Antologia della Divina Commedia

CANTO XXVI Inferno 51 «Maestro mio , rispuos io, «per udirti son io più certo; ma già m era avviso che così fosse, e già voleva dirti: [49-51] «Maestro mio , risposi io, «dopo averti sentito (per udirti) sono io più certo; ma già mi ero accorto (avviso) che fosse così, e già volevo dirti: 54 chi è n quel foco che vien sì diviso di sopra, che par surger de la pira dov Eteòcle col fratel fu miso? . [52-54] chi c è in quel fuoco che si avvicina (vien) così diviso nella parte superiore (di sopra), che pare elevarsi (surger) dalla pira dove fu messo (miso) Eteocle con il fratello? . 57 Rispuose a me: «Là dentro si martira Ulisse e D omede, e così insieme a la vendetta vanno come a l ira; [55-57] Mi rispose: «Là dentro sono tormentati (si martira) Ulisse e Diomede, e così insieme vanno alla punizione (vendetta) come [insieme andarono contro] l ira [di Dio]; 60 e dentro da la lor fiamma si geme l agguato del caval che fé la porta onde uscì de Romani il gentil seme. [58-60] e dentro la loro fiamma si piange (si geme) l agguato del cavallo che creò (fé) il passaggio da dove (onde) uscì la nobile (gentil) stirpe (seme) dei Romani. 63 Piangevisi entro l arte per che, morta, De damìa ancor si duol d Achille, e del Palladio pena vi si porta . [61-63] Si piange (Piangevisi) all interno (entro) l astuzia (l arte) per quale (per che), anche da morta, Deidamìa ancora soffre per (si duol d ) Achille, e della statua di Atena (Palladio) si sconta (si porta) la pena . ULISSE personaggi Ulisse (o Odisseo) è un personaggio dell epica classica, re dell isola greca di Itaca. Omero racconta nell Iliade la sua partecipazione alla guerra di Troia e nell Odissea le vicende di cui l eroe è protagonista nel lungo viaggio di ritorno in patria. Tra le imprese di Ulisse, la più celebre (che non è narrata nell Iliade) è forse l inganno del cavallo di Troia, una grande statua in legno lasciata dai Greci davanti alle porte della città come omaggio agli dèi per propiziare il ritorno in patria. La partenza dei Greci era in realtà un inganno, ma i Troiani, ignari, portarono all interno delle mura il cavallo per festeggiare la fine dell assedio. Durante la notte, mentre i cittadini erano ormai addormentati o storditi dal vino, dal ventre del caval- 53-54. pira ... miso: nella Tebaide del poeta latino Stazio, Dante leggeva la storia dei due fratelli Eteocle e Polinice, che si combatterono con ferocia per il trono di Tebe. Morti entrambi nella battaglia finale, furono arsi, secondo gli usi funerari greci, in uno stesso rogo (pira), ma l odio che li aveva separati in vita fece dividere in due la fiamma che bruciava i loro corpi. 59-60. l agguato del caval ... gentil seme: l agguato del cavallo è l inganno, di cui Dante leggeva nell Eneide di Virgilio, con il quale Ulisse ( Personaggi) risolse la guerra di Troia. Enea, figlio di Anchise, riuscì a fuggire con pochi altri sopravvissuti alla di- lo uscirono Ulisse e i suoi compagni, che aprirono le porte della città. I Greci poterono così entrare a Troia e metterla a ferro e fuoco. Dante non conosceva il greco, e non poteva dunque aver letto l Odissea. Conosceva però l episodio così come narrato da Virgilio nell Eneide. Da questi, in particolare, gli proveniva l immagine di un Ulisse astuto, curioso e coraggioso, sempre affamato di nuove scoperte. Sulla base di questo ritratto egli costruisce il suo personaggio che, tornato in patria, rinuncia a una serena e tranquilla vecchiaia, e decide invece di ripartire per la sfida più grande: la navigazione del mare sconosciuto che si estende oltre le colonne d Ercole (corrispondenti, nella geografia antica, allo stretto di Gibilterra). struzione della sua città; dopo alterne vicende sarebbe giunto alla foce del Tevere, dove avrebbe fondato una comunità che sarebbe poi divenuta la città di Roma. In questo senso il cavallo di Troia fu la porta da cui uscì la stirpe (seme) dei Romani. 61-62. Piangevisi Achille: quando scoppiò la guerra di Troia, Teti, la madre del grande guerriero Achille, travestì il figlio con abiti femminili e lo nascose presso la corte di Licomede, re di Sciro, perché sapeva che sarebbe andato incontro alla morte; qui Achille si innamorò di Deidamìa, una delle figlie del re, e ne ebbe un figlio. Ulisse, insieme all amico Diomede, riuscì però a scovarlo e, fingendosi un mercante, offrì alle figlie del re delle vesti, in mezzo alle quali pose delle armi. Achille non nascose il suo interesse per le armi, ma in questo modo si tradì e dovette partire per la guerra nella quale sarebbe poi morto. Deidamìa perdette così il suo amato, e per questo ancora soffre. 63. Palladio: nella parte più alta della città di Troia si trovava un tempio sacro a Pallade uno degli epiteti con cui viene indicata la dea Atena e una statua della divinità detta appunto Palladio. Si credeva che la presenza di questa statua garantisse l inespugnabilità della città. Ulisse e Diomede, con l astuzia, riuscirono a rubarla. 101

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