2 - Il vitalismo e la pazzia

Luigi Pirandello in sintesi Il vitalismo secondo Pirandello è l impulso irrefrenabile della vita ad assumere svariate forme pur di sfuggire alle costrizioni e ai limiti imposti dalle convenzioni. Tali convenzioni chiedono agli individui di rivestire precisi ruoli, ossia di indossare delle maschere, per salvaguardare la stabilità sociale. L insofferenza che Pirandello nutre nei confronti dei ruoli imposti dalla società si ritrova anche nella sua visione della famiglia e del lavoro, considerati «trappole , luoghi soffocanti dove prosperano ipocrisia e crudeltà. Le forme che l uomo pirandelliano assume o in cui il destino lo ha calato sono a loro volta gabbie, da cui evadere assumendo sempre nuove forme o ponendosi fuori dagli schemi, per reimmergersi nel flusso del vitalismo. Vie di fuga sono la regressione all infanzia o il rifugio in un altrove immaginario o un esistenza condotta ai confini della normalità. 2 Il vitalismo e la pazzia La «vita e la «forma Secondo la concezione filosofica di Pirandello che definia mo vitalismo la «vita non sopporta limiti e costrizioni: essa si manifesta in modo sem pre mutevole, in una varietà di «forme mai uguali a sé stesse. Le convenzioni sociali inducono l individuo a fissare la vita di per sé incostante e relativa in forme stabili e durature, ma si tratta di apparenze fittizie, derivanti dall illusoria e impossibile ricerca di un valore assoluto e di un unica verità. La prigione delle maschere Dare una forma stabile e cristallizzata alla vita significa, per Pirandello, farla morire. L individuo, infatti, ingabbia la propria mutevole autenticità in una personalità coerente e unitaria, ma in realtà ogni identità è e rimane radicalmen te e intimamente contraddittoria. I tentativi di costruirsi un ruolo preciso nella famiglia e nella società fanno prevalere l apparire sull essere, e costituiscono una fonte di equivoci continui e di falsità, destinati a trasformarsi in una prigione che gli individui, volontaria mente, edificano attorno a sé. Tali ruoli sono maschere indossate per recitare una parte, per cercare di arrestare il fluire di stati emotivi variabili, consegnandoci a un mondo pie no di incertezze, privo di riferimenti e come tale insopportabile. Famiglia e lavoro Le istituzioni della famiglia e del lavoro vengono spesso identifi cate da Pirandello come una «trappola . Probabilmente condizionato dalle esperienze personali, lo scrittore non si riferisce quasi mai ai rapporti sociali e familiari con un sen so di fiducia. Anche i legami parentali più stretti celano, dietro il perbenismo di facciata, vere e proprie crudeltà, perpetrate di solito a danno delle persone più sensibili, destinate a capire prima o poi il funzionamento del «giuoco e a tentare di tirarsene fuori. Nessun nido familiare, reale o immaginario, protegge come avveniva in Pascoli la solitudine del personaggio pirandelliano: egli piuttosto trova fra le mura domestiche litigi, menzogne, infedeltà e convivenze terribili. E la famiglia è un microcosmo in cui si trovano, amplificate, tutte le ipocrisie e le finzioni delle forme più complesse della vita sociale, lavorativa e politica. In tutta la sua opera narrativa e teatrale Pirandello mostra un insofferenza profonda verso i ruoli imposti dalla società: pur senza compiere gesti di vera e propria rivol ta, egli denuncia attraverso la poetica dell umorismo le angustie soffocanti dei ceti piccoloborghesi, componendo un affresco amaro di una generazione priva di autenticità e spontaneità. La follia come unica salvezza Prigioniero della famiglia (Mattia Pascal), di un la voro meccanico (Serafino Gubbio), di un immagine in cui non si riconosce più (Vitange lo Moscarda), di una società falsa e meschina (Enrico IV) o ancora di una parte teatrale che non trova realizzazione (i Sei personaggi), l uomo pirandelliano non si rassegna, ma cerca invano di evadere dalle gabbie della «forma in cui il destino ha voluto calarlo. Come fare allora? L unica vera soluzione è porsi fuori dagli schemi, ai margini del la società, oppure oltre il confine della razionalità, là dove si può ancora percepire il fluire della corrente vitale. Il regredire all infanzia oppure l oltrepassare la soglia della normalità psicologica, rifugiandosi nell immaginazione o nella pazzia, rappresenta no per Pirandello le uniche possibili vie di fuga. La salvezza può giungere così da un altrove fantastico, puramente immaginato (come nella novella Il treno ha fischiato, in cui il protagonista fantastica di visitare luo ghi e città condotto dal treno che sente fischiare di notte), oppure dalla follia, eccellente 649

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi