Antologia della Divina Commedia

CANTO I Paradiso 123 La provedenza, che cotanto assetta, del suo lume fa l ciel sempre qu eto nel qual si volge quel c ha maggior fretta; [121-123] La Provvidenza, che conferisce ordine (assetta) a tutto ciò (cotanto) [l intero universo], con la sua luce (del suo lume) rende appagato (fa... qu eto) l Empireo ( l cielo) all interno del quale ruota (si volge) quel [cielo] che ha maggiore velocità (fretta); 126 e ora lì, come a sito decreto, cen porta la virtù di quella corda che ciò che scocca drizza in segno lieto. [124-126] e ora lì, come a un luogo (sito) stabilito (decreto), ci (cen) porta la potenza (virtù) di quell arco (quella corda) che indirizza verso un felice (lieto) bersaglio (segno) ciò che scocca. 129 Vero è che, come forma non s accorda molte f ate a l intenzion de l arte, perch a risponder la materia è sorda, [127-129] [pur] vero che, come molte volte (f ate) la forma [dell opera] non si accorda all intenzione dell artista (de l arte), perché la materia è restia (sorda) a rispondere, 132 così da questo corso si diparte talor la creatura, c ha podere di piegar, così pinta, in altra parte; [130-132] così da questo corso si allontana (diparte) talvolta (talor) l essere umano (creatura), che ha la facoltà (podere) di deviare (piegar) verso un altra direzione (in altra parte), sebbene [sia] in questo modo sospinta (così pinta) [verso il Bene]; 135 e sì come veder si può cadere foco di nube, sì l impeto primo l atterra torto da falso piacere. [133-135] e così come si può vedere cadere il fuoco (foco) dalla nuvola (nube) [il fulmine], così l istinto (impeto primo) lo [la creatura, cioè l essere umano] spinge a terra (atterra) deviato (torto) da un falso piacere. 138 Non dei più ammirar, se bene stimo, lo tuo salir, se non come d un rivo se d alto monte scende giuso ad imo. [136-138] Non devi più meravigliarti (ammirar), se ho considerato (stimo) in modo esatto (bene), del fatto che tu stia salendo (lo tuo salir), se non come di un fiume (rivo) se da un alto monte scende giù (giuso) a valle (ad imo). 141 Maraviglia sarebbe in te se, privo d impedimento, giù ti fossi assiso, com a terra qu ete in foco vivo . [139-141] Nella tua condizione (in te) sarebbe davvero stupefacente (Maraviglia) se, privo di peccato (impedimento), fossi rimasto fermo (assiso) sulla Terra (giù) come [sarebbe sorprendente] sulla Terra l immobilità (qu ete) in un fuoco vivace (vivo) . 142 Quinci rivolse inver lo cielo il viso. [142] Quindi (Quinci) rivolse lo sguardo (viso) verso (inver ) il cielo. 121. che cotanto assetta: l interpretazione della parola cotanto è controversa. Per alcuni critici è un pronome indefinito usato per indicare l immensità e la complessità dell universo; per altri è un avverbio, per cui la parafrasi cambierebbe in: che conferisce un ordine in maniera così meravigliosa . 123. quel c ha maggior fretta: si tratta del Primo mobile, il cielo più veloce, deputato a imprimere il movimento agli altri otto sottostanti. 124-126. e ora lì lieto: proprio verso l Empireo (lì), vera sede dell uomo (come a sito decreto) si stanno dirigendo Beatrice e Dante, guidati dalla potenza di Dio che, riprendendo la metafora* del verso 119, è come un arco che rivolge alla felicità tutte le creature. 127-132. Vero parte: la legge che governa l universo è descritta da Beatrice mediante una metafora*: come a volte il prodotto non risponde all idea dell artista (definito con la metonimia* arte) e non si lascia lavorare, similmente accade che una creatura dotata della possibilità di scegliere si allontani dalla direzione predisposta da Dio. 133-135. e sì piacere: dopo quello dell artista, Beatrice propone un secondo esempio di possibile deviazione, di ispirazione scientifica: proprio come capita di vedere cadere un fulmine (foco) dal cielo, sua sede naturale, l istinto primordiale al Bene, traviato da un piacere fallace, spinge la creatura verso terra (l atterra , l = la è riferito a creatura). 136-138. Non dei imo: non c è nulla di straordinario, quindi, nell ascesa di Dante, che è naturale come la discesa a valle di un ruscello (altro esempio tratto dal mondo naturale). Le parole di Beatrice, se bene stimo, non esprimono un dubbio, ma una solenne certezza. 139-142. Maraviglia viso: facendo ricorso ancora una volta a un esemplificazione ispirata al mondo naturale, Beatrice afferma che proprio come meraviglierebbe una fiamma immobile sarebbe stupefacente se, nella condizione in cui si trova Dante, libero dalla zavorra dei peccati (puro e disposto a salire a le stelle, come si dice in Purg., XXXIII, v. 145), egli fosse rimasto fermo sulla Terra. Assiso ha il significato di rimanere seduto , quasi a sottolineare la volontà di rimanere a lungo in un luogo. 255

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