Antologia della Divina Commedia

24 E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l acqua perigliosa e guata, [22-24] E come colui che con il respiro (lena) affannato, uscito dal mare (pelago) [e giunto] a riva, si volge verso l acqua pericolosa (perigliosa) e la guarda fissamente (guata), 27 così l animo mio, ch ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. [25-27] così il mio animo, che ancora stava scappando (ch ancor fuggiva), si volse indietro a guardare ancora (rimirar) il passaggio (lo passo) [cioè la selva] che non lasciò mai uscire una persona viva. 30 Poi ch èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che l piè fermo sempre era l più basso. [28-30] Dopo che ebbi (èi) riposato (posato) il corpo stanco (lasso) ripresi la strada attraverso il pendio deserto, in modo che (sì che) il piede (piè) su cui poggiavo era sempre l inferiore. 33 Ed ecco, quasi al cominciar de l erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; [31-33] Ed ecco [che comparve], quasi al principio della salita (erta), una lonza agile (leggiera) e veloce (presta), che era coperta (coverta) di pelo a macchie; 36 e non mi si partia dinanzi al volto, anzi mpediva tanto il mio cammino, ch i fui per ritornar più volte vòlto. [34-36] e non se ne andava (partia) da davanti (dinanzi) al mio volto, anzi impediva il mio cammino al punto che più volte mi girai (fui... vòlto) per tornare indietro (ritornar). 39 Temp era dal principio del mattino, e l sol montava n sù con quelle stelle ch eran con lui quando l amor divino [37-39] Era (Temp era) il principio del mattino e il Sole saliva (montava) in cielo con quella costellazione (quelle stelle) che era con lui quando l amore di Dio 42 mosse di prima quelle cose belle; sì ch a bene sperar m era cagione di quella fiera a la gaetta pelle [40-42] mise in moto per la prima volta (mosse di prima) le stelle (quelle belle cose); così (sì ch ) erano un motivo (m era cagione) per ben sperare nei confronti di quella belva (fiera) dalla (a la) pelle screziata 22-24. E come ... guata: per esprimere il senso di sollievo di chi è appena scampato a un esperienza molto pericolosa ed è quindi ancora spaventato Dante utilizza una similitudine*, paragonando il sé stesso personaggio appena fuggito dalla selva selvaggia a un uomo che ha rischiato di annegare in mare e che, giunto a terra, si volta a guardare il pericolo scongiurato. La forma guatare ha un valore intensivo rispetto a guardare : significa guardare fissamente, con insistenza . 26-27. lo passo ... persona viva: il senso allegorico dell espressione è che il peccato (la selva oscura) conduce alla dannazione (non lascia vivo) chiunque continui a commetterlo. 30. piè fermo ... più basso: Dante sta camminando in salita, con il corpo affianca- 18 to alla parete del colle; l espressione potrebbe quindi significare che un piede saliva e l altro lo raggiungeva e che, dunque, quello che rimaneva fermo all inizio del passo era il piede che si trovava più in basso. In senso allegorico l immagine esprime la fatica della via virtuosa. 32-33. una lonza leggiera ... coverta: una belva, una lonza, appare di fronte a Dante-personaggio. Non è chiaro quale animale sia; sulla base dei bestiari i libri medievali che descrivevano le specie animali, spesso corredati da splendide illustrazioni si capisce che si tratta di un grosso felino, forse un leopardo o una lince. I bestiari attribuivano anche un significato allegorico a ogni animale: la lince rappresentava la lussuria, il desiderio sessuale. L episodio significa dunque che mentre Dante cercava di condurre una vita virtuosa, i desideri carnali lo sviavano dal suo proposito e lo portavano a peccare. 36. volte vòlto: ancora una figura etimologica* (vedi nota al v. 5). 37-42. Temp era ... gaetta pelle: il Sole sta sorgendo salendo in cielo con la costellazione dell Ariete, indicata come quelle stelle ch eran con lui quando l amor divino mosse di prima quelle cose belle; nel Medioevo si riteneva che Dio avesse creato l universo (imprimendo il moto alle stelle) in primavera, quando appunto il Sole passa in tale costellazione. L alba di primavera rincuora Dante, che spera, in virtù di questa buona disposizione dei cieli, di riuscire a salvarsi dal pericolo che ha di fronte.

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