La sintesi

I SAPERI fondamentali la sintesi audiolettura IL ROMANZO EUROPEO DEL PRIMO NOVECENTO Nel primo Novecento il romanzo conosce un grande successo popolare, grazie al diffondersi dell alfabetizzazione e alle migliorate condizioni economiche. Si sviluppa come mezzo d intrattenimento, ma presto diventa anche il luogo della ricerca e della sperimentazione letteraria. Il romanzo novecentesco si sviluppa come un antiromanzo e ha caratteristiche nuove: l eroe diventa antieroe, portatore di un disagio che lo isola dal contesto sociale; i valori morali appaiono più sfumati, grazie a Freud e alla sua scoperta dei meccanismi inconsci che guidano le azioni umane; viene meno la fiducia ottocentesca nella ragione che mette ordine nel caos e regnano la disarmonia, la casualità, l imprevisto, l assurdo; per l influenza di Bergson, tempo e spazio categorie individuali e soggettive; l autore, non più onnisciente, non fornisce una rappresentazione oggettiva della realtà, ma è portatore di domande senza risposta. Le novità stilistiche sono: la frammentazione sintattica e l affollarsi in primo piano dei particolari; l espansione del discorso indiretto libero, del monologo interiore e del flusso di coscienza; la frequenza dei flash back, utili a recuperare il passato; la mescolanza di narrazione e saggismo filosofico e letterario. JAMES JOYCE VIRGINIA WOOLF 562 Pubblica, tra le sue prime prove narrative, i racconti Gente di Dublino (1904-1907). La scrittura è tradizionale, ma si avvertono i primi spunti sperimentali, come la poetica dell epifania , basata sull improvvisa rivelazione del senso profondo delle cose, che si può manifestare in un frammento di dialogo, in un oggetto o in un semplice e perfino insignificante particolare. Con l Ulisse, pubblicato a Parigi nel 1922 e solo nel 1936 in Inghilterra, Joyce rompe ogni legame con la tradizione e rifonda il genere del romanzo, ponendo al centro la complessa dinamica della vita psichica, delle percezioni sensoriali e delle emozioni dell individuo. Il mondo psichico viene reso con il monologo interiore, mediante il quale il lettore viene introdotto direttamente nel meccanismo mentale dei personaggi. In romanzi come La signora Dalloway (1925) e Gita al faro (1927), la Woolf pone al centro dell azione gli effetti che la realtà esteriore determina sulla coscienza dei personaggi. Influenzata dalle idee di Bergson, l autrice sviluppa una propria concezione di tempo soggettivo: nei suoi romanzi espande o comprime gli intervalli temporali in base ai significati che essi hanno per i personaggi e per la loro coscienza individuale. Il suo monologo interiore ha slanci poetici ed è aperto a cogliere le diverse sfumature dei fenomeni e delle realtà oggetto di narrazione.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi