Il tesoro della letteratura - volume 3

Giosuè Carducci in sintesi Nella sua fase giovanile, Carducci è rivoluzionario e ribelle. Scaglia la sua polemica in particolare contro il ceto dirigente e la Chiesa. Nell Inno a Satana difende la libertà di pensiero dell individuo: Satana rappresenta il progresso che si abbatte sull immobilismo ecclesiastico, aprendo la strada a un futuro privo di dogmatismi e all insegna della libertà individuale. Progresso e libertà sono l esito della Rivoluzione francese. Carducci vorrebbe che il nuovo Regno, ai suoi occhi corrotto e inadeguato, si ispirasse a questi valori, esaltati da molti intellettuali. Con gli anni, Carducci cambia le sue idee e le sue posizioni. Egli continua a sostenere che la poesia possa avere un ruolo attivo nella società e che il poeta debba essere guida morale e civile. Tuttavia, ritiene di dover mitigare la sua indole più ribelle e polemica: il poeta, non più schierato in nessuna fazione, diviene il vate ufficiale del nuovo Regno. La scelta patriottica e, per molti, nazionalista, è considerata dai repubblicani un vero tradimento. Il mito libertario Il giovane Carducci muove da convinzioni radicali e polemiche: disgustato dalla politica della Destra storica, che giudica debole nei confronti della Chiesa e incapace di rivendicare il possesso di Roma, il poeta, già all indomani della proclamazione dell Unità, si distingue per gli attacchi al ceto dirigente italiano e per un anticlericalismo, in cui si mescolano motivazioni religiose e politiche, legate all irrisolta questione romana . Di questa ansia ribelle è testimonianza l Inno a Satana, composto nel 1863: in questo componimento Carducci identifica provocatoriamente Satana con il progresso che abbatte l oscurantismo clericale e annuncia, per mezzo del simbolo positivista della locomotiva «bello e orribile / mostro di ferro e di fuoco , l imminente avvenire consacrato alla libertà di pensiero. Si tratta di un testo dallo scarso valore poetico, tuttavia l esaltazione del progresso e la ribellione a ogni dogmatismo o dispotismo che limiti la libertà individuale hanno un valore documentario innegabile, in una fase storica dominata da un crescente spirito reazionario, come dimostra nel 1864 la pubblicazione del Sillabo di Pio IX, il documento in cui viene condannata la civiltà moderna. La militanza sconfitta Quelle del giovane Carducci non sono posizioni isolate; al contrario, in anni di grande fervore politico, al clericalismo benpensante si oppongono molti intellettuali laici e democratici che spesso celebrano, come il battagliero poeta maremmano, i miti libertari della Rivoluzione, in contrasto con la realtà politica del paese, giudicata corrotta e mediocre. Nell opera di Carducci tali contrasti sono visibili soprattutto nelle raccolte Levia gravia e Giambi ed epodi, in cui il poeta esprime l amarezza per il tradimento di quei valori, tipici della Rivoluzione francese, a cui vorrebbe si ispirasse la politica del nuovo Regno. La svolta conservatrice del poeta vate Negli anni della maturità, le posizioni di Carducci cambiano sensibilmente. Egli continua a concepire la letteratura come uno strumento politico ed etico, capace di comunicare nobili ideali alla collettività nazionale. In quanto poeta, ritenendosi superiore al volgo per gusto e cultura, ribadisce il proprio dovere di guida morale e civile e di custode di valori assoluti. Tuttavia, in virtù di questo ruolo, Carducci si convince che la polemica spregiudicata e lo spirito di opposizione non siano più utili a un paese ancora debole e diviso qual è l Italia di fine Ottocento. Diventa necessario accantonare astiosità e invettive e porsi al di sopra delle parti e delle diverse fazioni per il bene dell Italia; dopo la breccia di Porta Pia (1870), annessa Roma al Regno d Italia, egli stempera le polemiche anticlericali e antimonarchiche e diventa il cantore ufficiale della nazione, il vate dell Italia contemporanea, nella speranza che questa possa rinnovare le glorie dell età romana e del Medioevo comunale. La scelta nazionalista Il suo patriottismo prende via via le tinte del nazionalismo, tanto che il sostegno alla politica autoritaria e coloniale di Crispi diviene quasi naturale. Anche il suo leggendario anticristianesimo, pur se mai sconfessato da una conversione pubblica, si annacqua di fronte alle necessità politiche. Pur rimanendo laico fino al termine dei suoi giorni, per questa svolta Carducci viene accusato di aver tradito gli ideali della repubblica e di aver rinnegato la battaglia per la giustizia sociale. Alcuni letterati, che avevano visto in lui la bandiera della democrazia, non abbandoneranno invece la poesia di impegno civile, ancora animati dall antico spirito rivoluzionario. 65

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi