del ciel fu sì congiunta, che segno fu ch i dovessi posarmi. [25-27] e affidai (commendai) gli eserciti (l armi) al mio Belisario, al quale (cui ) il favore (la destra) del cielo fu così unito (congiunta), che fu segno che io dovessi fermarmi (posarmi ). 30 Or qui a la question prima s appunta la mia risposta; ma sua condizione mi stringe a seguitare alcuna giunta, [28-30] Ora la mia risposta si ferma (s appunta) qui alla prima domanda (question); ma la sua qualità [della risposta] (condizione) mi costringe (stringe) a fare seguire (seguitare) un aggiunta (giunta), 33 perché tu veggi con quanta ragione si move contr al sacrosanto segno e chi l s appropria e chi a lui s oppone. [31-33] affinché (perché) tu veda con quanta ragione agisca (move) contro il sacrosanto simbolo (segno) sia (e) chi se ne appropria sia (e) chi gli si oppone. 36 Vedi quanta virtù l ha fatto degno di reverenza; e cominciò da l ora che Pallante morì per darli regno. [34-36] Considera (Vedi ) quanto valore (virtù) l ha [il sacrosanto segno] reso (fatto) degno di riverenza; e cominciò dal momento (ora) in cui Pallante morì per dargli il regno. 16. Agapito: seguendo il Tresor di Brunetto Latini, Dante riporta la notizia che Agapito I santo e papa tra il 535 e il 536 recatosi a Costantinopoli nel 536 per negoziare la pace tra bizantini e ostrogoti, spinse Giustiniano ad abbandonare l eresia. 19-21. Io vera: Giustiniano esprime qui il principio di non contraddizione della logica aristotelica, per cui, date due affermazioni in aperta contraddizione, una sola delle due è vera. Si osservi la triplice ripetizione della parola fede ai versi 15, 17 e 19, che segna i vari passaggi di conversione creando una sorta di climax*: dalla fede mal riposta a quella vera, a quella glorificata e certa del Paradiso. 22. mossi i piedi: è una metafora* che indica il cammino spirituale. 24. l alto lavoro: indica la grande impresa del Corpus iuris civilis. Dante, mal indirizzato dalle sue fonti, sbaglia di nuovo i calcoli cro- nologici. Infatti, dal momento che Agapito si recò in Oriente nel 536, la conversione di Giustiniano sarebbe avvenuta dopo e non prima della realizzazione del Corpus, terminato nel 533. 25. Belisar: il generale bizantino Belisario (500 ca.-565) ebbe il comando delle principali spedizioni volute da Giustiniano. Nel 533 riconquistò l Africa annientando i Vandali, dal 535 combatté e vinse i Goti in Italia, fondando l Esarcato di Ravenna. Armi è una sineddoche* che indica le attività militari. 27. che segno posarmi: Giustiniano vede nelle numerose vittorie militari di Belisario un segno divino, che lo spinge a dedicarsi esclusivamente all opera legislativa. 28-33. Or s oppone: Giustiniano, soddisfatta la prima domanda di Dante (Par., V, v. 127), che aveva chiesto all anima di rivelare la propria identità, prosegue il proprio discorso sull aquila imperiale per dimostrare al poeta con quanta poca ragione operino contro il sacrosanto segno sia coloro che se ne appropriano, sia coloro che vi si oppongono. Giustiniano pronuncia le parole con quanta ragione ironicamente: intende, in realtà, con quanto torto , quanto ingiustamente . 34-36. Vedi regno: Giustiniano invita Dante ad ascoltare con attenzione la storia dell Impero romano, simboleggiato dall immagine chiave del canto, l aquila. Nella carrellata di virtù civili e militari che dettero gloria al vessillo imperiale, il primo a essere citato è Pallante, un personaggio dell Eneide di Virgilio. Il giovane eroe morì per mano di Turno, re dei rutuli, nell intento di aiutare Enea a fondare Roma (per darli regno). Giustiniano indica nella morte di Pallante (e nella successiva vendetta di Enea) il punto di partenza del provvidenziale costituirsi dell impero universale di Roma. 279

Antologia della Divina Commedia
Antologia della Divina Commedia