Antologia della Divina Commedia

CANTO VIII Purgatorio 51 Temp era già che l aere s annerava, ma non sì che tra li occhi suoi e miei non dichiarisse ciò che pria serrava. [49-51] Era l ora (Temp era) in cui l aria si scuriva (s annerava), ma non al punto (sì) da non rivelare (dichiarisse) tra i miei occhi e i suoi ciò che prima impediva (serrava) [la distanza]. 54 Ver me si fece, e io ver lui mi fei: giudice Nin gentil, quanto mi piacque quando ti vidi non esser tra rei! [52-54] Si avvicinò verso me (Ver me si fece), e io mi avvicinai verso lui (ver lui): nobile (gentil) signore (giudice) Nino, quanto mi fece piacere (mi piacque) quando constatai (vidi) che non eri tra i dannati (rei)! 57 Nullo bel salutar tra noi si tacque; poi dimandò: «Quant è che tu venisti a piè del monte per le lontane acque? . [55-57] Nessun bel saluto (salutar) fu taciuto (si tacque) tra noi; poi domandò (dimandò). «Da quanto tempo è (quant è) che tu venisti ai piedi (a piè) del monte [del Purgatorio] attraverso (per) le acque sterminate (lontane)? . 60 «Oh! , diss io lui, «per entro i luoghi tristi venni stamane, e sono in prima vita, ancor che l altra, sì andando, acquisti . [58-60] «Oh! , dissi io a lui, «attraverso (per entro) luoghi tremendi (tristi) [l Inferno] sono giunto (venni) stamattina e sono nella prima vita, seppur (ancor) stia acquistando (acquisti) l altra così viaggiando (sì andando) . 63 E come fu la mia risposta udita, Sordello ed elli in dietro si raccolse come gente di sùbito smarrita. [61-63] E come fu udita la mia risposta, Sordello ed egli [Nino Visconti] si ritrassero (in dietro si raccolse) come gente improvvisamente (di sùbito) confusa (smarrita). 66 L uno a Virgilio e l altro a un si volse che sedea lì, gridando: «Sù, Currado! vieni a veder che Dio per grazia volse . [64-66] Uno si rivolse (volse) verso Virgilio e l altro a un tale (a un) che sedeva in prossimità (lì), esclamando (gridando): «Su, Corrado! Vieni a vedere che cosa (che) Dio ha voluto (volse) per mezzo (per) della [sua] grazia . NINO VISCONTI Nato in una delle più potenti famiglie di Pisa, Ugolino Visconti detto Nino fu giudice (ovvero signore di un giudicato , un tipo di territorio feudale) della Gallura, in Sardegna. Di famiglia ghibellina, entrò in conflitto con quelli della sua parte; dopo il colpo di mano con il quale l arcivescovo Ruggieri aveva preso il potere in città (eliminando Ugolino della Gherardesca, come narrato in Inf. XXXIII), divenne uno dei più importanti esponenti del partito guelfo della Toscana. Esiliato dalla sua città, fu spesso a Firenze, dove probabilmente conobbe Dante; tornò infine a governare la Gallura fino alla morte, sopraggiunta nel 1296. A quattro anni dalla sua morte, la moglie Beatrice d Este si 49-51. Temp era serrava: il cielo si sta scurendo per l avvicinarsi della notte, ma non tanto da impedire una visione nitida, che permetta di distinguere i tratti del volto. Con progressive indicazioni temporali Dante scandisce il periodo tra il tramonto e la sera, fino a raccontare la discesa delle tenebre all inizio del canto IX. 55. Nullo bel tacque: vale a dire che personaggi risposò con Galeazzo Visconti, signore di Milano (la famiglia Visconti aveva il ramo principale a Milano e alcuni rami cadetti sparsi in Italia, tra i quali appunto quello pisano). Ma due anni più tardi Galeazzo fu cacciato da Milano dalla fazione dei Torriani e Beatrice lo seguì nell esilio in Toscana per molti anni, fino alla morte di Galezzo avvenuta nel 1328. L anno successivo però il figlio della coppia, Azzo Visconti, riuscì a riconquistare Milano dove riportò anche la madre, che morì nel 1334. La donna in verità non aveva dimenticato il suo primo marito e sul proprio sarcofago volle che fossero scolpite le insegne di entrambe le famiglie alle quali si era unita, il Gallo dei Visconti di Gallura e la Biscia dei Visconti di Milano. Dante e Nino Visconti ( Personaggi) si scambiano un affettuoso e prolungato saluto. L espressione bel salutar è tratta dalla tradizione cortese e stilnovista. 57. lontane acque: è il mare che separa le sponde del Tevere dalla spiaggia dell isola sulla quale svetta il Purgatorio. 58-60. «Oh! acquisti : il poeta spiega di essere giunto alla montagna del Purgato- rio quella mattina stessa, ma non per lontane acque, cioè non traghettato dall angelo nocchiero, bensì attraversando l Inferno con il suo corpo mortale (in prima vita), nella speranza di ottenere anche l altra vita, quella eterna. Con la concessiva ancor che l altra, sì andando, acquisti il poeta mostra un atteggiamento di umiltà assegnando alla volontà divina la possibilità del suo destino di salvezza. 173

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