Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento LETTURE critiche si riferisce ad una vicenda che sta a mezzo tra l accaduto nella sua immodificabilità ed il puro abbandonarsi al mondo della possibilità ed esprime un momento intermedio della riflessione-indagine, quello nel quale il dato non ancora cristallizzato è tuttavia disponibile per un attivo inserimento nel gioco della memoria. Ma è pure facile avvertire che questo significato di cui esso è carico gli proviene proprio dall essere inserito con scelta abilissima in un contesto ricco di frequenti trapassi temporali. Gli elementi per mezzo dei quali Svevo ottiene quel particolare sentimento del tempo sono dunque molteplici e devono essere tenuti ugualmente presenti [ ]. Riassumendo le osservazioni fatte finora, noi abbiamo: un ordinamento a strati della coscienza (l uomo non vive in un tempo puro, perché non può sopprimere il ricordo del passato e l attesa del futuro; egli in ogni istante interpreta se stesso attraverso una sintesi di passato presente e avvenire); una coscienza attuale che racconta e ordina i fatti svincolandoli dalla cronologia obiettiva ed accostandoli in modo consono al significato che di volta in volta si vuol far loro assumere; per conseguenza una radicale svalutazione dei fatti, che non interessano più in sé, ma in quanto appigli al variare del gioco della memoria. Di qui un atteggiamento nuovo dello scrittore di fronte alla realtà: poiché non ci sono accadimenti umani in cui si possa avere fiducia per penetrare dentro se stessi cioè dentro la vera realtà, o almeno la sola che valga la pena e, in fondo, che sia possibile esplorare la realtà deve essere affrontata senza discriminazioni aprioristiche e lo scrittore non deve introdurre nella rappresentazione alcun criterio gerarchico. I fatti nella loro nuda materialità stanno tutti sullo stesso piano e da ognuno di essi può venire l illuminazione che cerchiamo: il vizio del fumo e il matrimonio, la morte del padre e l adulterio, tutto si dispone così su un unica linea. Infine un atteggiamento costante di ricerca e di dubbio: l autore non ha da riferire dei dati di fatto incontrovertibili, ma ha da disporre alcuni frammenti della realtà nel modo più favorevole perché si prestino docili alla funzione che è loro affidata. Appena essi hanno assolto il loro compito, vengono abbandonati, il più delle volte ancora carichi di ambiguità, ed essi si allontanano nello sfondo senza subir più un processo di appello che ne determini con certezza l assoluzione o la condanna. La realtà più vera è quella della coscienza; la realtà esteriore non ha senso, o lo acquista solo se viene disciolta nel flusso della coscienza. «Io credo ha scritto Svevo con lucida consapevolezza di questo mutamento di prospettiva di sapere qualche cosa a questo mondo: su me stesso. Gli antichi facevano un gran caso del fatto che anche il proprio io è un mistero. Ma anche ogni altra cosa vivente è misteriosa e l accesso ad essa è ben più difficile che al proprio essere . Sandro Maxia, Lettura di Italo Svevo, Liviana, Padova 1985 Comprendere il PENSIERO CRITICO 1 618 Che cosa intende Maxia quando parla di tempo misto ? 2 Che rapporto c è tra la coscienza attuale e la memoria?

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi