La “poetica” della parola in Ungaretti, di Niva Lorenzini

Il primo Novecento LETTURE critiche La poetica della parola in Ungaretti di Niva Lorenzini Niva Lorenzini (n. 1945) si sofferma sulla volontà di Ungaretti di sfidare il silenzio e il disincanto in virtù della fede nel valore quasi materico della parola: una fede mai smarrita in cui il frammentismo sperimentale convive con il richiamo alla totalità espresso dalla poesia simbolista. innegabile che le prime prove di Ungaretti successive all apprendistato di Lacerba ,1 così importante per il delinearsi di una vena palazzeschiana2 che non va affatto sottovalutata nel futuro estimatore di Apollinaire,3 si impongono coi caratteri della novità: al punto che né il futurismo né la sperimentazione vociana sono premesse sufficienti a contenerla, e Ungaretti si sente non certo solo per ragioni formali uno sradicato, incompreso sino all emarginazione. Le lettere a Soffici4 esprimono il disagio di chi vede non solo le sue prime poesie, ma l Allegria del 19, il libro più rivoluzionario della prima metà del secolo, boicottati dalla critica più tradizionalista, anche se subito quella militante di Savinio,5 Soffici, De Robertis6 gli rende giustizia. E del resto di isolati è fatta in gran parte la tradizione poetica della prima metà del Novecento, cui si contrappongono, in contatto dialettico, gli schieramenti di gruppo. C è comunque un Apollinaire privato di ironia dietro l erosione sintattica e metrica, e c è un amalgama di simbolismo ed espressionismo nella scelta di una parola che si isola sul foglio, in ascolto della propria sonorità e fisicità, scandite su una sillabazione che ne fissa la nitidezza. Sperimentalismo e classicità si trovano a convivere da subito, come da subito sono messi a confronto effimero e durata, frammento e totalità. Può incuriosire allora ascoltare lo stesso Ungaretti intento a definire, non senza enfasi autocelebrativa, i modi di quel lirismo singolare. Alle Prime mie poesie è destinata infatti, nel 33, una pagina ispirata che può valere come ulteriore descrizione di una nuova accezione di «frammento lirico : Se le mie prime preoccupazioni furono di cogliere la parola in istato di crisi, di farla con me soffrire, se la mia poesia vuole essere sempre come uno schianto carnale che apra il volo a fiori di fuoco [ ], se la realtà mi preme così tanto, potevo essere indifferente alla grande miseria che negli ultimi anni s è precipitata sul mondo? La «parola in stato di crisi : dalla vergogna della poesia alle provocazioni delle avanguardie, il primo quindicennio del secolo si era chiesto, nei modi più diversificati, come fosse possibile ricominciare a parlare dopo l inflazione dei vati e lo smascheramento del binomio arte-vita. Ungaretti imposta le sue prime prove come sintesi, da un lato, delle esperienze che lo precedono, e dall altro come verifiche in atto di un passare oltre, ritrovando l energia 1 Lacerba : la rivista fiorentina in cui videro la luce le prime composizioni ungarettiane. 2 palazzeschiana: tipica di Aldo Palazzeschi (1885-1974), esponente poetico dell avanguardia italiana, a metà tra Crepuscolarismo e Futurismo. 848 3 Apollinaire: Guillaume Apolli- naire (1880-1918), poeta francese, amico di Ungaretti durante il suo soggiorno parigino. 4 Soffici: Ardengo Soffici (18791964), poeta, scrittore e pittore, interprete di punta del Futurismo. 5 Savinio: Alberto Savinio, pseu- donimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico (1891-1952), fratello del più celebre Giorgio e a sua volta scrittore e pittore. 6 De Robertis: Giuseppe De Robertis (1888-1963), critico letterario.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi