D4 - Manifesto degli intellettuali fascisti

Il primo Novecento e lo scarso coinvolgimento delle masse nella vita civile della nazione. Rilevanti sono anche gli approfondimenti su altri temi, quali il carattere peculiare degli intellettuali italiani, accusati di essere tradizionalmente lontani dallo spirito del popolo, e la definizione di un modello di intellettuale organico al proletariato, capace cioè di farsi interprete delle idee e delle esigenze della gente comune. DOCUMENTO 4 Manifesto degli intellettuali fascisti Giovanni Gentile L autore Giovanni Gentile nasce a Castelvetrano, in provincia di Trapani, nel 1875. Si lau- rea a Pisa nel 1897 e, dopo qualche anno di insegnamento liceale, ottiene a Palermo la cattedra universitaria di Storia della filosofia, che mantiene dal 1906 al 1913. Dal 1929 al 1943 è direttore della Scuola normale superiore di Pisa, di cui promuove l ampliamento e lo sviluppo. Collaboratore per un ventennio di Benedetto Croce nella redazione della Critica e nell opera di rinnovamento della cultura italiana, Gentile è il fondatore (1920) e direttore del Giornale critico della filosofia italiana , ministro della Pubblica istruzione (1922-1924, periodo in cui realizza una fondamentale riforma della scuola italiana), senatore del Regno (dal 1922), direttore scientifico dell Enciclopedia italiana e presidente della Reale Accademia d Italia (dal 1943). Molto discusso è stato il suo rapporto con il regime e con Mussolini: Gentile considera il fascismo come movimento continuatore della Destra storica nell opera di piena e definitiva realizzazione del Risorgimento, e vi aderisce dal 1922, tenendosi però lontano, soprattutto nel lavoro intellettuale, da ogni intransigenza verso persone di opposti convincimenti. Pochi mesi dopo aver preso posizione in favore della Repubblica Sociale, il 15 aprile 1944 viene ucciso davanti alla sua casa a Firenze da un gruppo di partigiani comunisti. A seguito di un congresso di intellettuali favorevoli al fascismo, tenutosi a Bologna nel marzo 1925, Gentile redige un Manifesto sottoscritto da molte personalità della cultura del tempo (tra gli altri, Marinetti, Soffici, Malaparte, Pirandello, Ungaretti). Il fascismo viene presentato come un movimento capace di superare gli egoismi individuali, armonizzando le libertà e le aspirazioni personali nel disegno collettivo dello Stato, a differenza del liberalismo e del socialismo, dottrine che invece fanno prevalere l interesse del singolo o di una classe sul bene comune della patria. Presentiamo qui l inizio del manifesto gentiliano. Il fascismo viene considerato come erede dei valori del passato, approdo naturale della tensione morale del Risorgimento. Gentile eredita dalla filosofia hegeliana la concezione dello Stato come sintesi degli interessi individuali e collettivi: la volontà dei singoli deve conciliarsi con il bene superiore dell intera comunità nazionale. Il Fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione italiana, ma non privo di significato e interesse per tutte le altre. Le sue origini prossime risalgono al 1919, quando intorno a Benito Mussolini si raccolse un manipolo di uomini reduci dalle trincee e risoluti a combattere energicamente la politica demosocialista1 allora imperante. La quale della grande guerra, da cui il popolo italiano era uscito vittorioso ma spossato, vedeva soltanto le immediate conseguenze materiali e lasciava disperdere se non lo negava apertamente il valore morale rappresentandola agli italiani da un punto di vista grettamente individualistico e utilitaristico come somma di sacrifici, di cui ognuno per parte sua doveva essere compensato in proporzione del danno sofferto, donde una presuntuosa e minacciosa contrapposizione dei privati allo Stato, un disconoscimento della sua autorità, un abbassamento del prestigio del Re e dell Esercito, simboli della Nazione soprastanti agli individui e alle categorie particolari dei cit1 demosocialista: Gentile unisce spregiativamente l ideologia de- 490 mocratica e quella socialista, accomunate nella stessa condanna.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi