Antologia della Divina Commedia

CANTO XIX Purgatorio 24 Io volsi Ulisse del suo cammin vago al canto mio; e qual meco s ausa, rado sen parte; sì tutto l appago! . [22-24] Io distolsi (volsi) Ulisse dal suo percorso (cammin) [rendendolo] desideroso (vago) di [ascoltare] il mio canto; e chi si abitua (s ausa) [a stare] con me (meco) raramente (rado) se ne parte; così [tanto] tutto lo soddisfo (appago)! . 27 Ancor non era sua bocca richiusa, quand una donna apparve santa e presta lunghesso me per far colei confusa. [25-27] Ancora non era la sua bocca richiusa quando apparve una donna santa e sollecita (presta) vicino (lunghesso) a me per smascherarla (far colei confusa). 30 «O Virgilio, Virgilio, chi è questa? , fieramente dicea; ed el venìa con li occhi fitti pur in quella onesta. [28-30] «O Virgilio, Virgilio, chi è questa? , diceva (dicea) in atteggiamento severo (fieramente); ed egli (el) si avvicinava (venìa) con gli occhi fissi (fitti) soltanto (pur) in quella onesta. 33 L altra prendea, e dinanzi l apria fendendo i drappi, e mostravami l ventre; quel mi svegliò col puzzo che n uscia. [31-33] Afferrava (prendea) l altra (l altra) e, strappandole (fendendo) le vesti (i drappi), la scopriva (l apria) davanti (dinanzi ) e mi mostrava (mostravami ) il suo ventre; quello mi risvegliò con il puzzo che da esso (n ) usciva (uscia). 36 Io mossi li occhi, e l buon maestro: «Almen tre voci t ho messe! , dicea, «Surgi e vieni; troviam l aperta per la qual tu entre . [34-36] Io aprii (mossi ) gli occhi e il buon maestro diceva (dicea): «Ti ho chiamato (voci t ho messe) almeno tre volte! , «Alzati (Surgi) e vieni; troviamo l apertura (aperta) per la quale tu possa entrare (entre) . 39 Sù mi levai, e tutti eran già pieni de l alto dì i giron del sacro monte, e andavam col sol novo a le reni. [37-39] Mi alzai (Sù mi levai) e [vidi che] tutte le cornici (giron) del sacro monte [il Purgatorio] erano già colme della luce del pieno giorno (de l alto dì), e camminavamo (andavam) con il Sole sorto (sol novo) alle nostre spalle (a le reni). 42 Seguendo lui, portava la mia fronte come colui che l ha di pensier carca, che fa di sé un mezzo arco di ponte; [40-42] Seguendo lui [Virgilio], tenevo (portava) la mia fronte come colui che ce l ha carica (carca) di pensieri, e che fa di sé stesso (fa di sé) un mezzo arco di ponte; 45 quand io udi «Venite; qui si varca parlare in modo soave e benigno, qual non si sente in questa mortal marca. [43-45] quando io sentii (udi ) dire (parlare) in modo dolce (soave) e benevolo (benigno), come non si sente in questa regione (marca) terrena (mortal), «Venite; qui si passa (varca) . in quella inferiore. Il Medioevo, in continuità storica con l epoca antica classica e non conoscendo l antica interpretazione, le considerava semidee marine, per metà fanciulle e per metà mostri marini. Il loro canto melodioso, come si legge anche nell Odissea (XII, 39-54; 158-200) stregava i marinai, facendoli naufragare e disperdere in mare. 19-24. Io son ... appago: si noti il linguaggio della femmina balba, tutto ispirato alla dolcezza della poesia d amore (già nel v. 15 si legge com amor vuol), ovvero con parole che esprimono bellezza e gioia, tipiche del Dolce Stilnovo: dolce, piacere, vago, appago. 22. vago: a seconda del valore attribuito alla parola vago si delineano tre diversi significati. Possiamo intendere che la sirena distolse Ulisse rendendolo invaghito del suo canto (vago al canto mio), oppure che lo incantò benché desideroso (vago) di perseguire il suo cammino verso Itaca, oppure deviandolo dal suo cammino errabondo (cammin vago). 26-27. una donna ... confusa: non è possibile determinare con esattezza chi sia la donna santa e presta che viene a sbugiardare la femmina balba. Certamente non è Beatrice, che Dante avrebbe riconosciuto: o è una delle figure del Paradiso già in vario modo venute in soccorso del poeta (santa Lucia, la Madonna), oppure è una virtù (la Verità, la Carità o la Temperanza). 31-33. L altra prendea ... n uscia: con gesto risoluto e quasi brutale Virgilio, su indicazione della donna santa, strappa le vesti della femmina balba, ovvero, fuor di allegoria*, rivela la sua natura mortale. Si noti come il poeta ritorni a un lessico realistico ed espressivo (ventre e puzzo), in netto contrasto con quello raffinato e delicato del canto della sirena. La forte impressione del sogno, tale da far credere a Dante di percepire l odore del ventre marcio della sirena, lo fa risvegliare di soprassalto. 40-42. Seguendo ... arco di ponte: Dante è pensieroso, reso inquieto dallo spaventoso sogno della femmina balba. Per questo, procede con la testa china e leggermente curvo in avanti, disegnando il profilo di un mezzo arco. 45. marca: il termine, coniato sotto l Impero carolingio, indicava un feudo posto in zone di confine e governato da un marchese. Per estensione, passò a indicare generalmente una regione; in questo verso, mortal marca è una perifrasi* per intendere il mondo terreno. 207

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