Antologia della Divina Commedia

CANTO VI Purgatorio 132 Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca per non venir sanza consiglio a l arco; ma il popol tuo l ha in sommo de la bocca. [130-132] Molti [fuori di Firenze] hanno nel cuore la giustizia, e questa si manifesta (scocca) in ritardo (tardi) per non salire alla bocca (a l arco) senza ponderazione (consiglio); ma il tuo popolo ce l ha sulla punta della lingua (sommo de la bocca). 135 Molti rifiutan lo comune incarco; ma il popol tuo solicito risponde sanza chiamare, e grida: «I mi sobbarco! . [133-135] Molti rifiutano una carica (incarco) pubblica (comune), mentre il tuo popolo, sollecito (solicito), risponde senza essere interpellato e grida «Io mi impegno (sobbarco)! . 138 Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde: tu ricca, tu con pace e tu con senno! S io dico l ver, l effetto nol nasconde. [136-138] Ora mostrati (ti fa) felice (lieta), perché (ché) ne hai ben motivo (ben onde): tu [che sei] ricca, tu [che vivi] in pace e tu [che sei] saggia (con senno)! Se io dico il vero, i fatti (effetto) non lo (nol) nascondono (nasconde). 141 Atene e Lacedemona, che fenno l antiche leggi e furon sì civili, fecero al viver bene un picciol cenno [139-141] Atene e Sparta (Lacedemona), che stilarono le prime (antiche) leggi e furono così ben ordinate (sì civili), diedero un minuscolo contributo (cenno) al benessere (vivere bene) [della comunità] 144 verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch a mezzo novembre non giugne quel che tu d ottobre fili. [142-144] in confronto (verso) a te, che fai leggi (provedimenti) tanto sottili, che non arriva (giugne) a metà (mezzo) novembre quello che hai tessuto (fili) a ottobre. 147 Quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato, e rinovate membre! [145-147] Quante volte, dal tempo che ricordi (rimembre), hai cambiato (mutato) legge, moneta, istituzioni (officio) e abitudini (costume) e hai rinnovato il tuo aspetto (membre)! 150 E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, [148-150] E se ricordi bene e vedi chiaramente (lume), riconoscerai te stessa simile (somigliante) a quella malata (inferma) che non può trovare riposo (posa) sul letto (piume), 151 ma con dar volta suo dolore scherma. [151] ma si illude di difendersi (scherma) dal dolore rigirandosi (dar volta). 130-132. Molti han ... la bocca: il discorso si basa sulla metafora* della freccia (le parole colme di giustizia) e dell arco (la bocca che dovrebbe scoccare , cioè pronunciare, tali parole). In genere, dice Dante, le persone sagge meditano a lungo prima di parlare, ma infine pronunciano parole equilibrate e giuste. Il popolo fiorentino, invece, parla continuamente, come se fosse assennato, dimostrandosi invece due volte stolto: non solo non esprime giustizia, ma pretende di parlarne diffusamente. 133-135. Molti ... sobbarco!: I fiorentini accettano con leggerezza le cariche politiche, non per senso di giustizia e in vista del bene comune, ma per ambizione e brama di potere. 137. tu ricca ... senno!: la ripetizione del pronome tu sottolinea la martellante ironia del poeta. 139-141. Atene cenno: alle due grandi città-stato greche e ai due rispettivi legislatori, Solone e Licurgo la tradizione politica occidentale riconosceva l origine degli ordinamenti civili. In essi le norme per garantire la pace e il bene comune erano poche e semplici, ma funzionavano; Firenze invece emana in continuazione leggi assai complicate che vengono costantemente cambiate e riscritte, senza ottenere altro che il caos e la rovina. 142. sottili: l aggettivo è volutamente ambiguo: i provedimenti ideati dai fiorentini sono elaborati in maniera talmente complessa da risultare così esili che decadono con facilità, come dichiarano i versi seguenti. 143-144. ch a mezzo d ottobre fili: alcuni critici hanno visto in queste parole un riferimento al fatto che l ultimo priorato dei guelfi bianchi, eletto nell ottobre 1301, fu dimissionato nel novembre successivo dai neri. fili: l emanazione di leggi è indicata con la metafora* della tessitura (Firenze fila e tesse le sue leggi). 147. rinovate membre: Dante allude alla composizione della cittadinanza, mutevole a causa delle continue proscrizioni e della lotta tra fazioni, che allontanavano e richiamavano i cittadini a seconda del partito prevalente sul momento. 149-151. vedrai te ... dolore scherma: la celebre similitudine* paragona Firenze che cambia continuamente le proprie leggi nel tentativo di far star bene la cittadinanza a una donna malata che si rigira ininterrottamente nel letto, cambiando il fianco sul quale poggia, illudendosi di alleviare il proprio dolore. 165

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