Antologia della Divina Commedia

CANTO VI Purgatorio 96 guarda come esta fiera è fatta fella per non esser corretta da li sproni, poi che ponesti mano a la predella. [94-96] guarda come questa (esta) bestia [l Italia] è divenuta (è fatta) ribelle (fella) perché (per) non è governata (corretta) dagli sproni, dal momento in cui (poi che) mettesti mano alle briglie. 99 O Alberto tedesco ch abbandoni costei ch è fatta indomita e selvaggia, e dovresti inforcar li suoi arcioni, [97-99] O Alberto, di stirpe tedesca, che abbandoni questa [bestia] che è divenuta (fatta) riottosa e selvaggia, mentre dovresti inforcare i suoi arcioni, 102 giusto giudicio da le stelle caggia sovra l tuo sangue, e sia novo e aperto, tal che l tuo successor temenza n aggia! [100-102] una giusta sentenza (giudicio) dalle stelle [dal cielo] cada (caggia) sopra la tua discendenza ( l tuo sangue), e sia talmente inaudita (novo) e clamorosa (aperto), che (tal che) il tuo successore ne abbia (n aggia) timore (temenza)! 105 Ch avete tu e l tuo padre sofferto, per cupidigia di costà distretti, che l giardin de lo mperio sia diserto. [103-105] Dal momento che (Ch ) tu e tuo padre avete tollerato (sofferto), legati (distretti) dall avidità (cupidigia) dei [possedimenti] di laggiù (costà) [in Germania], che il giardino dell impero fosse abbandonato (diserto). 108 Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color già tristi, e questi con sospetti! [106-108] Vieni a vedere Montecchi e Cappelletti, Monaldeschi e Filippeschi, o uomo negligente: i primi (color) già in rovina (tristi), e gli altri sul punto di esserci (con sospetti)! 111 Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com è oscura! [109-111] Vieni, o uomo crudele, vieni e guarda (vedi) l oppressione (pressura) dei tuoi nobili (gentili) e cura i loro danni (cura lor magagne); e vedrai Santa Fiora com è decaduta (oscura)! 114 Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e dì e notte chiama: «Cesare mio, perché non m accompagne? . [112-114] Vieni a vedere la tua Roma che piange, vedova e sola, e il giorno (dì) e la notte grida: «Mio imperatore (Cesare), perché non stai al mio fianco (m accompagne)? . 96. predella: è la parte della briglia attaccata al morso, usata per condurre il cavallo a mano; per sineddoche*, indica le redini. 97. Alberto tedesco: si tratta di Alberto I d Asburgo, figlio di Rodolfo, in carica dal 1298 al 1308: non scese mai in Italia giudicando prioritario, per i suoi interessi politici, il controllo dei territori germanici e rinunciando di fatto al comando della penisola, lasciato nelle mani dei governi comunali delle singole città e delle signorie, tutti più o meno soggetti alla malefica influenza di papa Bonifacio VIII. In questo senso acquista una sottile vena polemica anche l aggettivo tedesco. 100-102. giusto ... n aggia: Dante invoca un castigo divino per l imperatore negligente. Dal momento che non si conoscono con esattezza le date di composizione della Commedia, e tanto meno quelle dei singoli canti, è difficile indicare a quali fatti alluda il poeta: potrebbe riferirsi alla scomparsa prematura del figlio di Alberto, Rodolfo, avvenuta nel 1307, oppure allo stesso omicidio di Alberto per mano del nipote nel 1308. Un altra interpretazione vi legge un monito per Arrigo VII di Lussemburgo, imperatore dal 1308 e probabilmente il veltro nominato in Inf., I, v. 101. 103. tuo padre: Rodolfo d Asburgo, collocato da Dante nella valletta dei principi dell Antipurgatorio in Purg., VII. 105. giardin de lo mperio: la parte più bella dell impero: è una metafora* per l Italia. 106-115. Vieni Vieni Vieni Vieni: l anafora* scandisce l accusa di Dante per quattro terzine successive con ritmo martellante, elencando le rovine conseguenti alla negligenza di Alberto nei confronti dell Italia. 106-107. Montecchi ... Filippeschi: per spiegare la drammatica situazione politica delle città italiane, Dante ricorda alcune nobili famiglie italiane a capo delle fazioni contrapposte dei guelfi (fautori del potere papale) e dei ghibellini (sostenitori del potere dell imperatore). Nello specifico i Montecchi erano una famiglia mercantile veronese a capo della fazione ghibellina, alla quale si contrapponevano i Cappelletti, guelfi di Cremona; i Monaldeschi, invece, erano la famiglia di Orvieto a capo del locale partito dei guelfi, che combatteva i Filippeschi, la controparte ghibellina. Le famiglie lombarde, dice il poeta, sono già cadute in rovina (tristi), quelle umbre sono presaghe della decadenza ormai prossima (con sospetti). 109-111. pressura ... Santafior: con la seconda invocazione Dante invita l imperatore a prendere coscienza della situazione drammatica delle famiglie ghibelline d Italia (tuoi gentili, i feudatari). Cita nello specifico il feudo di Santafiora, sul monte Amiata, un tempo sede di un ramo degli Aldobrandeschi, potente famiglia ghibellina del XIII secolo, ridotto in rovina a seguito delle guerre contro Siena. 112-114. Roma ... non m accompagne?: la terza invocazione mette in campo la figura retorica della prosopopea*: Roma viene infatti rappresentata come una vedova, o una donna abbandonata dal marito l imperatore che notte e giorno piange disperata chiedendo al consorte di tornare da lei. 163

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