Il tesoro della letteratura - volume 3

La narrativa italiana del primo Novecento in sintesi Nelle opere di molti scrittori di Solaria si evidenzia una certa attenzione al contesto storico e sociale dell Italia centromeridionale. La narrativa di Francesco Jovine prende spunto dal Verismo ma introduce l elemento della memoria personale, in una dimensione favolosa. Corrado Alvaro aspira a rifugiarsi in un mondo arcaico e incontaminato, lontano dalla civiltà industrializzata. Anch egli recupera aspetti veristi, ma introduce i temi dell umanità e della giustizia. Con Ignazio Silone l attenzione sociale al mondo meridionale si fonde con il richiamo ai princìpi evangelici. Carlo Bernari sposta l attenzione dal mondo contadino a quello operaio. Nel romanzo Tre operai racconta, per primo, la vita in fabbrica dal punto di vista dei lavoratori più umili. Il racconto del Meridione Molti degli scrittori di area solariana sono attenti in particolare alla realtà storica e sociale dell Italia centromeridionale. Ricordiamo innanzitutto il molisano Francesco Jovine (1902-1950), che si afferma nel 1942 con il romanzo Signora Ava, ma del quale va menzionato anche il successivo Le terre del Sacramento (1950). La sua narrativa muove dalla tradizione verista meridionale, soprattutto verghiana, ma con uno spirito arricchito dalle esperienze letterarie recenti: così l interesse morale e sociale per gli umili e i primitivi si unisce al motivo della memoria personale e si circonda di un alone lirico-favoloso. Il calabrese Corrado Alvaro (1895-1956), giornalista e militante antifascista, esordisce nel 1926 con il romanzo L uomo nel labirinto: Alvaro vi vagheggia, quale Eden originario, un mondo elementare e primitivo, manifestando un esplicita insofferenza per ogni sovrastruttura imposta dalla civiltà industriale all antica civiltà contadina e una propensione a rifugiarsi nell incanto dei ricordi, specie d infanzia. Anche nel resto della sua produzione i motivi dell umanità, della libertà e della giustizia si innestano su un fondo verista e insieme favoloso, in opere dal ritmo corale che si collocano a metà fra la narrazione propriamente detta e la prosa evocativa. La realtà viene filtrata attraverso il simbolo e la memoria, e più che le situazioni contano le atmosfere, più che i personaggi l alone di luce o di ombra che li circonda, come accade nel suo libro più riuscito, la raccolta di racconti Gente in Aspromonte (1930). L abruzzese Ignazio Silone (pseudonimo di Secondo Tranquilli, 1900-1978) è innanzitutto un uomo politico; partecipa alla fondazione del Partito comunista d Italia (1921), allontanandosene nel 1931, per essere poi attivo nel Partito socialista clandestino (1942). Nella sua opera letteraria si colgono un sentimento acuto dei limiti della giustizia umana e il richiamo ai valori di un cristianesimo evangelico. Tra i suoi romanzi più noti usciti in prima edizione all estero per i problemi che in Italia avrebbero incontrato con la censura ricordiamo Fontamara (1933) e Pane e vino (1936; una nuova edizione del 1955 modifica il titolo in Vino e pane). invece torinese Carlo Levi (1902-1975), di cui parleremo oltre più approfonditamente. La sua opera più importante, Cristo si è fermato a Eboli (1945), nasce dai ricordi del confino in Lucania, cui è condannato negli anni 1935-1936 a causa della sua attività antifascista. Infine, il napoletano Carlo Bernari (1909-1992) si rivela, nei suoi racconti e romanzi, acuto osservatore della vita quotidiana, delle classi più umili e del mondo del lavoro, come accade nel suo romanzo più noto, Tre operai (1934). Il libro, una delle prime opere italiane a raccontare il mondo della fabbrica dal punto di vista dei lavoratori, viene osteggiato dal regime fascista non appena pubblicato. Baccio Maria Bacci, Il gruppo di Solaria al Caffè Giubbe Rosse, 1930-1940. Firenze, Galleria d Arte Moderna. 715

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi